«Ora serve un esame di coscienza»
Il futuro è suo, che ha partecipato alla prima assemblea in rigoroso silenzioso, ad eccezione di un paio di vagiti. La storia del carnevale Rabadan di Bellinzona ha il volto di quel neonato. Quei 161 anni che tutti sperano possano proseguire più serenamente di quanto non lo siano stati ieri sera, con le dimissioni in particolare di due pesi massimi che facevano parte del comitato da tre lustri, il vicepresidente Mauro Bissolotti ed il membro Paolo Deprati. Degli addii polemici in contrasto con il modo di gestire la società da parte del timoniere Giovanni Capoferri, in carica da poco più di due anni, il quale dal canto suo ha rassicurato i presenti. Fra i quali c’erano anche gli ex presidenti Bixio Caprara e Flavio Petraglio, che sono correttamente intervenuti alla fine, a giochi fatti.
«È un lavoro massacrante»
Ma le loro parole hanno colto nel segno. Hanno invitato all’unità, alla coesione. Per il bene del Rabadan, della Città e di coloro che i bagordi li organizzano, li fanno «vivere» e vi prendono parte. Bixio Caprara, alla testa della società per cinque anni fino al settembre 2017, ha affermato che «quello che ho sentito durante l’assemblea mi ha molto ferito. Mi rattrista perché sono amico di chi lascia e di chi rimane. Deve essere un monito: far parte del comitato è un lavoro massacrante, di emme (il termine utilizzato era più colorito; n.d.r.). Tutti sono sempre pronti a spararti addosso: se piove, se nevica, perché ritiene che i prezzi d’entrata sono troppo alti, eccetera. È sempre colpa di qualcuno, insomma. Le discussioni al nostro interno ci sono state, perché è parlando che si trovano le soluzioni. Non si può essere d’accordo su ogni cosa».
L'esempio di Basilea
Nello specifico, rivolgendosi a Giovanni Capoferri, ha rilevato che «le colpe non sono mai da una parte sola. Bisogna farsi un esame di coscienza, soprattutto da parte di chi resta. Serve un gesto di umiltà in quanto il lavoro da fare è immane. Ci si impegna come pazzi tutto l’anno affinché ogni particolare sia pronto per la cerimonia di apertura del giovedì. È uno stress senza fine». Secondo Caprara «tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. Adesso occorre andare avanti portando rispetto per chi c’era prima e fare tesoro di quello che non ha funzionato. Nessuno nasce imparato». L’ex numero uno ha dunque invitato i soci «a dare una mano a superare questo momento. Il modello di Basilea è molto interessante: in comitato sono rappresentati i carristi e le guggen. Il carnevale è vostro, di chi lo fa e della Città. Non guardate al Rabadan come ad un ente esterno. Le finanze sono importanti, devono essere sane. Ma i bagordi non sono i soldi. Sono divertimento».
L’esame di coscienza
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento dell’ex sindaco di Cadenazzo Flavio Petraglio (subentrato come presidente proprio a Caprara, carica che ha ricoperto per quattro anni), secondo il quale «l’addio di due figure storiche che tanto hanno dato alla nostra società deve far riflettere. Serve un esame di coscienza, capire dove e cosa si è sbagliato. Francamente sono preoccupato perché si è parlato tanto di personalismi e pochissimo di carnevale. Non è nemmeno stato presentato nel dettaglio il programma dell’edizione 2024 che inizierà fra quattro mesi…». Il già timoniere si è infine chinato su due aspetti. Il primo: le finanze. Per Petraglio «il risultato del 2023 non è così eccezionale come è stato descritto, essendo in linea con quanto registrato prima della pandemia da coronavirus». Il secondo: i rapporti con il Municipio. Da questo punto di vista è necessario che «la Città si avvicini ulteriormente alla società, che ne segua l’andamento, così che fra 160 anni si possa ancora festeggiare il Rabadan».
Prezzi invariati e braccialetto
La Città, appunto. All’assemblea erano presenti il capodicastero Finanze, economia e sport Fabio Käppeli ed il collega Giorgio Soldini. A prendere la parola, a lavori assembleari conclusi, è stato il primo. Il municipale ha ribadito che l’Esecutivo «vuole bene al carnevale. È una manifestazione che porta allegria e spensieratezza. Abbiamo bisogno della società Rabadan per organizzarlo, ecco perché ringraziamo chi ha fatto parte del comitato e coloro che siedono tuttora nel consesso. La Città c’è, collaboriamo in modo proficuo, ma non possiamo sostituirci al consesso. Siamo e saremo al vostro fianco. E sono sicuro che l’8 febbraio prossimo ci troveremo nella Turrita per dare il via ai festeggiamenti».
Preparativi a buon punto
Il presidente Giovanni Capoferri, da noi avvicinato a fine serata, ha sottolineato di «essere sereno e tranquillo. E sicuro che i quattro nuovi membri di comitato (Laura Losa, Maura Colombo, Marco Poletti e Manolito Lucchini; n.d.r.) daranno il loro contributo per il bene del Rabadan. I compiti riguardanti la logistica che finora erano di competenza di Mauro Bissolotti ce li divideremo io ed altri membri. I preparativi per la prossima edizione sono già a buon punto, non mi preoccupano. Tornerà dopo tre anni il ‘Pranzo del cuore’, mentre siamo in attesa della conferma di una/o o due artisti internazionali per le esibizioni serali. Per il resto sarà come sempre». I prezzi d’entrata, come abbiamo riferito ieri, rimarranno invariati. Rispunta il braccialetto, confermatissime le casse e si cercherà di migliorare la vendita online. Re e regina saranno affiancati dalle damigelle Consuelo Nani, Claudia Dozio, Letizia Tamagni e Selina Madrigali.