L'impero Latsis e quell'affare con gli Onassis
Nella consueta classifica redatta da Forbes sugli uomini più facoltosi della Grecia lo scorso anno ha dovuto cedere lo scettro a Philip Niarchos. Ma forse già il prossimo anno il settantenne Spiros Latsis potrebbe avere la sua rivincita sull'amico armatore grazie all'acquisizione della BSI che sta portando avanti con la controllata EFG International, tassello di un impero su cui non tramonta mai il sole, presente dai Caraibi all'Indonesia, passando per Zurigo e Ginevra.
Un impero diversificato, con interessi che spaziano dalle banche (EFG) al petrolio (Hellenic Petroleum) all'immobiliare (Lamda development) fino agli aerei (PrivatAir) agli yacht di lusso e alle navi mercantili (Consolidated Marine Management), il primo amore del padre Yannis Latsis, nato poverissimo in uno sperduto villaggio greco di pescatori e che alla sua morte nel 2003 ha lasciato una delle più grandi fortune di tutti i tempi, paragonabile a quella dell'amico-rivale Aristotele Onassis. E proprio dagli Onassis il capostipite Yannis acquista nel 1979 un piccolo istituto a Ginevra, la Deposit Bank, da cui parte l'avventura nel credito con la nascita nel 1989 della Private Bank & Trust Euroinvestment Bank che grazie all'impulso del figlio Spiros entrerà massicciamente sul mercato greco fino a diventare uno dei tre gruppi finanziari più importanti della nazione, Eurobank Ergasias.
Spiros Latsis si accosta fin dagli anni Sessanta ai business di famiglia, quando ancora è uno studente di economia alla London School of Economics dove stringe amicizia con l'aristocrazia inglese e l'ex commissario della Commissione europea Barroso, ma è solo dagli anni Novanta che assume ruoli operativi fino a quando nel 2003, alla morte del padre, prende in mano le redini del gruppo che nel 2008 valeva più di 11 miliardi di dollari. Poi la cura dimagrante, causata soprattutto dalla crisi greca che nel 2014 ha portato la famiglia Latsis, proprietaria del 43%, a non sottoscrivere l'aumento di capitale per il salvataggio di Eurobank Ergasias. Adesso quella fortuna si è ridimensionata a poco più di 2 miliardi, ma Spiros Latsis ha in cantiere una serie di nuove operazioni che lasceranno il segno e di cui la conquista di BSI sarebbe solo l'ultimo tassello. Risale allo scorso anno l'acquisto per 915 milioni di euro dei 620 ettari del vecchio aeroporto di Atene, Hellinikon, in società con il gruppo arabo Al Maabar e il conglomerato cinese Fosun (proprietario anche del Club Med): il progetto di Lamda Development è di realizzare un mega resort sul mare con un investimento complessivo di 8 miliardi di euro. Hellenic petroleum, il colosso quotato in Borsa che controlla 1.800 stazioni di servizio e tre delle quattro raffinerie della Grecia, invece ha appena siglato il primo acquisto di petrolio dall'Iran dopo la caduta delle sanzioni e ora cerca un accordo a lungo termine con Teheran.
Nell'impero Latsis c'è spazio anche per la filantropia con la Fondation Latsis internationale: nata da un'idea del capostipite Yannis («fai gli affari all'estero e in Grecia solo la beneficienza» era una delle sue massime), ogni anno devolve 300 mila franchi a giovani ricercatori sotto i 40 anni.