Sotto la lente

La ricerca è il futuro e abita in città

Il polo biomedico di Bellinzona si rafforza ulteriormente grazie al Centro di competenze nelle scienze della vita, un tassello che rientra nel Parco dell’innovazione che si insedierà nel quartiere previsto alle Officine FFS – Christian Vitta: «Il Cantone non farà mancare il suo sostegno» – Mario Branda: «Una visione che oggi è realtà»
Da sinistra Moretti, Poli, Bolzani, Vitta, Branda, Gianini e Cavalli. © CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
24.02.2023 17:00

La via tracciata nel 2000 dall’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB) sembra inarrestabile. Mattone dopo mattone a Bellinzona si sono gettate le basi per la creazione di un polo d’eccellenza che, oggi, è diventato un fiore all’occhiello apprezzato ben oltre i confini nazionali. E che presto si arricchirà di nuovi contenuti. Fra poco più di un mese - grazie alla costituzione dell’associazione - nascerà ufficialmente il Centro di competenze nelle scienze della vita che si insedierà al quarto piano dello stabile Fabrizia in via Vela, dove dalla scorsa primavera ha trovato casa pure la start-up inglese Peptone pronta ad investire 20 milioni di franchi nella ricerca sulle proteine e a creare una quarantina di posti di lavoro.

L’importanza del dialogo

A fare da fil rouge è il Parco dell’innovazione che verrà realizzato nel moderno quartiere che dal 2027 sorgerà al posto delle Officine FFS. Quello che vedrà la luce nella Turrita sarà il terzo centro di competenze, dopo lo Swiss Drone Base Camp all’ex aerodromo militare di Lodrino e quello riguardante il lifestyle tech a Lugano. Il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta in conferenza stampa oggi ha scelto non a caso la metafora del mosaico, parlando dell’unione di «molteplici tasselli per creare un ecosistema ideale alla nascita e allo sviluppo di attività scientifiche ed economiche innovative. Il Cantone è pronto a sostenere in maniera molto concreta lo sviluppo del centro, come pure gli investimenti nelle strutture tecniche necessarie ad ospitarlo. Il mondo accademico e quello economico devono dialogare. In questo modo si favorirà lo sviluppo socioeconomico dell’intero Ticino».

L’impegno della Città

Chi fin da subito ha creduto nel polo biomedico è la Città, che non ha mai fatto mancare il suo appoggio (pure finanziario). La Turrita e i suoi impieghi legati alle ex regie federali e all’amministrazione cantonale negli ultimi due decenni hanno lasciato un po’ il passo ad un’altra capitale, orientata al futuro. Il sindaco Mario Branda ha ricordato gli investimenti comunali destinati alla ricerca. Dall’acquisto del complesso in via Vela (6 milioni, più 3,1 per il restyling) all’edificazione della nuova sede dell’IRB (10 milioni), passando per il finanziamento delle prime attività (2,8) ed il contributo alla locazione dell’IRB prima che si insediasse in via Chiesa (10 milioni). «Fra gli obiettivi dell’aggregazione figuravano il rafforzamento della biomedicina e la creazione del Centro di competenze nelle life sciences, un’idea quest’ultima che forse poteva apparire visionaria. Ma che oggi si è concretizzata in virtù della collaborazione con il Cantone, gli istituti e le società attive nel settore nonché con le aziende private».

Impieghi e lustro

Gli ha fatto eco il capodicastero Territorio e mobilità Simone Gianini, il quale ha posto l’accento sugli sforzi pianificatori intrapresi per favorire il cambio di rotta di Bellinzona e per far attecchire la nuova filosofia. La posizione centrale della Turrita, a metà strada fra Zurigo e Milano, è in questo senso strategica. «Nel 2000 l’IRB contava 35 collaboratori. Allo stato attuale le persone che lavorano nella ricerca sono oltre 500. Sono numeri che parlano da soli. In futuro, vis-à-vis l’IRB, verrà costruita la nuova sede dell’Istituto oncologico di ricerca (l’investimento sfiorerà la cinquantina di milioni; n.dr.). Parte del Business center in via dei Gaggini è occupata dalla Humabs BioMed, mentre nello stabile Fabrizia non ci sono più spazi. Senza dimenticare, infine, il futuro ospedale regionale alla Saleggina e il comparto alle Officine. Progetti che creano posti di lavoro, assicurano pregio e lustro all’immagine della Città e le regalano un tocco di internazionalità che non guasta mai», ha precisato il vicesindaco.

Focus sulla «biofabbricazione»

I dettagli del nascituro Centro di competenze sono stati illustrati dal presidente della Fondazione Agire Luca Bolzani. L’obiettivo principale, scontato, è quello di valorizzare il know-how presente a Sud delle Alpi. Nella fattispecie gli studi e gli esperimenti del gruppo di ricerca dell’Ente ospedaliero cantonale guidato dal professore Matteo Moretti che si focalizzano sulla «biofabbricazione». Di cosa si tratta? Di produrre replicati biologici 3D di tessuti muscolo-scheletrici umani attraverso modelli microfisiologici vascolarizzati e bioreattori multiscala per lo studio di patologie e terapie avanzate. Ricerca ad alto livello, insomma, anche se per i profani non è di facile comprensione (chiediamo venia). «L’opportunità per le aziende e la ricerca in senso lato di interfacciarsi è un atout di cui dobbiamo andare orgogliosi. La necessità è ora quella di avere un quadro normativo chiaro», ha affermato Bolzani.

Fra i partner della struttura cittadina ci saranno gli istituti accademici ticinesi, le associazioni industriali del settore e Farma Industria Ticino. A questo proposito il suo presidente Piero Poli ha snocciolato alcune cifre che rendono l’idea della bontà e delle prospettive del progetto: le aziende associate sono 50 per 3.000 dipendenti, mentre il fatturato annuo è pari a 2,5 miliardi. «Il settore delle scienze della vita è oramai diventato un pilastro della nostra economia. Il processo di ricerca sui farmaci ha un problema causato dagli attuali modelli preclinici che supereremo anche grazie al futuro Centro di competenze», ha sottolineato il titolare e CEO della Rivopharm SA di Manno.

La casa dello studente?

Più che quelli da oncologo Franco Cavalli per un attimo ha (ri)vestito i panni del politico, buttando lì un’idea che è anche una speranza. Ossia quella di realizzare la casa dello studente, per i dottorandi dell’IRB e dello IOR, qualora nei prossimi anni i pompieri di Bellinzona dovessero lasciare la caserma. Che si trova ad un centinaio di metri dalla sede dei due istituti. Ed al complesso che sorgerà nella parte dell’ex campo militare verso il Liceo: «Presto verrà pubblicato il bando di concorso per la progettazione. Berna ha già garantito il suo sostegno».

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