La Posta chiude? «Caro Municipio, ora devi agire...»
«Il Municipio intende attivarsi in maniera decisa e proattiva al fine di sventare o, perlomeno, di rivedere in senso migliorativo, le paventate chiusure dei punti d’accesso a rischio di chiusura?». La prospettata chiusura degli uffici postali delle Semine e di San Paolo, a Bellinzona, preoccupa i consiglieri comunali dell’Unità di sinistra Alessandro Lucchini e Massimiliano Ay, i quali interpellano l’Esecutivo.
La necessità di opporsi «a questo piano di smantellamento» (che riguarda complessivamente una ventina di sportelli in Ticino, il cui destino è a rischio entro il 2028), argomentano i due esponenti comunisti, è stata evocata da Syndicom. Il sindacato ha invitato i Municipi dei Comuni interessati ad opporsi al drastico provvedimento.
Servizio (non più) capillare
Ciò che secondo Lucchini ed Ay deve fare pure la Città «nell’ottica di garantire un servizio pubblico e capillare di qualità anche nelle aree più discoste» della Turrita. Qualora non fosse possibile «raggiungere una soluzione condivisa appropriata, l’Esecutivo intende adire alla Commissione federale delle Poste e perorare gli interessi del Comune anche nella procedura di conciliazione?». I quali domandano in seguito di poter avere una fotografia delle chiusure e della trasformazione degli uffici postali a Bellinzona negli ultimi 25 anni; quindi considerando pure quelli che oggi sono diventati dei quartieri, ma che allora erano ancora Comuni.
La gestione cittadina
Lucchini ed Ay domandano inoltre al Municipio se non è il caso di invitare la popolazione a firmare la petizione online lanciata da Syndicom «Per il mantenimento di tutte le filiali della Posta e un servizio pubblico forte». Infine si vuole sapere dal consesso turrito qual è l’esperienza degli ultimi anni relativa alla gestione all’interno degli sportelli multifunzionali delle agenzie postali di Camorino, Claro e (fino ad agosto) di Gorduno.