Lettori di targhe non a norma, bloccate centocinquanta multe
Dopo il nostro articolo sull’inadeguatezza di alcuni regolamenti comunali che disciplinano il sistema di lettura delle targhe, abbiamo fatto il punto con la Sezione della circolazione, dove il tema è stato monitorato. In buona sostanza, le multe inflitte grazie a questo strumento e successivamente trasmesse a Camorino erano valide oppure no? La risposta è: non tutte. Infatti, circa 150 contravvenzioni sono state sospese.
È bene evidenziare, però, che si tratta esclusivamente di contravvenzioni che sono state contestate: se invece le multe disciplinari emesse dagli enti locali sono state pagate, la Sezione della circolazione non ne viene a conoscenza e non può intervenire. Il numero di multe emesse in assenza di una base legale, quindi, potrebbe essere maggiore.
Un passo indietro
Il problema, lo ricordiamo, è emerso in Ticino a seguito della contestazione di una multa da parte di un privato, motivo per cui lo scorso 17 febbraio la Sezione enti locali (SEL), richiamando una sentenza del Tribunale federale del 2019, aveva evidenziato il problema e intimato ai Comuni «la sospensione immediata di controlli eseguiti con l’ausilio dello strumento di lettura delle targhe» in assenza di un’adeguata regolamentazione comunale conforme alla Legge sulla protezione dei dati.
Camorino, che già in precedenza aveva sospeso i procedimenti delle polizie comunali toccate dal problema, ha poi esteso il monitoraggio a tutte le multe provenienti da tutte le polizie comunali in base al genere di infrazione. L’Ufficio giuridico della Sezione della circolazione ha inoltre effettuato una verifica puntuale delle modalità con le quali erano state emesse le multe. L’emissione delle contravvenzioni bloccate è quindi avvenuta solo in due casi: il primo, se la polizia avesse appurato di disporre di una base legale conforme. Il secondo, se la polizia comunale in questione avesse confermato di non fare uso di uno strumento di lettura targhe.
Il numero di multe inflitte grazie all’utilizzo di un sistema di rilevamento automatico, conferma il caposezione Elia Arrigoni, è finora «stato irrisorio rispetto a quanto si poteva ipotizzare, limitandosi peraltro ai soli casi (circa 150 in totale) provenienti dalle polizie che inizialmente avevano fatto emergere il problema. Si tratta di una polizia comunale del Sopraceneri e di una del Sottoceneri».
Bene diversi Comuni
Il problema non era tanto lo strumento in sé, o l’infrazione (che in ogni caso è stata commessa), quanto l’elaborazione, l’archiviazione e la distruzione dei dati raccolti. Una procedura che si addentra nel campo della privacy e che, come detto, era in alcuni casi sprovvista della necessaria base legale.
«A livello quantitativo, per l’Ufficio giuridico della Sezione della circolazione è stato unicamente un problema di gestione del monitoraggio e dal quale, di fatto, non sono emersi nuovi casi irregolari» spiega Arrigoni. «Finora solo a sei polizie comunali (di cui tre del Luganese) è stata richiesta questa conferma. È possibile, quindi, che i Comuni abbiano smesso di utilizzare questo apparecchio subito dopo la comunicazione della SEL che li rendeva attenti sull’inadeguatezza dei regolamenti».
E questo aspetto lo si evince anche dal fatto che poche settimane dopo la circolare della Sezione enti locali, diversi Comuni hanno iniziato ad adeguare i rispettivi regolamenti. Ci risulta che altri Comuni, invece, non abbiano ancora dato seguito allo scritto di Camorino.
Simile al «caso canapa»
L’interrogativo se lo saranno posto in diversi: «Sapendo che l’apparecchio non disponeva della necessaria base legale prima dei dovuti correttivi, ho ancora la facoltà di contestare la sanzione?». Solo se non sono ancora scaduti i termini per contestare la decisione, altrimenti la multa cresce in giudicato.
Una situazione, questa, simile a quella emersa nel 2021 e che riguardava le multe disciplinari per canapa. Nonostante il possesso di questo stupefacente fosse stato depenalizzato dal Tribunale federale nel 2017 per quantitativi uguali o inferiori a dieci grammi, per circa tre anni la Polizia aveva continuato a infliggere multe (288 per la precisione, per un totale di 28.800 franchi). Rispondendo a un’interpellanza del copresidente del PS Fabrizio Sirica, il 24 giugno 2020 il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, aveva ammesso l’errore e spiegato che ogni persona aveva la possibilità di contestare la sanzione, ma «se non procede in tal senso la multa cresce in giudicato e, secondo il principio della sicurezza del diritto, non è più possibile modificarla o annullarla».
Sul tavolo del Gran Consiglio
Al netto di tutto, la questione verrà definitivamente risolta con l’entrata in vigore della revisione totale della Legge cantonale sulla polizia, nella quale è esplicitamente prevista la base legale per permettere ai Comuni di procedere con questo genere di controlli, anche in maniera automatica. Nelle scorse settimane, in aggiunta, il Governo ha posto in consultazione la revisione totale della Legge cantonale sulla protezione dei dati personali insieme alla nuova Legge sulla videosorveglianza pubblica.