Territorio

L'alta Leventina spera nel rilancio

Il paese di Airolo è «invaso» dall'enorme cantiere e dovrà convivere con i disagi ancora per diversi anni – Il sindaco Oscar Wolfisberg guarda al futuro e alle opere di compensazione previste: «La copertura del fondovalle è un miraggio»
© CdT/Gabriele Putzu
Giona Carcano
14.02.2025 19:45

Arrivare ad Airolo, da qualche anno a questa parte, è come entrare in un enorme cantiere a cielo aperto. Al di là delle opere nella zona del portale sud, buona parte del paese è «invasa» da macchinari, impianti, strutture, nastri trasportatori, camion che vanno e vengono. Un’opera colossale che accompagnerà ancora a lungo gli abitanti del Comune dell’alta valle Leventina. Ma come convivono i cittadini, già rassegnati di fronte al traffico perenne lungo l’asse del San Gottardo, con un simile cantiere? E ancora: come sono i rapporti della popolazione locale con le centinaia di operai che – a turni – lavorano all’interno della galleria? «Per capire l’impatto su Airolo delle opere di costruzione della seconda canna del San Gottardo, potrebbe bastare un dato soltanto: la metà del territorio comunale è riservata alle aree di cantiere», ci spiega Oscar Wolfisberg, il sindaco. «Le zone di proprietà delle FFS sono tutte dedicate ai lavori per il raddoppio». Tuttavia, l’area urbana non è direttamente toccata. «Le zone sono molto ben delimitate, e questo è un aspetto positivo», prosegue Wolfisberg. «In pratica le strutture si trovano lungo il lato destro della ferrovia, dalla galleria di Stalvedro fino all’entrata del portale sud».

Airolo e i suoi abitanti si sono ormai abituati alla presenza ingombrante del cantiere. Del resto, in cima alla Leventina, l’arrivo di grandi opere di portata nazionale non è una novità. «Ormai è dal 2020-2021 che sono cominciati i lavori preparatori per il cantiere vero e proprio», osserva ancora il sindaco. «Con l’inizio della perforazione della montagna tramite la fresa non passiamo quindi da 0 a 100. È stato un passaggio graduale, e ciò ha permesso alla popolazione di abituarsi ai cambiamenti». Anzi: paradossalmente, il grosso delle opere a cielo aperto termina proprio con la messa in funzione della TBC. «Fra qualche settimana il fulcro sarà all’interno della galleria, non più all’esterno», prosegue Wolfisberg. «Subentrerà la routine di cantiere». Fino alla caduta dell’ultimo diaframma della galleria principale, previsto nel 2027: a quel punto, ad Airolo inizierà anche la fase – lunga – di dismissione di molte strutture esterne. «Di conseguenza, durante il riordino, la popolazione tornerà ad avere una percezione maggiore della presenza del cantiere», sottolinea il sindaco.

Centinaia di operai

Gli airolesi ci hanno però fatto il callo. Anche perché un’opera simile, di queste dimensioni, può anche fungere da volano per l’economia locale. Lo conferma anche il sindaco: «Le attività commerciali ne beneficiano», dice. «Imprese, albergatori, ristoranti, ditte di trasporto, traggono beneficio dalla presenza del cantiere». Per il momento, spiega ancora Wolfisberg, le prospettive sono buone. «Negli ultimi quattro anni abbiamo evidenziato qualche dettaglio da sistemare legato alle attività del raddoppio del San Gottardo, ma siamo sempre riusciti a risolvere i problemi in maniera pratica e coordinata. Non ho la percezione che una parte della cittadinanza subisca eccessivi disagi». A partire dal prossimo mese, quando la fresa per l’attacco da sud entrerà in funzione, le operazioni sul territorio di Airolo raggiungeranno il culmine. In particolare per quanto riguarda il numero di operai e minatori di stanza nel paese. Saranno oltre 200 quelli che lavoreranno e soggiorneranno nell’alta Leventina durante i lavori di scavo. Considerando anche altre figure, come i progettisti, i tecnici e gli ingegneri di altre società che collaborano all’opera, si potranno raggiungere anche punte di 500 persone. «Gli operai sono ospitati all’ex albergo Alpina», sottolinea. «In qualche modo, è come se facessero parte del paese, della nostra comunità. Frequentano gli esercizi pubblici, ci sono degli scambi con la popolazione». In questo senso, l’operazione di acquisto della struttura da parte del Comune (passata anche da un referendum nel 2019) si è rivelata vincente. Airolo è diventato proprietario dell’albergo, che affitta all’USTRA per un canone di quasi 300 mila franchi l’anno.

Un progetto atteso a lungo

Guardando al futuro, però, gli abitanti del paese hanno un solo obiettivo. «Un miraggio», come lo definisce il sindaco. Si tratta della riqualifica del fondovalle. Un progetto che nasce come compensazione ambientale, e che permetterà – grazie all’impiego di 1,9 milioni di tonnellate di materiale di scavo – di realizzare la copertura dell’autostrada. Il Comune, in sostanza, recupererà una superficie verde di 160 mila metri quadrati di territorio. Nei piani sono previsti nuovi prati magri e un biotopo umidi di 3.500 metri quadrati. «Con la copertura giungeremo alla fase finale del cantiere», spiega Wolfisberg. «Dovremo pazientare ancora un po’, perché la copertura è prevista nel 2032. Ma quello sarà un nuovo punto di partenza, un rilancio dopo anni di sacrifici non solo per Airolo, ma per tutta l’alta valle».

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