L'eredità di Filippo Tami dopo quarant'anni di servizio in Croce Verde
Quarant’anni al servizio della Croce Verde, dieci dei quali alla guida come direttore generale. Filippo Tami lascerà il suo incarico alla fine di gennaio dell’anno prossimo per passare al beneficio del prepensionamento. Il suo successore, per il quale è stato aperto un concorso pubblico (potete trovare il bando su www.croceverde.ch oppure sul Foglio Ufficiale), raccoglierà un’eredità pesante, custodita da una persona che in quattro decenni ha contribuito alla crescita di un servizio essenziale per la popolazione, oltre a portare avanti i fondamenti di un’organizzazione storica – è stata fondata 115 anni fa – e profondamente radicata nel territorio luganese. Tante le sfide che dovrà affrontare la nuova figura. Prima tra tutte, la difficoltà di accesso ai servizi: sempre più persone non chiamano l’ambulanza per paura del costo della fattura (abbiamo scritto un approfondimento sul tema il 12 agosto 2024).
«Ho iniziato come volontario»
Il futuro direttore generale avrà il compito di guidare e coordinare i quadri responsabili dei tre principali servizi dell’associazione: il soccorso preospedaliero, cuore pulsante dell’organizzazione; le cure dentarie, servizio fondamentale per la comunità; e l’erogazione di corsi di formazione rivolti alla popolazione. Servizi, questi, che agli inizi degli anni Novanta, quando Tami aveva deciso di affacciarsi alla Croce Verde, non c’erano ancora.
«Ho iniziato come volontario quando avevo diciott’anni anni, poi sono diventato soccorritore. In quegli anni nasceva la professione e ho vissuto il cambiamento, siamo passati da ‘un’azienda di trasporto’, in cui bisognava ricoverare la persona il più in fretta possibile, a trattare il paziente sul posto». La forte presenza del volontariato è sempre stata un aspetto centrale nell’operato della Croce Verde e che «non esiste nel resto della Svizzera, dobbiamo quindi continuare a mantenere questa peculiarità, così come cercare di far convivere più figure professionali. Croce Verde non è un’azienda qualsiasi, è una media azienda con una storia, e ci piacerebbe che ci sia qualcuno che sappia interpretarla bene, così come i fondamenti che porta avanti». In quarant’anni di servizio, Tami ha dovuto affrontare sfide non di poco conto. Quella più difficile e che si trascina ormai da parecchi anni è legata al finanziamento dei servizi, quindi tutto il discorso che ruota attorno al riconoscimento delle casse malati. Infatti, se una persona non è coperta dalla prestazione complementare, la LAMal contribuisce solo con il 50% dei costi di un trasporto, di un soccorso o di un salvataggio in ambulanza. La base forfettaria (quindi la quota parte) è sempre più spesso fonte di preoccupazione per le persone, che «hanno una maggiore difficoltà di accesso alle cure a causa di una minore disponibilità economica: in diversi non fanno capo ai servizi dell’ambulanza per paura del costo della fattura». Breve inciso: il Ticino è l’unico cantone in cui il 144 non è di proprietà dell’ente pubblico, bensì dei Servizi ambulanza, che alla fine riversano i costi sul paziente. Parliamo di 2,5 milioni annui. Il sistema – ci aveva spiegato in un’intervista il direttore della Federazione Cantonale Ticinese Servizi Autoambulanze, Roberto Cianella – è quindi finanziato quasi interamente da chi usa l’ambulanza. Per evitare che in futuro questo finanziamento venga a mancare, il settore sta spingendo per una modifica della LAMal che porti la copertura fra l’80% e il 100%.
Verso la nuova sede
Un’altra sfida del futuro direttore sarà l’edificazione della nuova casa della Croce Verde, che dovrà essere realizzata nel prossimo decennio. «Il vecchio direttore non ha visto concretizzarsi questo progetto, io nemmeno, e di questo sono dispiaciuto, ma almeno ho portato a termine l’ampliamento degli spazi della sede attuale», chiosa Tami.