La SUPSI, l'Apple store e 1.600 abitanti in più
Cosa sta nascendo, a Bellinzona, lettori cari. Qualcosa di unico in Ticino, di sicuro, e con pochi eguali nel resto della Svizzera. Il quartiere che dal 2030-2035 si svilupperà al posto delle Officine FFS (destinate a Castione) non avrà nulla da invidiare agli altri due gioielli della capitale: la Fortezza ed il polo biomedico. Fino al 28 giugno è in pubblicazione il Piano particolareggiato del comparto che ha ottenuto il preavviso favorevole del Dipartimento del territorio (Dt); entro il termine possono essere presentate osservazioni e/o proposte, in seguito il Municipio elaborerà il messaggio da sottoporre al Legislativo entro la fine dell’anno.
Il CdT ha sfogliato la documentazione tecnica (quasi 300 pagine) ed oggi siamo in grado di fornirvi delle novità rispetto a quanto anticipato lo scorso 21 dicembre, quando vi avevamo illustrato i contenuti della variante pianificatoria. La principale - come appreso da più fonti - è l’oramai certo insediamento di una sede della SUPSI, dopo il pollice verso del Governo al trasferimento del Liceo e dell’Arti e mestieri. Parallelamente proseguono i contatti a più livelli per portare nella Turrita dei laboratori del Politecnico federale, creando così delle sinergie con la scuola universitaria professionale e con il Parco dell’innovazione nonché con gli uffici cantonali incentrati sulla promozione economica. E potrebbe esserci spazio, anche, per un Apple store (un negozio della celebre multinazionale della «mela») e per altri brand conosciuti a livello internazionale.
Massima flessibilità
Pianificare da zero 116.000 metri quadrati, a ridosso della stazione ferroviaria, non capita mica tutti i giorni. È un onore, ma soprattutto un onere. Precisiamo subito un aspetto chiave: si procederà a tappe. La prima è prevista nel 2030-2035, dopo lo smantellamento dell’Officina e la bonifica dei terreni; le tre seguenti potranno essere avviate solo dopo che le precedenti saranno state occupate almeno al 75%. In parole povere per ammirare il futuro comparto bisognerà aspettare altri 15-20 anni.
Ciò vi fa capire la portata dell’impresa, decisamente epocale: come sarà il mondo? Le auto viaggeranno ancora su strada o... voleranno? Che abitudini/esigenze/bisogni avranno gli abitanti di una smart city? Flessibilità è dunque un’altra parola fondamentale di questo importantissimo dossier, trattandosi di un quartiere caratterizzato «da una forte commistione di funzioni e attività, come auspicato dalle moderne visioni urbanistiche e pure dalle più recenti tendenze sviluppatesi con le restrizioni imposte dalla pandemia, quale il telelavoro - si legge nel rapporto di pianificazione -. In effetti la classica suddivisione funzionalistica fra abitazione, posto di lavoro, commercio e svago nella pratica dell’uso degli spazi sta man mano sciogliendosi (...). La varietà possibile di contenuti permetterà anche di orientare le realizzazioni alla situazione di mercato che – sull’arco realizzativo previsto di diversi decenni – può mutare e dovrà in ogni caso essere tenuta in considerazione».
I contenuti e gli attori in campo
I contenuti, certo. La superficie utile lorda sarà di 201.000 metri quadrati; il 58% sarà caratterizzata da spazi lavorativi e formativi, il 40% da abitazioni ed il restante 2% da commerci. I tre attori se li suddivideranno così: sui terreni che rimarranno delle Ferrovie fioriranno superfici residenziali, commerciali, amministrative, formative e alberghiere; sui sedimi della Città, invece, scuole, cooperative d’abitazione intergenerazionale, residenze a pigione sostenibile nonché il centro di quartiere con spazi aggregativi, culturali ed espositivi ubicato nella «Cattedrale» (edificio protetto: secondo il Dt i contenuti dovranno essere «compatibili con la sostanza storica ed edilizia» del complesso); in conclusione sui fondi del Cantone spunteranno il Parco dell’innovazione, superfici amministrative pubbliche (come uffici, ad esempio) e strutture di terzo livello a definizione flessibile.
Allo stato attuale sono insomma stati codificati soltanto gli elementi strutturali e funzionali del progetto urbanistico (talmente ambizioso da essere accompagnato da un Manuale di attuazione); cosa ci sarà nel suo «cuore» lo si saprà solo quando verranno indetti i vari concorsi per architetti ed ingegneri. Quello che per contro già conosciamo è che sarà il primo quartiere a 2.000 watt del Ticino, improntato sull’ecosostenibilità, sull’efficienza energetica e sulla qualità di vita. Ci saranno meno posteggi (1.202 in totale) rispetto a quanto prescritto dalle norme pianificatorie e saranno tutti sotterranei e predisposti per la ricarica elettrica. Con ogni probabilità verrà altresì mantenuto l’edificio amministrativo delle Ferrovie (riutilizzandolo per attività ricreative?).
Oltre 1.500 posti di lavoro
Nel pionieristico comparto vivranno, man mano che verranno realizzate le quattro tappe (orizzonte 2050), oltre 1.600 abitanti. Visto che le unità insediative previste saranno - secondo il calcolo della contenibilità - 3.194, vuol dire che i posti di lavoro che verranno creati sull’arco di due decenni ammonteranno a 1.578.
L'Almenda, il museo, l'hotel
Molta curiosità suscita la cosiddetta Almenda, il grande spazio libero centrale davanti alla «Cattedrale» che sarà il fulcro dell’innovativo quartiere alle Officine. Non va considerato un classico parco cittadino dell’Ottocento, rileva il Dipartimento del territorio, ma piuttosto «un luogo di scambio e socialità con orti e giardini». Tuttavia, alla luce delle sue dimensioni, sarà parimenti «un aspetto molto delicato e complesso da governare» durante lo sviluppo a tappe del comparto. Secondo i competenti uffici cantonali la prima delle quattro fasi dovrà pertanto essere destinata alla progettazione di quel vasto polmone verde e delle altre aree libere.
Cultura, mercato e co-working
«Porta del Ticino - Urban Living Lab», il progetto scelto sulla base del mandato di studio in parallelo ed elaborato da un team di specialisti italo-svizzero, ha ipotizzato dei contenuti per l’edificio di tre piani che sorgerà vis-à-vis l’Almenda. Sono immaginabili degli spazi socioculturali, gastronomici, di co-working, per il mercato (esposizione di prodotti locali). Previsti pure un museo sulla storia della ferrovia, uffici amministrativi, un albergo, appartamenti per gli anziani e negozi di brand famosi come Apple.
Traffico? No problem
Il traffico indotto dal comparto, secondo le valutazioni e le verifiche recenti, non comporterà «un superamento del limite di capacità della rete viaria adiacente» il moderno quartiere. Nessun nodo raggiungerà «la saturazione», si precisa nel rapporto di pianificazione. Qualche problema di capacità potrebbe sorgere, dalla terza fase (indicativamente dal 2040-2045 in avanti), a livello di rete viaria locale - in particolare «agli innesti dal vicolo Santa Maria e dal viale Officina su via San Gottardo» -, ma non tali da condizionare la fluidità lungo l’asse principale (via San Gottardo) e in «modo risolvibile con misure di adattamento e gestione del traffico».