Via Lischée

Nuovamente affossato il complesso «Greenlife» a Novazzano

Il Municipio ha negato per la seconda volta la licenza edilizia ai promotori che da anni intendono costruire in zona Torraccia sedici villette a ridosso della Valle della Motta – Vincolante per l’ente locale il preavviso dipartimentale – Il progetto ha subìto un iter travagliato
© CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
29.03.2025 06:00

È praticamente un niet su tutta la linea, ancora. Il progetto per costruire un complesso residenziale di sedici villette, chiamato "Greenlife" in via Lischée a Novazzano, ai piedi del Parco Valle della Motta, è stato nuovamente affossato dai servizi comunali e cantonali. Per la seconda volta. Vincolante, per il Municipio, l’opposizione formale dipartimentale, che non ha quindi rilasciato ai promotori – la Student Living Mendrisio Sa – la licenza edilizia. Ma alla luce dell’iter travagliato del progetto, non è per niente escluso il ricorso.

Togli, modifica, risana

Facciamo un passo indietro di quattro anni. Risale al 2021 la prima domanda di costruzione inoltrata dalla società promotrice per costruire, appunto, un complesso residenziale in via Lischée. Il progetto, però, non piace per niente agli abitanti che confinano con l’area, che sottoscrivono un’opposizione alla costruzione di 17 villette e un’autorimessa sollevando criticità tecniche e naturalistiche. Gli istanti ritirano la domanda, rifanno i compiti tenendo conto delle osservazioni ricevute dagli oppositori, e nel 2022 presentano nuovamente una richiesta di edificare il complesso in zona Torraccia. Niente da fare, la licenza edilizia non viene staccata. Ma non è finita qui. Giugno 2024, all’albo comunale di Novazzano compare, per la terza volta, la stessa domanda di costruzione. Il progetto è stato nuovamente ritoccato e sono state sanate alcune criticità riscontrare in precedenza (delle modifiche sarebbero anche state imposte dai servizi cantonali). Ad esempio, è stato tenuto conto degli aspetti della natura, del passaggio dei corsi d’acqua, della strada d’accesso e delle altezze delle abitazioni. Inoltre, i promotori hanno deciso di rinunciare all’edificazione di una villetta: da 17, quindi, si è scesi a 16. Ma nonostante questi correttivi, le opposizioni fioccano. Contro il progetto si scagliano nuovamente gli abitanti confinanti, a cui si aggiungono la Società ticinese per l’Arte e la Natura (STAN) e i Cittadini per il territorio.

L’impatto paesaggistico

Lo scorso dicembre, poi, il preavviso del Cantone pone metaforicamente la pietra sopra il progetto con un’opposizione formale. Gli istanti, secondo nostre informazioni, hanno richiesto un sopralluogo di conciliazione al Cantone per capire nel dettaglio le argomentazioni dei servizi di Bellinzona. Gli è stato negato. Al netto, l’opposizione dipartimentale, per legge, diventa vincolante per il Municipio, il quale non ha potuto fare altro che negare la licenza edilizia alla società promotrice. Ma quali sono, a grandi linee, le motivazioni dell’opposizione del Cantone? «Da una parte è stato messo in evidenzia l’aspetto del sovradimensionamento, mentre dall’altra c’è stata una presa di posizione dell’Ufficio della natura e del paesaggio molto importante, che sostanzialmente contesta la qualità del progetto alla luce delle linee guida cantonali del Programma d’azione comunale (PAC)», ci spiega il presidente della STAN, Tiziano Fontana. L’aspetto del sovradimensionamento, ad esempio, lo troviamo anche nelle argomentazioni alla base dell’opposizione al progetto inoltrata dalla STAN. Nello specifico, «le nostre ragioni vertevano prima di tutto su un Piano regolatore vetusto, che imponeva quindi il riesame dal momento che era stato considerato sovradimensionato – rileva sempre Fontana –. Inoltre, l’area oggetto della domanda poteva essere definita un luogo sensibile paesaggisticamente, perché vicina alla Valle della Motta». Il secondo aspetto messo in evidenza dalla STAN verteva «sull’impatto paesaggistico e urbanistico del progetto in sé. Il PAC, comunque, gioca un ruolo importante, perché obbliga i Comuni a valutare i progetti futuri anche sulla base di determinati principi, così come la Legge sullo sviluppo territoriale». Abbiamo più volte provato a contattare la società promotrice per una presa di posizione, ma non abbiamo ricevuto risposta.

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