«Le stelle sono benvenute, ma resto perplesso per quelle non assegnate»
«Le nuove stelle Michelin in Ticino sono benvenute, ma quest'anno resto perplesso per quelle non assegnate». Per Dany Stauffacher, fondatore di S.Pellegrino Sapori Ticino, l'assegnazione del prestigioso riconoscimento da parte della «Rossa» è sempre un'ottima notizia, anche perché da anni con la sua rassegna enogastronomica è in grado di richiamare i grandi chef internazionali, mettendoli in contatto con le nostre eccellenze locali. Solo quest'anno, per la 16.esima edizione dell'evento di alta cucina, sono arrivati i grandi cuochi spagnoli: 7 chef con 2 stelle Michelin e 3 tristellati, tra cui la leggenda Joan Roca. Quella spagnola, spiega Dany Stauffacher, è «una cucina all’avanguardia che sta facendo parlare tutta l’Europa». Ma quest'oggi per il Ticino è una festa un po' mutilata: nonostante il riconoscimento al The View di Paradiso e la seconda stella a La Brezza di Ascona, «c'è dispiacere per la perdita della stella dell'Artè al Lago e la mancata assegnazione ad altri ristoranti meritevoli», commenta il patron di Sapori Ticino, aggiungendo: «Con il metro di giudizio attuale, secondo me Badalucci Taste Of Art di Lugano e il Cuntitt di Castel San Pietro avrebbero meritato il riconoscimento. Credo che fossero molto vicini al traguardo».
«Non capisco la decisione di togliere la stella all'Artè»
Dany Stauffacher prosegue: «Negli ultimi anni è diventato molto difficile capire certe scelte della Guida Michelin, in generale. Basti pensare che in passato un Dario Ranza non ha mai vinto la stella, nonostante la meritasse. Detto questo, noi come S.Pellegrino Sapori Ticino da anni cerchiamo di portare avanti un discorso globale sull’enogastronomia di qualità, e le stelle ci fanno sempre piacere». Stauffacher evidenzia: «Lugano arriva da una serie molto positiva. Quella del The View è un'ottima notizia e una conferma per la città, ma quando si perde una stella è sempre un dispiacere. Non riesco a spiegarmi la "bocciatura" dell'Artè al Lago: forse non volevano che le stelle fossero tutte concentrate a Lugano, che per numero di riconoscimenti ha una situazione un po' al limite. L’albergo (il Grand Hotel Villa Castagnola, ndr)e la famiglia Garzoni hanno fatto il massimo per mantenere la stella, anche durante la pandemia, mettendo sempre chef Frank Oerthle in condizioni di lavorare al meglio. Il posto è bello, la carta dei vini ottima e c’è una clientela consolidata. Non riesco davvero a capire la decisione della Guida Michelin. Per quanto riguarda La Brezza di Ascona, invece, fa molto piacere: parliamo di un cuoco serio, che cucina bene e ha una sua fama». Dany Stauffacher conclude però con una punta di amarezza: «Quest'anno mi colpiscono di più le stelle non assegnate. Evidentemente gli ispettori della Guida Michelin ogni tanto si dimenticano i ristoranti che hanno tutte le carte in regola per ricevere le stelle».