Chiasso

Migranti, finora solo il quartiere Soldini «ha i requisiti necessari»

Il Consiglio di Stato illustra i motivi per cui la struttura è «idonea» e la soluzione è sempre valida
©CdT/Chiara Zocchetti
Red. Mendrisio
20.10.2024 21:31

Le azioni intraprese per trovare spazi adeguati «sono molteplici», tra cui un primo appello pubblico, ma nessuna ha finora portato «a risultati di interesse e confacenti alle esigenze». Una nuova grida pubblica è in ogni caso in corso, ma «al momento l’unica struttura che risulta possedere i requisiti è quella di via Soldini a Chiasso».

Il Consiglio di Stato parla chiaro: la soluzione identificata nel quartiere Soldini di Chiasso per alloggiare migranti è ideale per più di un motivo. E lo è ancora, malgrado le preoccupazioni emerse nella regione dopo che il progetto cantonale di destinare oltre una cinquantina di appartamenti a circa 150 migranti è diventato di dominio pubblico. Il progetto è ad oggi formalmente congelato, sia in attesa di vedere quali saranno i risultati dell’appello pubblico «per la ricerca di spazi ad uso collettivo adibiti alla prima fase di integrazione delle persone afferenti al settore dell’asilo attribuite al Cantone», sia per i timori espressi dai sindaci del Basso Mendrisiotto al Cantone, che dopo un incontro tra le parti avevano condiviso la necessità à di «fare ulteriori approfondimenti». Congelato ma sempre «idoneo».

A riassumerlo è il Consiglio di Stato nella risposta a un’interrogazione di Stefano Tonini e altri granconsiglieri momò. Una risposta da cui emerge come la soluzione del quartiere Soldini sia sempre sul tavolo. «L’obiettivo è quello di trovare strutture che permettano un’ottimizzazione delle risorse e delle condizioni quadro più favorevoli» all’integrazione. In particolare «le dimensioni medio-grandi della struttura, la possibilità di utilizzo immediato, l’adeguatezza a livello di pianificazione territoriale nonché il costo contenuto della stessa», si spiega aggiungendo che per il settore è imprescindibile individuare soluzioni alloggiative che permettano di contenere l’aumento dei costi.

Il Governo si dice anche consapevole della situazione del Basso Mendrisiotto, già sotto pressione per la questione migratoria. «Le rassicurazioni fornite in passato sulla rinuncia da parte delle autorità cantonali di collocare nel Mendrisiotto i richiedenti l’asilo attribuiti dal Cantone sono fino a oggi sempre state mantenute. Le ricerche di soluzioni sono infatti sempre avvenute in altre regioni». Per questo il Cantone, «consapevole della delicatezza del tema e non appena individuata la concreta opportunità di una soluzione alloggiativa percorribile nella regione, ha subito preso contatto con l’autorità comunale e con alcuni specialisti del settore, per presentare l’iniziativa». Durante gli incontri avvenuti è ad esempio stato presentato «il modello di integrazione pensato per la nuova struttura».

Ovunque ma non qui

Il Governo precisa che il Mendrisiotto è l’unica regione cantonale che non dispone di centri collettivi, pensioni e foyer per richiedenti nella prima fase del processo di integrazione. Nel Bellinzonese (e valli) ce ne sono 8, per 297 persone collocate, nel Locarnese (e Vallemaggia) 12 per 309 persone, nel Luganese 4 per 266 persone. «L’ubicazione dei centri è fortemente influenzata dall’effettiva disponibilità di struttura adeguate», la ricerca ha «sempre tenuto in considerazione la posizione del Centro federale d’asilo», si ribadisce. Per avere una «situazione aggiornata» delle strutture disponibili si attende l’esito della grida pubblica. In ogni caso, «il Consiglio di Stato ritiene che in assenza di soluzioni alternative idonee, andrà valutata la concreta possibilità di locazione della struttura identificata a Chiasso, che oltre a essere considerata idonea da un punto di vista logistico, risulta particolarmente attrattiva sotto l’aspetto finanziario».

Nell’interrogazione si chiedeva anche se il Cantone avesse considerato la fragilità del quartiere Soldini. «La proposta è stata valutata e ponderata con molta attenzione», si assicura. «Al riguardo è importante precisare che il complesso residenziale in questione andrebbe a replicare un modello di integrazione già sperimentato in altre regioni del Cantone». Il modello collaudato a cui si fa riferimento si basa sulla struttura composta «da singoli alloggi e non da un unico edificio». Nel complesso residenziale, si conclude, è inoltre vista positivamente la presenza del centro di socializzazione multiculturale Calicantus.

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