«L’EOC fa di tutto per evitare il processo»
LUGANO (aggiornato alle 14.30) - È iniziato stamattina in Pretura penale il «processo bis» per il caso di contagio da epatite al Civico. Processo bis perché, lo ricordiamo, era già stato celebrato nel novembre 2016 ed era sfociato in una condanna per l’Ente ospedaliero cantonale per lesioni colpose. Poi però la Corte d’Appello aveva annullato il processo, sostenendo che le motivazioni della sentenza si distanziassero troppo da quanto contenuto nell’atto d’accusa stilato a suo tempo dall’allora procuratore generale John Noseda. Il Tribunale d’Appello aveva dunque rimandato l’incarto per un nuovo processo, e la Pretura (a cascata) aveva rimandato al Ministero Pubblico il dossier per rivedere l’atto d’accusa. Una procedura che, per l’avvocato Mario Molo (tra i difensori dell’EOC), sarebbe contraria al diritto.
Il processo non sarebbe dovuto tornare in Pretura. E nemmeno sul tavolo del giudice Siro Quadri. Perché? «Perché se il giudice ha emesso una sentenza - ha spiegato l’avvocato - significa che ha accettato l’atto d’accusa presentato durante il primo processo. Stava al Tribunale d’Appello semmai decidere se assolvere l’EOC o confermare la condanna». E perché ricusare il giudice? «Perché il nuovo atto d’accusa è stato riscritto basandosi sulle indicazioni fornite nelle loro sentenze dal Tribunale d’Appello e della Pretura».
Per la difesa dunque sarebbe stato violato il principio dell’inviolabilità dell’atto d’accusa. E per la difesa i reati - risalenti al dicembre del 2013 - sarebbero prescritti. «Il fatto che la sentenza di primo grado sia stata cassata rende quella sentenza inesistente e dunque non può esserci una sospensione del periodo di prescrizione».
Nel pomeriggio, il giudice Quadri ha però respinto, punto su punto, le richieste della difesa. Gli avvocati dell’Ente ospedaliero sono dunque passati al contrattacco, chiedendo la ricusa del pretore: «Riteniamo - ha detto Molo in aula - che lei non abbia mantenuto la sua imparzialità e ha dato l’impressione di avere già un’opinione precisa sulla colpevolezza dell’EOC».
Efficace su questo punto la reazione del procuratore pubblico Morena Capella: «L’impressione è che la difesa stia facendo di tutto affinché questo processo non venga celebrato oppure rimandato alle calende greche».