Sul set

Le origini del Monte Verità rivivono in Vallemaggia

Avviate ai Ronchini di Aurigeno le riprese di una grossa produzione dedicata alla collina asconese che tratta temi ancora attuali come l’emancipazione della donna e la libertà – Ricadute sul territorio calcolate in 600.000 franchi
Un momento delle riprese ai Ronchini, dove è stat ricreata una scenografia del monte asconese.
Luca Pelloni
25.08.2020 06:00

Attori e comparse, alcune decine in tutto, che indossano abiti dell’inizio del secolo scorso. Ma che, avendo appena abbandonato la scena, portano anche la mascherina. Il cinema al tempo della COVID-19. È la prima immagine che ci si è parata davanti agli occhi, durante una visita sul set del film «Monte Verità», che il regista Stefan Jäger, assieme alla sua troupe, sta girando in questi giorni nel Locarnese. Il set visitato, per l’esattezza, si trova ai Ronchini di Aurigeno, dove è stata ricreata con dovizia di particolari una scenografia del collina asconese.
«Il film – ci spiega lo stesso regista Stefan Jäger – tratta tematiche di estrema attualità. La protagonista principale, unico personaggio di finzione di tutta la storia, è una giovane mamma di due bambine, che fugge da Vienna, approdando al Monte Verità alla ricerca della propria libertà». Una fuga dalle convenzioni borghesi, e dal marito che non le permette di esprimere la sua vera essenza, condita dal desiderio di emancipazione, realizzazione artistica e di rapporti umani spontanei. Nella comunità del monte, siamo nel 1906, troverà una natura idilliaca, scoprirà la passione per la fotografia, ma soprattutto ritroverà se stessa. «Ecco perché si tratta di una storia moderna», continua il regista. «Perché parla di emancipazione femminile e, in generale, di libertà». Senza tralasciare altri temi come la natura o il veganismo.

Tra storia e finzione
Tra i personaggi reali – non poteva essere altrimenti – troviamo lo scrittore Hermann Hesse (interpretato da Joel Basman), il dottor Otto Gross (Max Hubacher) o ancora la fondatrice della comunità del Monte Verità, e pioniera dei diritti delle donne, Ida Hofmann (Julia Jentsch). Tutti e tre questi personaggi, nonché gli attori che li interpretano, sono molto conosciuti nella comunità germanofona e non solo.

Budget milionario
Dai temi sempre attuali alla stretta attualità. Quel coronavirus che sta mettendo il mondo in scacco. Ma che non ha fermato una produzione, come ci spiega la direttrice della Ticino Film Commission, Nadia Dresti, che vanta un budget di circa 6,3 milioni di franchi. «Importanti anche le ricadute sul territorio ticinese», continua. «Ben 75 persone della troupe, infatti, alloggeranno per tre settimane nel Locarnese e in Vallemaggia (ndr. le riprese si sposteranno poi in Germania e Austria). Mentre sono una ventina i professionisti ticinesi che sono stati chiamati a collaborare alle riprese». Il tutto per una ricaduta diretta calcolata in 600.000 franchi. La Ticino Film Commission ha dunque sostenuto fortemente questa produzione, assieme ai Comuni di Maggia (le riprese vengono effettuate appunto ai Ronchini e in Bavona), Losone (dove si trovano gli uffici della produzione) e Ascona, il cui Monte Verità ha spalancato le porte e gli archivi. Senza dimenticare l’Ente regionale per lo sviluppo Locarnese e Vallemaggia, l’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli e il Dipartimento del territorio (Divisione ambiente), che si prodiga affinché gli eventi di tutti i generi siano il più possibile eco-sostenibili. «Alla troupe – aggiunge il sindaco Aron Piezzi – il Comune ha inoltre distribuito 100 buoni da 25 franchi, come fatto con la popolazione, da spendere in commerci o ritrovi pubblici di Maggia». Un bel gesto, che sostiene la produzione cinematografica, «importante anche perché veicolerà l’immagine del Locarnese e della valle nel mondo», e nel contempo l’economia locale.

Col virus non si scherza
Tornando alle mascherine, di cui dicevamo in apertura, e al virus, va sottolineato che la produzione non ha assolutamente preso sotto gamba l’attuale situazione sanitaria: i membri della troupe, prima di iniziare le riprese, hanno effettuato il tampone (risultato per tutti negativo) e lo ripeteranno ogni settimana.

Attendendo il Pardo
Le riprese del film, una coproduzione Svizzera-Germania-Austria cui partecipa anche la RSI, si terranno in questi mesi. Mentre la première è prevista per il Locarno Film Festival del 2021. E l’uscita nelle sale d’essai avverrà nell’autunno dell’anno prossimo.