Castagnamo

La raccolta di castagne, parte della nostra cultura

Aperti i quattro centri cantonali dove è possibile consegnare i bottini – Gli organizzatori: «Raccogliere castagne significa indirettamente valorizzare le selve castanili» – Marco Conedera del WSL: «La fioritura è stata molto buona, vi è abbondanza di ricci sugli alberi»
© CDT/Chiara Zocchetti
Red. Cantone
22.09.2023 18:32

Cercare castagne rimane una delle attività predilette dalle famiglie ticinesi. Il sabato, la domenica, per occupare i pomeriggi autunnali - quelli possibilmente senza pioggia - e per ritrovare una natura semplice, quasi fiabesca. Insomma, cercare e raccogliere castagne fa parte della nostra cultura, oltre che della nostra tradizione. È, in fondo, questo il concetto che sta alla base di Castagnamo - la conferenza organizzata questa mattina presso il Centro raccolta castagne di Vezia -, «la valorizzazione e la promozione della raccolta», perché - come ricordano gli organizzatori - «raccogliere le castagne significa indirettamente valorizzare le selve castanili e rafforzare la cultura del castagno». E allora, «è un progetto di società».

Piccole o grandissime

Come ha ricordato Paolo Bassetti, responsabile dei centri di raccolta ticinesi, «negli scorsi anni la risposta della popolazione è stata spesso molto significativa, come negli ultimi due anni, con la consegna di 70-75 tonnellate di castagne». E allora, anche quest’anno, l’auspicio è di «poter contare su un buon raccolto». Quindi: «Siamo fiduciosi che molti andranno a raccogliere le castagne e consegneranno i quantitativi che non sono consumati in famiglia ai centri di raccolta. Un’ampia partecipazione della popolazione alla raccolta sta alla base di tutto il progetto di valorizzazione della castagna ticinese. Ricordo che, grazie alle varie possibilità di utilizzo - dalla vendita fresca per le caldarroste, all’essiccazione e alla trasformazione -, anche le castagne di piccole dimensioni sono molto apprezzate». Insomma, le dimensioni non contano: tutto fa brodo, anche le castagne più grandi - sempre che ci sia uno sbocco estemporaneo sul mercato -, che come ha sottolineato lo stesso Bassetti «provengono spesso da alberi coltivati di varietà ibride eurogiapponesi». Queste castagne, «estremamente grandi», vanno consegnate separatamente dalla tipiche castagne ticinesi. Un po’ di «primanostrismo» delle castagne.

L’agricoltura incontra la foresta

Tutto rientra, comunque, nel concetto di recupero delle selve castanili, azione che si sta svolgendo sul territorio ticinese e grigionese da ormai una trentina d’anni. Come ha ricordato Sem Genini, membro di comitato dell’Associazione dei castanicoltori, «grazie al supporto della Confederazione, dei due Cantoni e del Fondo svizzero per il paesaggio, a oggi sono circa 350 gli ettari di castagneto da frutto recuperati». La selva castanile, d’altronde, è il miglior esempio d’incontro tra selvicoltura e agricoltura. È l’agricoltura che incontra la foresta, come è stato sottolineato oggi. «Senza gli agricoltori la selva castanile come la conosciamo oggi non potrebbe esistere, perché il bosco prenderebbe velocemente il sopravvento. In Ticino al momento contiamo ben 134 selve castanili gestite da aziende agricole». L’invito a tutti, da parte dell’associazione, è di «andar per boschi, con le famiglie, i bambini, gli amici, per un bel momento di contatto con la natura e la scoperta del nostro territorio e di raccogliere e far raccogliere le castagne, nel rispetto della proprietà altrui. Infatti, se raccogliere castagne nei boschi è un’attività divertente, sana e libera, bisogna prestare attenzione a eventuali divieti presenti nelle selve castanili gestite».

Un elemento prezioso

I castagni e le castagne rappresentano, in definitiva, un elemento prezioso della nostra cultura, oltre che della nostra natura. Un elemento da proteggere e da gestire, anche contro gli organismi nocivi. Uno di essi, il cinipide galligeno, originario dalla Cina, aveva portato a un netto calo della produzione, almeno fino all’arrivo, nel 2014, del suo antagonista naturale, il torimo. Ma come ha ricordato Marco Conedera, dell’istituto federale WSL, «dal 2017 il livello produttivo dei castagni è progressivamente tornato a buoni livelli fino a normalizzarsi e far poi segnare, nelle ultime stagioni, annate record con grande soddisfazione di raccoglitori e amanti della nostra castagna. La fioritura di quest’anno è stata molto buona e malgrado la siccità estiva vi è un’abbondanza di ricci sugli alberi che ci fa ben sperare per la raccolta». Insomma, buona passeggiata a tutti.

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