Il caso

Ma quel noce c'è sempre stato?

Bellinzona: l’attuale albero è stato posato esattamente vent’anni or sono, anche se a quanto pare c’era già nel Medioevo – La sua presenza non è tuttavia documentata – Dà il nome alla piazza sulla quale si affaccia Palazzo Civico, il cui progetto risale a un secolo fa
© CdT/Gabriele Putzu
Alan Del Don
12.03.2023 21:45

Certo, nomen omen. Piazza Nosetto a Bellinzona, la più antica della Turrita essendo nota fin dal Medioevo, si chiama così per via del noce. Forse. Perché la sua presenza non è mai stata davvero documentata; sulle pareti interne di Palazzo Civico figura in una ricostruzione pittorica di Baldo Carugo, vero. Ma non è affatto chiaro se l’albero abbia sempre fatto bella mostra davanti all’edificio comunale, come si potrebbe immaginare. Quello attuale, in ogni modo, è stato posato esattamente vent’anni fa. I lavori iniziarono infatti l’11 marzo 2003 nell’ambito dell’intervento di arredo urbano del centro storico voluto per celebrare il bicentenario della nascita del Cantone Ticino. La pianta fu donata dall’Associazione maestri giardinieri.

Crocevia dell’allora borgo

Sta di fatto che il noce, in questi anni, è diventato uno dei simboli della capitale. Dopo ogni elezione, ad esempio, fa da sfondo alla foto di rito del nuovo Municipio, uno scatto solitamente informale rispetto a quello istituzionale nella corte interna di Palazzo. L’albero si veste a festa il sabato per il tradizionale mercato (ai tempi si svolgeva pure sotto i portici): ci si ferma a scambiare quattro chiacchiere lì sotto, lì attorno, insomma. Non è un caso. Piazza Nosetto, dalla forma triangolare, nei secoli scorsi è stata il crocevia della vita pubblica di Bellinzona.

La Via Francisca dava su tre «porte»: Nuova (verso Locarno), Tedesca (l’attuale via Codeborgo, a nord) e Caminada (oggi è la via Lugano, in direzione sud). Un punto focale e centrale del Borgo di allora, facilmente raggiungibile dagli abitanti. Non poteva dunque esserci luogo migliore in cui costruire il pozzo comunale e per accogliere (per poco più di un secolo, dal 1340 al 1471) il cosiddetto «Coperto». Ossia un’aula penale in cui celebrare i processi.

Un’idea studiata bene

I vent’anni del noce, sì, ma è altresì passato un secolo da quando l’architetto Enea Tallone progettò l’attuale Palazzo Civico. L’idea fu elaborata fra il 1921 ed il 1923, anche sulla base degli studi condotti dai fratelli Eligio e Giuseppe Pometta nonché da Edoardo Berta e grazie all’infaticabile impegno del capomastro Giuseppe Weith; il cantiere aprì l’anno seguente. L’inaugurazione si tenne nel 1929 in concomitanza con il Tiro federale che quell’anno si svolse proprio a Bellinzona. Il preesistente Municipio (risalente almeno al XIV secolo) fu demolito nel 1924. Del «vecchio» complesso sono rimaste poche vestigia.

La preziosa scoperta

Costruito nel 1470 in piazza Nosetto, accanto al Palazzo Civico c’era un complesso gentilizio che per anni è stata la dimora dei Ghiringhelli, famiglia di mercanti lombardi. L’edificio è in seguito stato trasformato nell’albergo del Cervo, che dal 1913 ospitò anche una sala cinematografica da 320 posti a sedere suddivisi in quattro categorie. Dopo la demolizione del palazzo si scoprì una serie straordinaria di 280 tavolette: il soffitto ligneo della Cervia.

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