Appartamenti per i migranti: il Cantone prende tempo
«Sulla presa a carico dei richiedenti l’asilo, il Basso Mendrisiotto sta facendo la sua parte e ulteriori attribuzioni dovrebbero riguardare anche altri Comuni». E ancora: che il Cantone e la Confederazione si facciano «parte attiva nell’identificare al di fuori del Basso Mendrisiotto valide soluzioni logistiche per gestire le situazioni di emergenza e i collocamenti». Firmato, gli Esecutivi di Balerna, Chiasso, Novazzano, Morbio inferiore e Vacallo.
Alla lettera con questi contenuti inviata al Cantone a fine agosto, il consigliere di Stato Raffaele de Rosa ha risposto invitando i sindaci del Basso Mendrisiotto a sedersi a un tavolo. Un incontro avvenuto ieri e che ha visto i rappresentanti locali uscire piuttosto soddisfatti. Il motivo? È presto spiegato: il tema dell’incontro era la migrazione, nello specifico il progetto che vorrebbe mettere a disposizione una cinquantina di appartamenti nel quartiere Soldini a circa 150 migranti. Un’ipotesi mal digerita dai Municipi locali, preoccupati per l’aumento dei migranti ospitati e del possibile «sovraccarico» della regione. Il mantra ripetuto a oltranza: non oltrepassare il numero massimo di 350 migranti.
Ebbene quel progetto, «è stato per così dire congelato – spiega il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –, il Cantone lo ha sospeso perché ha capito la nostra situazione e le nostre preoccupazioni e si è concesso tempo per cercare altre soluzioni». Per identificare quindi altri luoghi ed edifici che possano accogliere richiedenti l’asilo.
«Timori ascoltati e capiti»
All’incontro a Palazzo delle Orsoline erano presenti i sindaci di Chiasso, Balerna, Novazzano, Vacallo e Morbio Inferiore, due municipali responsabili della socialità, il consigliere di Stato Raffaele De Rosa e i suoi collaboratori, tra cui funzionari della Divisione sociale e delle famiglie. Un gruppo nutrito, la cui composizione è anche indicativa di come il disegno che coinvolge il quartiere Soldini sia delicato dal punto di vista delle implicazioni integrative e di convivenza sociale. «La discussione è stata franca, da parte nostra siamo rimasti sulla nostra posizione – aggiunge Arrigoni –: il Basso Mendrisiotto dà già tanto per i migranti. Devo dire che i nostri timori sono stati capiti e recepiti; noi non abbiamo messo in discussione il progetto, bensì l’ubicazione in una zona già sotto pressione».
«È stato importante poter spiegare di persona e meglio al Cantone le nostre preoccupazioni – sottolinea la sindaca di Morbio Inferiore Claudia Canova –, erano timori di cui era già a conoscenza, ma in questo modo hanno potuto essere recepiti meglio». Cercare alloggi per i migranti non è semplice, i sindaci ne sono ben coscienti. Tutti gli attori coinvolti nella gestione dei flussi migratori si trovano in situazioni simili; dai Comuni, al Cantone, alla Confederazione: «Il Cantone da un lato va compreso – puntualizza il sindaco di Vacallo Marco Rizza –, ha difficoltà a trovare spazi e va verso chi ne mette a disposizione, anche se lo fanno per puro business».
Durante l’incontro si è parlato anche della Segreteria di Stato della migrazione. «Abbiamo chiesto di insistere con la SEM affinché faccia la sua parte nella ricerca di alloggi», spiega Sergio Bernasconi, sindaco novazzanese. «La riunione verteva anche sull’uso dell’ex centro di via Motta, che ora è utilizzato per le situazioni di emergenza, quindi in caso di intensi flussi migratori. Vogliamo tutti che siano trovate alternative a quel dormitorio e abbiamo chiesto al Cantone che ci dia man forte su questo, spronando la SEM a trovare altre soluzioni», gli fa eco Luca Pagani, omologo balernitano.
Approfondimenti e un appello
A riassumere l’incontro dal punto di vista del Cantone è Gabriele Fattorini, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie: «È stato costruttivo, come Cantone abbiamo invitato i sindaci del Basso Mendrisiotto per chiarire da una parte la necessità di garantire un’accoglienza delle persone attribuite dalla Confederazione ai Cantoni, e dall’altra per ascoltare le loro preoccupazioni rispetto al numero di persone già ospitate nella regione a causa della presenza di un Centro federale d’asilo. Relativamente al progetto del quartiere Soldini abbiamo stabilito la necessità di fare ulteriori approfondimenti, in termini di ubicazione e di funzionamento del progetto. Prossimamente si procederà a lanciare una nuova grida pubblica per la ricerca di spazi ad uso collettivo, adibiti alla prima fase di integrazione delle persone afferenti al settore dell’asilo, attribuite dalla Confederazione».