Lugano

La demolizione del Morel si deciderà a Losanna

Recentemente il Tribunale cantonale amministrativo ha respinto un reclamo contro la realizzazione del complesso residenziale che dovrebbe sorgere al posto dello storico ritrovo di via Adamini – Ma i ricorrenti non ci stanno e si appellano ai giudici di Mon Repos
Al posto dello stabile di via Adamini dovrebbero sorgere tre palazzine residenziali. © CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
10.07.2024 06:00

Rimandato, a data da destinarsi, l’ordine di azionare le ruspe e demolire lo storico Spazio Morel (e una vicina villa in stile Liberty). Non è ancora il momento, se mai lo sarà. Di recente il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) si è espresso su un ricorso che aveva bloccato la costruzione del tanto discusso complesso residenziale, che dovrebbe sorgere da anni al posto dello stabile di via Adamini. I giudici cantonali hanno dato sì ragione alla Art Building SA, proprietaria del terreno e istante del progetto, ma contro la sentenza è stato interposto un nuovo ricorso. Sarà quindi l’Alta Corte di Losanna ad avere l’ultima parola.

Di eccezioni e protezione

Tutto si basa sull’autorizzazione (quindi sulla licenza edilizia) a costruire tre palazzine che andranno a costituire il complesso residenziale, un progetto che negli anni è stato bersagliato a più riprese da diverse opposizioni (tra cui quella della STAN, poi ritirata). In prima istanza il Consiglio di Stato aveva respinto l’opposizione di un ricorrente, dando di riflesso il via libera alla Art Building SA. Una decisione, questa, ribadita anche nella recente e articolata sentenza del TRAM lunga ben trentacinque pagine. Un documento molto tecnico e dettagliato, in cui i giudici cantonali smontano punto per punto le eccezioni sollevate dal ricorrente relative a specifici aspetti del progetto, quali ad esempio il trasferimento degli indici, le terrazze, le aree verdi e di svago e l’inserimento paesaggistico, solo per citarne alcuni. Interessante risulta essere il passaggio relativo all’ISOS, ovvero l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale. Il ricorrente «insiste nel sostenere che il complesso edilizio non si inserirebbe in maniera adeguata nei paesaggio», e che bisognerebbe effettuare «un controllo pregiudiziale del piano regolatore prima di autorizzare la demolizione degli edifici esistenti», visto che «la recente variante pianificatoria non avrebbe in effetti tenuto in debita considerazione il valore della villa Liberty e del garage Morel». Tesi, queste, che non sono state accolte dai giudici, come non è stata accolta la «critica sulla variante di PR sui beni culturali». Il ricorrente vorrebbe infatti che vi venissero inseriti anche la villa in stile Liberty e l’ex garage Morel, tutelandoli così dalla demolizione. Ma per il TRAM, «essendo la variante stata approvata in anni recenti, contro la quale il ricorrente non risulta essersi peraltro aggravato, non può essere rimessa in discussione in questa sede».

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