Chiasso

Migranti in quartiere Soldini: c’è una proposta sul tavolo

Oltre cinquanta appartamenti nei pressi del Centro Calicantus potrebbero essere messi a disposizione dei richiedenti l’asilo – Il progetto, in fase di approfondimento tra il Cantone e un privato, è stato presentato al Municipio, che è scettico – Ribadito il tetto massimo
©CdT/Chiara Zocchetti

«Trecentocinquanta, non uno in più». Questa frase si è sentita più volte nel Basso Mendrisiotto. È stata pronunciata anche durante due importanti incontri: quelli che hanno portato a sud della Svizzera due consiglieri federali, ovvero Elisabeth Baume-Schneider e Beat Jans. La questione concerne i posti letto disponibili per accogliere migranti, richiedenti l’asilo. E con la realizzazione del nuovo Centro federale d’asilo di Pasture il numero è stato ribadito: «350 posti a disposizione nel Basso Mendrisiotto sono il numero limite, peraltro concordato a suo tempo con Simonetta Sommaruga» (vedi CdT del 25 e 29 maggio). Questa cifra, però, potrebbe cambiare. Anzi aumentare. Stando a nostre informazioni, infatti, il Cantone avrebbe intavolato una trattativa con un privato – un proprietario immobiliare – allo scopo di mettere a disposizione appartamenti per ospitare richiedenti l’asilo che, a seguito della domanda inoltrata una volta entrati nel territorio elvetico, hanno ottenuto una valutazione positiva.

«Osservazioni critiche»

Secondo quanto abbiamo potuto approfondire, gli appartamenti sarebbero stati individuati nel quartiere Soldini a Chiasso e sarebbero almeno un cinquantina. In totale si parlerebbe quindi di circa 150 posti letto in più a disposizione dei richiedenti l’asilo. Da noi interpellato, il sindaco Bruno Arrigoni conferma e spiega che «il progetto è stato presentato al Municipio nelle scorse settimane». E, di riflesso, l’Esecutivo ha «inoltrato delle osservazioni molto critiche». Anche Arrigoni richiama i numeri: «Per noi vale l’accordo che prevede di avere al massimo 350 migranti». A mente del nostro interlocutore il progetto presentato «è interessante, ma Chiasso non può prendere a carico altri 150 richiedenti l’asilo». Un problema potrebbe riguardare anche l’area identificata nel quartiere Soldini. Gli appartamenti sorgono infatti in un complesso immobiliare che si trova nei pressi del Centro Calicantus. Un centro di socializzazione e di integrazione che riguarda sì la popolazione migrante, ma anche quella locale. «Calicantus è un progetto che sta funzionando molto bene – sottolinea Arrigoni –. C’è il timore che se dovessimo aggiungere altre 150 o 200 persone l’area potrebbe correre il rischio di diventare un quartiere emarginato». È anche per questi motivi che al Cantone, da Chiasso, sia arrivata la richiesta di rivedere l’ubicazione. Nella giornata di ieri abbiamo chiesto anche al sindaco di Balerna – Comune che ospita, insieme a Novazzano il Centro federale d’asilo di Pasture – se abbia ricevuto informazioni in merito al progetto. «Come Municipio non abbiamo ricevuto ancora niente di ufficiale» ci risponde Pagani il quale sottolinea che «sarebbe qualcosa che va in aperto contrasto con quello che era stato concordato a suo tempo: ossia che le attribuzioni sarebbero dovute diminuire nel Mendrisiotto in considerazione della realizzazione del nuovo Centro federale d’asilo». Un’altra frase udita spesso nel recente passato, quasi una rassicurazione al Distretto, è infatti quella che «il Mendrisiotto è già molto sollecitato, ulteriori posti letto per i migranti sono da ricercare altrove» (vedi CdT del 23 giugno 2023). Un concetto che ci ribadisce anche il sindaco di Novazzano Sergio Bernasconi il quale, anticipa che è in fase di stesura una lettera indirizzata a Cantone e Confederazione: «Chiederemo aggiornamenti sulle soluzioni che si stanno mettendo in atto». Il riferimento è ad esempio, all’organizzazione nel caso di verificasse un aumento della pressione migratoria al confine sud.

«Approfondimenti in corso»

In merito al progetto che concerne il quartiere Soldini abbiamo provato ad avere conferme anche dal diretto interessato. «Il Cantone – ci ha risposto Renzo Zanini, a capo dell’Ufficio dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati – continua a valutare tutte le opzioni presenti sul territorio nell’ambito della sua strategia di accoglienza, che viene costantemente adattata alle mutevoli condizioni del settore dell’asilo. Al momento non ci è quindi possibile entrare nel merito delle singole soluzioni, che si stanno debitamente approfondendo». Seppur non direttamente coinvolta, del nuovo progetto chiassese è informata anche la SEM, spiega il portavoce Samuel Wyss: «La SEM è a conoscenza di questi piani, ma non è coinvolta in questo caso. Ogni Cantone è libero di decidere dove accogliere i richiedenti asilo che gli vengono assegnati». Alla Segreteria di Stato della migrazione abbiamo domandato anche se la soluzione identificata sia per loro adeguata o se la vicinanza con altre strutture d’asilo non sia ideale, ma senza ottenere un commento: «La SEM non si esprime in questa materia», è la risposta.

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