Imposta di circolazione al voto, ecco cosa occorre sapere
1. Su cosa saranno chiamati a votare i ticinesi domenica prossima?
Sul tavolo ci sono due proposte, entrambe volte ad alleggerire l’imposta di circolazione, che nel nostro cantone è tra le più alte in Svizzera. Da un lato c’è il testo conforme dell’iniziativa del Centro/PPD, dall’altro la controproposta targata PS e Verdi. Entrambe le proposte rivoluzionano l’attuale sistema di calcolo dell’imposta di circolazione, ora basato su un sistema bonus-malus a dipendenza delle emissioni di CO2 e plafonano al ribasso l’incasso, che nel 2021 è stato di 106,5 milioni.
2. Che cosa prevede l’iniziativa del Centro/PPD?
Il testo conforme dell’iniziativa prevede un nuovo sistema di calcolo: una tassa base di 120 franchi sommata a una componente variabile calcolata sulle emissioni di CO2. In sostanza, chi possiede un veicolo elettrico o poco inquinante - che non supera i 95 grammi di CO2 al chilometro - pagherà un’imposta fissa di 120 franchi.
3. Che cosa prevede, invece, il controprogetto di PS e Verdi?
In questo caso, il modello di calcolo considera anche il peso e la potenza del veicolo, a cui si somma la componente di CO2. Sono tre, quindi, i fattori combinati per il modello di calcolo: le emissioni di anidride carbonica (con una ponderazione del 63%), la massa a vuoto del veicolo (l’elemento che influisce di più sul consumo delle strade) e la potenza (che di solito caratterizza le auto sportive e di lusso). Ma non è tutto, perché il controprogetto prevede anche di riconoscere a chi beneficia di contributi per la riduzione dei premi di cassa malati un rimborso del 15% per l’acquisto dell’abbonamento Arcobaleno mensile o annuale.
4. Con entrambe le proposte l’incasso per il Cantone diminuirebbe?
Sì, con entrambe le proposte il gettito complessivo si abbasserebbe. In caso di approvazione del controprogetto gli introiti stimati sono di circa 96,3 milioni di franchi, da cui però vanno dedotti i costi per sussidiare l’acquisto dell’abbonamento Arcobaleno. Costi che si aggirano sui 4 milioni all’anno. Nel caso dell’iniziativa, invece, Governo e iniziativisti sono in disaccordo sulle cifre.
5. Perché Consiglio di Stato e iniziativisti hanno pareri discordanti sull’incasso complessivo?
Gli iniziativisti del PPD/Centro hanno contestato le cifre fornite dal Consiglio di Stato, chiedendo la rettifica delle informazioni riportate sull’opuscolo informativo. Il reclamo, ricordiamo, è stato poi respinto dal Governo il 9 settembre. In sostanza, secondo l’Esecutivo l’incasso ammonterebbe dal 2024 a 91,5 milioni di franchi. E quindi la differenza sarebbe di circa 15 milioni rispetto al gettito attuale, che si aggira sui 106,5 milioni. Al contrario, gli iniziativisti sostengono che il «risparmio» sarebbe di 25 milioni e che il gettito complessivo sarebbe invece di 85 milioni. Il Consiglio di Stato, come detto, ha respinto il reclamo, di conseguenza sull’opuscolo informativo vengono riportate le cifre «difese» dal Governo. Di conseguenza, si legge sull’opuscolo, «in caso di approvazione dell’iniziativa l’incasso dal 2024 sarà di 91,5 milioni di franchi».
6. Il gettito, quindi, sarà in tutti i casi inferiore a quello attuale. Ma questo significa che tutti gli automobilisti pagheranno meno?
No. Come fa notare il Consiglio di Stato, «la prevista riduzione del gettito non impatterà in modo uniforme e generalizzato su tutto il parco veicoli». Le conseguenze per le singole automobili saranno «diversificate, con automobili che vedranno la loro imposta aumentare, talvolta anche in maniera considerevole, in particolare per le vetture immatricolate prima del 1. gennaio 2009».
7. Quali sono le ragioni degli iniziativisti?
L’imposta di circolazione in Ticino «è tra le più care della Svizzera», è la premessa degli iniziativisti, secondo i quali «si tratta di una situazione ingiustificata e inaccettabile, tanto più che il Ticino è il Cantone con il salario mediano più basso della Confederazione». Grazie alla diminuzione dell’imposta di circolazione, «i cittadini avranno in tasca circa 15 milioni di franchi in più» (ma qui, come visto alla domanda 5, l’ammontare del risparmio è contestato dagli iniziativisti che sostengono che il risparmio sarebbe di 25 milioni). Inoltre, con l’iniziativa «si stabilisce il principio secondo cui debba esserci un equilibrio tra imposte di circolazione e costi della mobilità stradale». Non da ultimo, con l’iniziativa «ogni modifica dell’imposta di circolazione dovrà essere sottoposta a referendum popolare facoltativo». Di conseguenza, «non potranno più esserci aumenti incontrollati e abusivi».
8. Quali, invece, quelle dei fautori del controprogetto?
Secondo PS e Verdi, il controprogetto «è più equo e considera la mobilità nel suo insieme». Calcolare l’ammontare dell’imposta di circolazione correlandola unicamente al tasso di emissione di CO2 produce «effetti ingiusti», sostengono. «L’iniziativa porterebbe il proprietario di un’auto di lusso a pagare una tassa di circolazione di ben tre volte inferiore a quella recapitata al proprietario di una Fiat Panda: l’iniziativa è quindi inappropriata». Inoltre, viene fatto presente, «pur privilegiando chi è alla guida di un veicolo che emette meno CO2, il controprogetto considera fra gli elementi di calcolo dell’imposta di circolazione anche il peso e la potenza, che hanno un impatto non indifferente sull’usura del manto stradale e quindi sui costi di manutenzione». Infine, viene evidenziato, il controprogetto «diminuisce l’imposta di circolazione per la maggior parte dei veicoli e allo stesso tempo favorisce l’utilizzo dei mezzi pubblici riducendo il costo dell’abbonamento Arcobaleno».
9. Quali sono le opzioni di voto?
Con la scheda di voto l’elettore può rispondere a tre domande. Concretamente, può votare nei seguenti modi: «sì» all’iniziativa e «sì» al controprogetto, «sì» all’iniziativa e «no» al controprogetto, «no» all’iniziativa e «sì» al controprogetto, «no» all’iniziativa e «no» al controprogetto. Nel caso in cui sia l’iniziativa sia il controprogetto venissero accettati, per capire quale proposta entrerà in vigore ai cittadini viene posta una domanda «sussidiaria», ossia: «Quale testo deve entrare in vigore?».