Per la Cassa pensioni un’operazione a «costo zero»

Il risanamento dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT) si fa sempre più vicino. E ora, la via privilegiata dalla politica è quella di un maxi-prestito da 700 milioni diviso in due tranche: 250 milioni per intervenire subito sul grado di copertura della Cassa, e altri 450 milioni da affidare in gestione all’IPCT per farli «fruttare» nel corso degli anni sui mercati finanziari e con essi poi ripagare il prestito fatto dal Cantone, sia migliorare ulteriormente il grado di copertura della Cassa. Insomma, la politica - almeno negli intenti - sta cercando una soluzione win-win: da una parte garantire il dovuto grado di copertura per la Cassa che si era preventivato necessitasse di un versamento di 500 milioni e che era richiesto dall’autorità federale di vigilanza, dell’altra riuscire in questo intento con un’operazione a «costo zero» per le casse cantonali.
Dopo l’allarme lanciato dall’Istituto nel giugno del 2019 - quando era stata avanzata la richiesta allo Stato, nel suo ruolo di datore di lavoro, di 500 milioni di franchi -, il Governo senza perdere tempo sei mesi più tardi ha licenziato un messaggio per concedere un contributo, appunto, di mezzo miliardo all’Istituto e coprire così le garanzie date con la riforma del 2012. Una proposta accolta con ben poco entusiasmo dalle principali forze politiche del Cantone, Lega in primis che non ha mai nascosto la volontà di lanciare un referendum se il contributo da mezzo miliardo fosse stato concesso. E quindi, la sottocommissione finanze e la Commissione della gestione si sono sin da subito messe al lavoro per trovare alternative che potessero raccogliere un consenso politico il più ampio possibile. Un’alternativa che ora sembra essere molto concreta, ovvero, come detto, grazie all’anticipo dei contributi dello Stato/Datore di lavoro sottoforma di un maxi prestito a «costo zero» per le finanze del Cantone in quanto gli interessi per ottenere il prestito saranno pagati dall’ICPT.
L’idea del maxi-prestito era già stata presentata a luglio dal consigliere di Stato Christian Vitta e accolta in maniera abbastanza positiva dalla politica. E ieri, dunque, alla ripartenza dei lavori commissionali lo stesso Vitta è tornato in Gestione per presentare una proposta più strutturata in tal senso. Una proposta che, come ci spiega la presidente della Gestione Anna Biscossa (PS), «prevede un anticipo di contributi per 700 milioni da parte del Cantone. Di questi, 250 milioni andranno immediatamente nella contabilità dell’Istituto per aumentare il grado di copertura. Gli altri 450 milioni resteranno in gestione alla Cassa pensione per farli rendere e quindi restituire poi gli interessi al Cantone. E una volta restituiti gli interessi dovuti, l’Istituto potrà trattenere gli altri eventuali interessi aggiuntivi per un ulteriore risanamento della Cassa».


In linea generale, l’orizzonte temporale per il risanamento dovrà essere definito nel rapporto e potrebbe contemplare tempi medio lunghi. «Ma molto dipenderà dall’andamento dei mercati finanziari», spiega la presidente. «Ma l’aspetto interessante - prosegue Biscossa - è che per il Cantone non comporta costi aggiuntivi (ndr, come previsto nel messaggio iniziale del Governo), e al contempo migliora la situazione della Cassa pensioni». «Direi che dopo tutte le discussioni avute in commissione, questa è la soluzione che permette infine di far quadrare il cerchio». E non a caso, conferma la presidente, «almeno sul principio c’è condivisione tra la varie forze politiche e l’obiettivo è portare un rapporto unico in Parlamento nel mese di ottobre».
Referendum sì o no?
Ora, resta da capire quale sarà la posizione della Lega su questa proposta alternativa. I primi segnali, perlomeno rispetto all’ipotesi referendum, sono positivi. Lo stesso presidente della Sottocommissione finanze Michele Guerra (Lega), riguardo alla proposta alternativa parla di un «grande passo in avanti»: «Dopo più di un anno mezzo di analisi e critiche costruttive, siamo riusciti a far trasformare una proposta che prevedeva una grossa donazione a fondo perso di soldi pubblici all’IPCT in un prestito-anticipo remunerato con un tasso di interesse». Ovvero, per Guerra «si tratta di un grande passo in avanti» che va nella direzione auspicata dal Movimento di via Monte Boglia. In ogni caso, precisa Guerra, «la posizione della Lega verrà discussa nei prossimi giorni all’interno del gruppo parlamentare e poi comunicata a tempo debito».