Finanze cantonali

«Occorre più stabilità, sbalzi simili sono difficili da gestire»

Malgrado il mancato introito dalla BNS quest’anno in Ticino non cambierà nulla, ma il direttore del DFE Christian Vitta guarda al 2025, quando la convenzione con la Confederazione sarà rinegoziata
©Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
09.01.2024 17:00

I risultati della BNS, da sempre, sono osservati con grande attenzione dai Cantoni. E questo per un semplice motivo: la distribuzione degli utili dell’istituto centrale può fare una grande differenza tra un consuntivo nelle cifre nere e uno, invece, con un importante deficit. È il caso, ad esempio, pure del Canton Ticino.

Alle nostre latitudini, infatti, nel 2021 e nel 2022 gli importanti utili fatti registrare dalla BNS avevano aiutato non poco ad abbellire le finanze cantonali, facendo registrare entrate da record di, rispettivamente, 164 e 162 milioni di franchi. Nel 2023, poi, come noto dall’istituto non è arrivato nemmeno un franco. E questo malgrado, a preventivo, fosse stata stimata un’entrata di 137 milioni di franchi. E ciò, in soldoni, ha portato a un risultato peggiore del previsto: nel Preventivo 2023 era stimato un deficit di 79,5 milioni, che al momento (al 30 settembre 2023) raggiunge i 167,8 milioni. Stessa storia, come noto, per il 2024, dove da un obiettivo di -40 milioni, il Governo (conscio del fatto che non sarebbero arrivate quote dalle BNS) ha dovuto stimare un deficit di 95,7 milioni. Ad ogni modo, come spiega il direttore del DFE Christian Vitta al Corriere del Ticino, «non avendo previsto alcuna distribuzione dalla BNS nel Preventivo 2024, per noi non cambia nulla». Guardando in prospettiva, però, secondo il consigliere di Stato «il fatto che vi siano riserve di distribuzione negative rimane un fardello pesante e le incognite permangono anche guardando al futuro». In questo senso, va ricordato che il Consiglio di Stato per gli anni 2025-2027 ha previsto l’entrata di due quote da parte della BNS, per un valore di circa 55 milioni annui.

«Proprio pensando ai prossimi anni – aggiunge Vitta –, occorre ricordare che la convenzione di distribuzione degli utili scadrà nel 2025 e la Confederazione dovrà rinegoziare con la BNS i nuovi termini dell’accordo». In questo fase secondo il direttore del DFE, «occorrerà capire quali saranno i meccanismi e che cosa essi prevederanno. In questo senso, potrebbe essere utile avere meccanismi che permettano una maggiore stabilità e regolarità nelle distribuzioni». Negli ultimi anni, ricorda Vitta, «è stato piuttosto difficile fare previsioni: siamo passati dal triennio 2020-2022 in cui la BNS ha distribuito cifre ben sopra la media, agli ultimi due anni nei quali non è stato distribuito nulla. Avere due anni consecutivi senza distribuzione, storicamente, è un dato eccezionale, visto che negli ultimi vent’anni il Ticino in media ha sempre incassato circa 50 milioni». E sbalzi simili, chiosa il consigliere di Stato, «sono difficili da gestire, sia per i Cantoni, sia per la Confederazione».

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