La terra dello skate park ha alzato un polverone
Se ci trovassimo negli Stati Uniti potremmo parlare con le dovute proporzioni – ci mancherebbe – di un impeachment. Si è alzato davvero il polverone attorno al prelievo di terra avvenuto nel cantiere dello skate park di Mendrisio. Notizia, anticipata dal Corriere ieri, che ha chiamato in causa il consigliere comunale del gruppo UDC-UDF di Mendrisio Orio Bianchi. Membro del Legislativo che, qualche settimana fa, ha cofirmato un atto parlamentare nel quale si chiedeva, in estrema sintesi, se non fosse stato opportuno analizzare la terra mossa dal cantiere nell’area dell’ex macello per scongiurare la possibilità che fosse inquinata. Lo stesso consigliere comunale, però, è stato «pizzicato» sul cantiere, a bordo di un veicolo, mentre si faceva caricare della terra. Da noi sollecitato, il membro del Legislativo ha fornito la sua versione dei fatti: «Mio figlio e mia nuora stanno ristrutturando una casa ad Arzo. Mio figlio lavora per la ditta Implenia (attiva nel cantiere dello skate park, ndr) e non potendo fare arrivare un camion nei pressi dell’abitazione abbiamo fatto depositare la terra a Mendrisio». Finita qui? Nemmeno per sogno perché, come detto, il polverone si è alzato davvero. E la ricostruzione fornita dal diretto interessato non collima con quella della ditta al lavoro sul cantiere dello skate park. Dunque, si tratta davvero di terra proveniente dall’esterno e «parcheggiata» all’ex macello o invece è stata prelevata quella di un cantiere pubblico (forse inquinata)? Le versioni, abbiamo anticipato poc’anzi, divergono.
«Posso caricare una benna?»
Abbiamo infatti saputo che, a seguito di quanto successo, la ditta incaricata dei lavori ha inviato una lettera al Municipio di Mendrisio. Missiva nella quale viene fornita tutt’altra ricostruzione dei fatti: «Si è presentato in cantiere il padre del meccanico della nostra azienda, chiedendo se fosse possibile caricare una benna di terra vegetale, poiché necessitava di piantare delle piantine a casa» si legge. Il responsabile che ha firmato la lettera aggiunge inoltre che «in modo ingenuo, gli uomini presenti in cantiere, di cui mi assumo la responsabilità, hanno provveduto a caricare il materiale». Una pratica, per certi versi, non nuova: «Spesso i privati approfittano della prossimità al cantiere, chiedendo ‘favori’ che, sebbene possano sembrare innocui, in questa circostanza potrebbero generare problematiche che abbiamo sottovalutato. L’episodio occorso con il padre del meccanico potrebbe essere interpretato come un caso in cui l’azienda si è fatta coinvolgere in un favore non conforme alle normali pratiche lavorative; tuttavia, è comprensibile che ci sia stata la volontà di mostrarsi cortesi». Chiariti i fatti, dalla ditta arrivano anche le scuse «per il disagio».
La politica si accende...
Vuoi per il fatto che si stia parlando di un cantiere pubblico, vuoi per il fatto che sia coinvolto un consigliere comunale di Mendrisio; la vicenda ha assunto anche valore politico. «Punzecchiata» dal consigliere comunale Massimiliano Robbiani (Lega), la sezione di Mendrisio dell’UDC ieri – tramite i social media – ha richiamato il nostro articolo ribadendo che «di quella terra sassosa non è stato preso nemmeno un secchiello». Poi l’auspicio, rivolto a Robbiani, «a dedicarsi ad altro», restando comunque a disposizione «per eventuali aggiuntive traduzioni» che dovessero «servirle in futuro, anche in lingue straniere».
...e interroga
I consiglieri comunali del PLR Dario Engeler e Marco Tela, dal canto loro, hanno deciso di chiedere lumi al Municipio inoltrando, sempre nella giornata di ieri, un’interrogazione. «Negli ultimi giorni il cantiere ha iniziato a prendere forma, con un importante lavoro di preparazione e movimento di terra – scrivono i due membri del Legislativo –. Sono state confermate a mezzo stampa delle voci in merito a presunti movimenti di terra da parte di privati cittadini che non possono essere sottaciute e che meritano una presa di posizione formale da parte dell’Esecutivo». Per questi motivi si chiede se al Municipio risulti che sia stato asportato del materiale senza le debite autorizzazioni e come si sia svolta la dinamica dei fatti. E poi: «Qualora le insistenti affermazioni del gruppo UDC fossero vere (rischio inquinamento) e della terra fosse stata asportata, il Municipio è in grado di risalire a dov’è stata posata?». Ancora: «Se del materiale è stato asportato senza consenso, sarà fatturato come indennizzo alla cittadinanza (si tratta di un bene pubblico), anche con un importo simbolico?».