Multe «ticinesi» da riscuotere: Como vince una causa a Lugano

Il primo atto di una querelle giudiziaria che vede coinvolti da un lato il Comune di Como e una delle principali società di recupero crediti italiane e dall’altro una società con sede a Lugano si è concluso con una vittoria «lariana». Sullo sfondo di questo «derby dei laghi», l’annosa questione delle multe inflitte in Italia a cittadini svizzeri: sul tavolo vi era infatti la richiesta di ben 55 mila euro da parte di una società luganese per un servizio di riscossione delle contravvenzioni non pagate.
Qualche anno fa l’Esecutivo di Como incontrava enormi difficoltà nell’incassare il dovuto da cittadini stranieri, svizzeri inclusi. Così, nel 2018, l’allora comandante della Polizia locale Donatello Ghezzo aveva affidato alla società di recupero crediti Nivi l’incarico di riscuotere gli importi di queste multe. La Nivi Credit – che si occupa anche di recuperare i pedaggi «scoperti» di Autostrade per l’Italia e Pedemontana Lombarda – si era avvalsa delle collaborazioni di altre società estere. E proprio una di questa, la LP Credit, lo scorso 24 marzo aveva citato in giudizio il Comune di Como e la Nivi reclamando il pagamento di 55.000 franchi, oltre ad interessi al 5% a partire dal 17 ottobre 2023. Una somma – è la rivendicazione della società svizzera – che le spetterebbe proprio per il lavoro di recupero crediti svolto per conto della società Nivi. Il Municipio lariano si era dunque affidato all’avvocato Fulvio Pezzati (il legale gli era stato messo a disposizione dalla stessa Nivi, a proprie spese, in quanto l’amministrazione comunale non ha avvocati abilitati al patrocinio per cause di fronte alle autorità giudiziarie elvetiche).
Ebbene, negli scorsi giorni il pretore aggiunto della Sezione 2, Daniela Galfetti, ha respinto l’istanza della società luganese: quei 55 mila euro non le sono dovuti. Soddisfatto il sindaco di Como, Alessandro Rapinese. «Eravamo certi che l’esito sarebbe stato favorevole per il Comune – commenta al CdT -. Senza dubbio il giudice ha ben interpretato le nostre ragioni. Peraltro, il Comune di Como non ha avuto alcun rapporto con la società svizzera che ci ha citati in giudizio. Nivi, la società che abbiamo incaricato della riscossione, aveva probabilmente collaborato con LP Credit e aveva lavorato con gli elvetici, ma non certo direttamente con il Comune di Como. Non aveva dunque alcun fondamento la richiesta di soldi all’amministrazione della città». «Avevamo visto giusto e ben analizzato le nostre ragioni – aggiunge Rapinese –. Siamo soddisfatti e procediamo con il nostro lavoro».
«Svizzeri? Nessun accanimento»
Il contenzioso di cui vi abbiamo parlato si è inserito in una battaglia mai finita tra Canton Ticino e Como sulla questione parcheggi. Un litigio a distanza che prosegue da tempo e al quale proprio il sindaco Alessandro Rapinese ha più volte contribuito. Su tutte la promessa dell’ormai noto «carro attrezzi dedicato ai buoni amici svizzeri che parcheggiano dove gli pare e poi, complici le difficoltà legali, non pagano mai le multe». Multe che però, sempre più spesso, proprio gli svizzeri si vedono chiamati a pagare in tempo reale, al momento della sanzione presa a Como. L’indicazione nel capoluogo lariano è quella di applicare la norma che prevede, per le auto immatricolate all’estero, l’obbligo di pagamento immediato della sanzione per evitare il fermo del veicolo. «Nessun tipo di accanimento contro gli svizzeri – precisa e ripete proprio Rapinese -. Io voglio che tutti paghino le multe e chiedo che in tutti i casi siano fatte rispettare le norme e le leggi, a prescindere dal Paese di provenienza di chi non ha rispettato le regole».