Giustizia

La politica torna a litigare sulle nomine

Annullato il concorso per l'elezione di un giudice supplente del tribunale d'appello - In Commissione non è stata trovata una convergenza sulla nomina
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
05.12.2023 13:10

La politica è tornata a litigare sulle nomine (partitiche) in seno alla Giustizia ticinese. A questo giro al centro del contendere c'è l'èlezione di un giudice supplente del Tribunale d’appello. Il relativo concorso - ha fatto sapere stamane la Commissione giustizia e diritti - è infatti stato annullato. Niente da fare, dunque, per gli aspiranti giudici che erano già passati al vaglio della Commissione d'esperti indipendenti. In questi giorni, dunque, sarà pubblicato un nuovo bando. 

L'elezione di un nuovo giudice supplente si era resa necessaria negli scorsi mesi dopo le dimissioni di Carlo Luigi Caimi (in quota Centro/ex PPD), annunciate nel marzo 2023 e poi diventate effettive a settembre. Nel frattempo era stato quindi aperto un bando di concorso per la sua sostituzione, ma in questi mesi la Giustizia e diritti non è riuscita a trovare la quadra dal punto di vista delle nomine partitiche. A non convincere, anche alla luce del risultato delle elezioni cantonali di aprile 2023, è l'attuale ripartizione delle nomine in base al cosiddetto Manuale Cencelli. Già nella scorsa legislatura le richieste di revisione di questo sistema di nomina erano giunte da più parti.    

Da notare che recentemente anche due procuratori pubblici (Marisa Alfier in quota PS e Pamela Pedretti in quota PLR) hanno rassegnato le dimissioni dal Ministero pubblico. Non è detto, dunque, che nel rispetto (o meno) del «Manuale Cencelli», questi due posti vacanti potranno nei prossimi mesi aiutare a meglio far incastrare le tessere partitiche anche nella nomina del futuro giudice supplente del tribunale d'appello.