Il caso

L'elicottero e il cavo colpito: pilota a processo

Castione, si è aperto oggi di fronte al Tribunale penale federale di Bellinzona il dibattimento per l'incidente capitato il 3 dicembre 2018 - A bordo c'era anche un giovane assistente di volo
© Rescue Media
Alan Del Don
18.11.2024 17:45

Si è aperto oggi il processo a carico del 60.enne pilota svizzero protagonista dell'atterraggio d’emergenza del 3 dicembre 2018 a Castione, quando un elicottero era entrato in contatto con una fune della linea dell’alta tensione, spezzandola. L’uomo è comparso di fronte alla Corte penale del Tribunale penale federale di Bellinzona. Quel giorno, verso le 14.30, il velivolo della Heli Rezia - con ai comandi l’imputato e con a bordo un 24.enne assistente di volo svizzero del Bellinzonese, i quali se la cavarono per fortuna solamente con delle ferite leggere - stava rientrando alla base di San Vittore dopo aver eseguito un trasporto di materiale a Claro. L’uomo rischia una pena pecuniaria sospesa di 2.400 franchi. La sentenza verrà pronunciata fra un mese, il 18 dicembre.

Le conclusioni del SISI

La collisione aveva danneggiato la cabina, permettendo comunque all’aeromobile di atterrare in un prato a lato di via San Gottardo. Sulla linea dell’alta tensione si verificò però un cortocircuito che causò un blackout di diverse ore in vaste aree del Ticino. Dalle indagini del Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI, le cui conclusioni sono giunte all’inizio di quest’anno) non erano emersi indizi di anomalie tecniche preesistenti che avrebbero potuto causare o influenzare l’incidente. «Il pilota, che era sostanzialmente a conoscenza della linea dell’alta tensione, non aveva percepito l’ostacolo a causa di una limitata consapevolezza situazionale», scrisse nel suo rapporto il SISI. In pratica è «immaginabile che, in quell'ultimo volo della giornata, il pilota non abbia più prestato la medesima attenzione e vigilanza dimostrate in precedenza durante i complessi voli con carico sospeso».   

Le ipotesi di reato

Inevitabile dunque il dibattimento a carico del pilota per le ipotesi di reato di perturbamento della circolazione pubblica per negligenza e per pericoli cagionati in navigazione per negligenza. Secondo il Ministero pubblico della Confederazione, infatti, l’imputato «ha messo concretamente in pericolo la vita e l’integrità fisica dell’assistente di volo e di altre persone presenti sul luogo dell’incidente» effettuando una manovra di decollo e salita «in maniera negligente, che ha portato alla collisione del velivolo» contro la fune.

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