«Non sarà una cattedrale nel deserto»
«Non sarà una cattedrale nel deserto, ma uno dei più importanti investimenti nella storia del Cantone Ticino». Le parole di un’orgogliosa e commossa Roberta Cattaneo, direttrice FFS Regione Sud, hanno aperto un altro importante capitolo del libro delle nuove Officine di Castione. Quello più avvincente. Fino al 24 maggio è in pubblicazione la domanda di approvazione dei piani del futuro stabilimento industriale da 580 milioni di franchi, contro la quale può essere inoltrata opposizione all’Ufficio federale dei trasporti. Undici faldoni, per migliaia di pagine, frutto di anni di lavoro riassunti nel padiglione ubicato all’esterno della Casa comunale.
Cippato e fotovoltaico
Nelle prossime righe vi illustreremo, giocoforza in modo succinto, quanto ancora non sapete del complesso che verrà messo in esercizio a fine 2026. Tutti in carrozza, allora. Il treno sta per partire. La prima fermata riguarda inevitabilmente l’edificio. Quello che verrà realizzato a nord dell’abitato sarà un «impianto con un basso impatto ambientale e un’elevata qualità delle condizioni di lavoro». Cosa significa in parole povere? Niente combustibili fossili in quanto per la produzione di calore si farà capo ad una centrale a cippato; spazio al fotovoltaico (un impianto verrà posato sulla parte inclinata del tetto verde e garantirà il 20% del fabbisogno energetico annuo); e persino un giardino pensile sul tetto accessibile ai 360 collaboratori e agli 80 apprendisti. Un’altra particolarità riguarda le ampie vetrate al pianoterra. Lo stabilimento avrà una lunghezza di 370 metri per una superficie edificata complessiva di circa 63.000 metri quadrati (con la parte centrale che sarà grande quanto tre campi da calcio e senza pilastri, proprio per essere il più flessibile possibile) ed un’altezza massima di oltre 24 metri. Quattro le parti nelle quali sarà suddivisa la struttura in acciaio. In primis il capannone multifunzionale (oltre 22.000 metri quadri) e quello per i binari lunghi (13.365), mentre il resto sarà contraddistinto dalla logistica e dall’amministrazione nonché dal lavaggio dei treni che entreranno nell’Officina.
I terreni agricoli ci sono
Sempre in ambito di sostenibilità, ecco che verranno create delle zone umide nell’area golenale del fiume Ticino, verrà rivitalizzato il riale Moliègh verso Claro, si porrà attenzione all’avifauna (in primis al gufo reale) e i binari e l’area parcheggi saranno mantenuti a prato secco. A proposito di prati, come anticipato dal CdT mercoledì scorso sono stati trovati i terreni per il compenso reale degli 8,3 ettari di superfici per l’avvicendamento delle colture (SAC) che verranno sacrificate a Castione. Il capoprogetto Federico Rossini ha sottolineato che sono stati individuati sedimi per complessivi 8,8 ettari: ad Iragna (1,2), Preonzo (ai piedi del Valegion per 0,8 ettari), a Camorino (fondi ex AlpTransit per poco più di 30.000 metri quadrati) ed infine a Losone, vicino all’ex caserma, per 3,7 ettari. In questo caso le discussioni sono ancora in corso.
«Il futuro è oggi»
Nell’Officina 2.0 verrà effettuata la manutenzione leggera e pesante dei nuovi elettrotreni (Giruno, ETR e Flirt TiLo), per un totale di 92 veicoli, e di un centinaio di locomotive. In aumento, considerando che avrà una durata di decenni, le attività elettromeccaniche e con un alto grado di digitalizzazione. Gli impianti di produzione presenti all’interno del sito industriale saranno 150. Gli articoli di logistica giornalmente dislocati saranno 2.000. «Verrà svolta la manutenzione di tutta la flotta internazionale delle Ferrovie. Prendendo in prestito lo slogan coniato a suo tempo per AlpTransit, possiamo dire che il futuro è oggi. Ecco perché, in questa fase che sappiamo essere delicata, è nostra intenzione rispondere ai dubbi e alle perplessità della popolazione di Arbedo-Castione», ha rilevato la direttrice Cattaneo. La prima serata, rivolta ai castionesi, è andata in scena ieri. Domani si replicherà per l’altra metà del Comune. La documentazione è consultabile non soltanto nell’ente locale che ospiterà l’impianto, ma pure a Bellinzona, Losone e Riviera. Per garantire il traffico sull’asse nord-sud e l’accesso allo stabilimento sarà realizzato un quarto binario alla stazione di Castione; nel complesso verranno realizzati 15 chilometri di binari necessari per l’esercizio delle Officine e sette binari di ricovero per i TiLo.
L’inaugurazione a fine 2026
Non c’è progetto che si rispetti senza tempistiche. In questo caso sono «ambiziose, ma ci crediamo», ha puntualizzato Rossini. La procedura di approvazione dei piani dovrebbe concludersi nel novembre prossimo; è stato chiesto a Berna il via libera parziale per dei lavori preparatori, di modo che gli interventi preliminari possano iniziare nel marzo 2023. Il primo vero colpo di piccone verrà dato nel dicembre 2023; il cantiere si concluderà tre anni dopo.
Finalmente si decolla
Gli esperti sono sicurissimi: le Officine attireranno imprese all’avanguardia nella zona industriale di Castione. Un’area che da oramai quattro decenni cerca di decollare e che, come affermato dal sindaco Luigi Decarli, effettivamente allo stato attuale non è «un bel vedere». Non è così che era stata auspicata ad inizio anni Duemila dal Cantone e dallo stesso Comune. Naufragato il progetto dello stadio dell’Associazione calcio Bellinzona, con annesso centro commerciale e trasferimento della Coop, il Municipio ha dovuto riadattare la pianificazione. L’arrivo dello stabilimento ferroviario è una manna dal cielo: «Saremmo stati degli scellerati a dire di no. La speranza è che il sito industriale possa fare da volano. Ed in effetti qualcosa si è già mosso negli ultimi anni: pensiamo alla torre energetica promossa dalla Energy Vault e agli importanti investimenti della Coop per la centrale di distribuzione e dell’Otto Scerri per la nuova sede». Nei prossimi anni occorrerà compiere un ulteriore passo, diventando «attrattivi per le aziende che sono intenzionate a trovare casa in quel comparto». L’Esecutivo è già all’opera per allestire una variante di Piano regolatore che tenga conto dell’aspetto (e dei contenuti, ça va sans dire) che avrà la futura zona industriale.
Cambia la rete viaria
La rete viaria, in particolare, subirà dei cambiamenti tutt’altro che irrilevanti. L’impianto andrà a sovrapporsi ai collegamenti esistenti sia a nord (dove verrà edificato il complesso) sia a valle del cavalcavia. L’assetto rivisto non vedrà la luce prima di quattro anni. Nel frattempo si dovrà procedere con la riorganizzazione transitoria della viabilità (anche ciclopedonale) durante le quattro fasi di cantiere. Segnaliamo ad esempio il sottopasso in zona Al Galletto e una nuova ciclabile. Insomma, per farla breve occorrerà armarsi di pazienza.
Il finanziamento
Le nuove Officine costeranno 580,5 milioni di franchi. Ben 328 milioni saranno destinati allo stabilimento; 126 per il campo binari; 123 per l’allacciamento ferroviario ed il deposito TiLo; i restanti 3,5 milioni per il ristorante per il personale. Il moderno stabilimento sarà finanziato prevalentemente dalle Ferrovie che sborseranno 324 milioni ed altri 123 attraverso la convenzione sulle prestazioni stipulata con la Confederazione. Il resto sarà a carico, come noto, del Cantone (100 milioni) e della Città di Bellinzona (20) nonché da parte di terzi (13,5 milioni) per opere di interesse comune in via di definizione.