L’immunità parlamentare entra nei Consigli comunali

In Ticino presto anche i consiglieri comunali (e i membri delle assemblee comunali) avranno l’immunità parlamentare. Ossia, saranno «parificati» ai colleghi dei legislativi a livello cantonale e federale. A stabilirlo è stata la maggioranza del Gran Consiglio che ha approvato una mozione in tal senso depositata nel 2019 dal deputato Tiziano Galeazzi (UDC).
In aula, pressoché tutti i deputati si sono detti concordi sulla necessità di proteggere maggiormente i consiglieri comunali e di evitare così che il dibattito democratico sia ridimensionato da eventuali timori di denunce nello svolgimento della propria attività politica. Tuttavia, una minoranza del Parlamento ha fatto notare che la competenza per legiferare in materia spetterebbe alla Confederazione. Ad ogni modo, come detto, la maggioranza del plenum – con 46 voti a 35 (e 1 astenuto) – ha deciso di tirare dritto, introducendo tale strumento anche a livello comunale. Una primizia in tutta la Svizzera. E ora, concretamente, il Consiglio di Stato avrà sei mesi di tempo per introdurre nella Legge organica comunale (LOC) tale novità.
Un punto fermo
L’immunità, ha ricordato Galeazzi nel suo intervento, «non è un alibi per comportarsi male. Ma nel nostro ‘mestiere’, benché siamo tutti politici di milizia, c’è anche un fattore di rischio: mettere il dito in qualche piaga, toccando qualche interesse, e ricevere per questo una denuncia». Insomma, per il mozionante, soprattutto in una società sempre più litigiosa come quella attuale, occorre proteggere con più convinzione i consiglieri comunali.
La relatrice di maggioranza favorevole alla mozione, la deputata democentrista Lara Filippini, ha dunque portato due casi concreti a sostegno di questa tesi: uno che l’ha riguardata direttamente e un altro che ha coinvolto, sul piano comunale, la collega Sara Beretta Piccoli (Verdi liberali), entrambe denunciate per via di atti parlamentari presentati nell’esercizio delle loro funzioni. «Io sapevo che l’articolo 51 della Legge sul Gran Consiglio (ndr. quello sull’immunità parlamentare per i membri del Legislativo cantonale) era lì a tutelarmi. Ma che cosa sarebbe successo se un consigliere comunale avesse presentato la mia stessa interrogazione?», si è chiesta la relatrice. Ecco perché, in sintesi, secondo Filippini «occorre mettere un punto fermo a favore di tutti coloro che si mettono a disposizione della cosa pubblica».
Incognite e prudenza
Dal canto suo, il relatore di minoranza Paolo Caroni (Centro), come detto, ha fatto notare che tale novità potrebbe entrare in conflitto con il diritto superiore, in particolare poiché «nell’ambito del diritto penale la competenza di legiferare è della Confederazione». E, più nel dettaglio, il Codice di procedura penale «regola in maniera esaustiva» i limiti concessi ai Cantoni nel decidere chi può o non può essere escluso o limitato dalla sua responsabilità penale. Concretamente, ha quindi sottolineato Caroni, «estendere l’immunità ai Consigli comunali potrebbe creare un’illusione di tutela che, in realtà, non ha fondamento giuridico». Come dire: un consigliere comunale potrebbe sentirsi (erroneamente) tutelato da questa nuova norma che, però, nella pratica non avrebbe alcun effetto.
Da questo punto di vista, va detto, i pareri giuridici chiesti dalla Commissione Costituzione e leggi durante gli approfondimenti divergono: un parere evidenziava le problematiche e incognite nell’introdurre l’immunità, l’altro riteneva invece occorresse un’apertura in tal senso.
Anche alla luce dei pareri non univoci, ha quindi evidenziato Caroni, l’unica via percorribile sarebbe dunque quella di un’iniziativa cantonale per chiedere alle Camere federali di modificare il Codice di procedura penale. Detto altrimenti: sarebbe meglio evitare fughe in avanti in Ticino, attendendo che qualcosa si muova sul piano federale.
Il Governo, per il quale ha preso posizione il direttore del DI, Norman Gobbi, ha anch’esso chiesto «prudenza» al plenum, invitando indirettamente a bocciare la proposta.
Dopo un lungo dibattito in aula, tuttavia, con i voti favorevoli di UDC, Lega, PS, Verdi, MPS, PC, HelvEthica, Verdi liberali (e un paio di deputati del PLR) la maggioranza del plenum ha dato luce verde alla proposta di Galeazzi. L’immunità parlamentare, dunque, (salvo sorprese sul piano giuridico) in Ticino sarà realtà anche per i consiglieri comunali.