Confine

Multe, una società luganese fa causa al Comune di Como

La LP Credit ha citato in giudizio l’Esecutivo lariano e chiede il pagamento di 55 mila franchi – La somma sarebbe dovuta per un servizio di riscossione delle contravvenzioni svolto per conto della società d’incasso toscana Nivi – Quest’ultima ha «prestato» un legale al Municipio italiano
© Ti-Press / Francesca Agosta
Anna Campaniello
Anna Campaniello
10.04.2024 06:00

Nella guerra dei posteggi tra Ticino e Como mancava solo una battaglia giudiziaria. Che puntualmente è arrivata. Una società svizzera ha fatto causa al Comune del capoluogo lariano, chiedendo il pagamento di un presunto credito di 55 mila franchi per un servizio di riscossione delle contravvenzioni non pagate dai cittadini rossocrociati multati oltreconfine.

Tra Italia e Svizzera è in atto da tempo un litigio, a distanza, in tema di parcheggi a suon di accuse incrociate sui comportamenti illeciti degli automobilisti. Auto in divieto di sosta immortalate e immancabilmente postate sui social, da una parte e dall’altra del confine. Reciproci scambi di accuse di «inciviltà».

Botta e risposta

L’attuale sindaco di Como, Alessandro Rapinese, era arrivato ad annunciare «un carro attrezzi dedicato ai buoni amici svizzeri che parcheggiano dove gli pare e poi, complici le difficoltà legali, non pagano mai le multe». Di contro, il leghista Lorenzo Quadri ha recentemente esortato i suoi concittadini a «segnalare alla polizia i parcheggi italici abusivi». Una risposta, questa, alla «recrudescenza della crociata del sindaco di Como contro le auto ticinesi». Da qualche tempo, infatti, nel capoluogo lariano viene applicata alla lettera la norma che prevede, in caso di contravvenzione a un’auto immatricolata all’estero, l’obbligo di pagamento immediato della sanzione per evitare il fermo del veicolo. Una regola che ora viene sempre applicata, naturalmente se l’automobilista viene fermato dagli agenti della polizia locale.

Accanto alla battaglia a suon di fotografie, post sui social e reciproca gogna, resta la questione – ben più sostanziale, almeno in termini economici – delle multe prese in Italia e non pagate dagli automobilisti stranieri, svizzeri in testa. La polizia locale di Como invia ogni anno una media di 26 mila contravvenzioni a cittadini stranieri. La metà, circa, è diretta a un indirizzo nella Confederazione. Per incassare il maggior numero possibile di sanzioni, l’amministrazione da anni si affida a società specializzate nella riscossione dei crediti all’estero. Nel 2018, con una determina firmata dall’allora comandante della polizia locale, Donatello Ghezzo, aveva affidato alla società di riscossione crediti Nivi l’incarico di riscuotere le multe all’estero (un nuovo bando è stato assegnato all’inizio dell’anno). Proprio nell’ambito di questo servizio si è aperto il contenzioso legale tra Italia e Svizzera.

I dettagli

A citare in giudizio il Comune di Como davanti al pretore aggiunto del distretto di Lugano è la società LP Credit Sagl, patrocinata da uno studio legale della città sul Ceresio. Il contenzioso fa riferimento alla riscossione dei verbali per le infrazioni al codice della strada commesse dai ticinesi in Italia. Con un atto di citazione del 27 marzo, la società svizzera ha avviato un contenzioso legale sostenendo di dover ricevere dal comune italiano 55 mila franchi, oltre agli interessi al 5% dal 17 ottobre dello scorso anno. La somma sarebbe dovuta per un servizio di riscossione delle contravvenzioni svolto per conto della stessa Nivi. Il pretore del distretto di Lugano ha dato venti giorni a Palazzo Cernezzi per eventuali osservazioni. Il Comune di Como, intanto, con una determina ha affidato a un avvocato messo a disposizione dalla stessa Nivi, a proprie spese, l’incarico di difendere l’amministrazione nella controversia. «L’amministrazione comunale non ha avvocati abilitati al patrocinio per cause avanti alle giurisdizioni elvetiche – si legge nel provvedimento –. La società Nivi ha confermato la volontà di farsi carico di tutte le spese inerenti il giudizio e ha indicato un professionista idoneo, che rappresenterà il Comune di Como».

Si attende il verdetto

La decisione, ora, spetta all’autorità elvetica, che dovrà decidere se il Comune di Como dovrà effettivamente versare i 55 mila franchi pretesi dalla società svizzera per la riscossione delle multe. Fuori dalle aule di giustizia, intanto, la battaglia dei parcheggi continua senza sosta a colpi di foto di auto in divieto di sosta postate sui social.

In questo articolo:
Correlati