Per un Centro sportivo degno di tale nome
Non è la prima volta. E non sarà nemmeno l’ultima. Nel giorno della finale di Coppa Svizzera fra Young Boys e Lugano nella capitale è finito sotto i riflettori il Centro sportivo in virtù dell’interrogazione interpartitica (primo firmatario è il PLR Matteo Mozzini) inoltrata al Municipio. Si chiede di completare la struttura e di realizzare la copertura esterna della pista di ghiaccio esterna.
L’arrivo all’ombra dei castelli dell’hockey nazionale «targato Swiss League annunciato di recente dai GDT Bellinzona e dall’HC Ambrì Piotta porterà nuovo spettacolo, entusiasmo e attenzione mediatica. Si tratta di un’occasione irripetibile per il movimento hockeistico della Turrita e per lo sport bellinzonese in generale, che riaccende i riflettori sulla mancanza conclamata e persistente di spazi», si legge nella premessa dell’atto sottoscritto pure da Alberto Casari (Unità di sinistra, attuale presidente del Legislativo), Claudio Cattori (il Centro), Michele Egloff (Unità di sinistra), Manuela Genetelli (Lega-UDC), Carmelo Malingamba (PLR) e Davide Pedrioli (il Centro).
Un comparto sotto la lente
Proprio quest’ultimo, nel novembre 2020, era stato l’artefice (assieme a 14 colleghi di plenum) di una mozione che chiedeva il riordino della vasta area che comprende gli istituti medio superiori, lo stadio, l’Istituto di ricerca in biomedicina ed il Centro sportivo appunto. Un comparto che sarà oggetto di una pianificazione particolareggiata nell’ambito della prima fase di attuazione del Programma d’azione comunale che «disegna» la Turrita dei prossimi 15-20 anni. «È tempo di completare il Centro sportivo e consentire alla capitale di sfruttarne appieno le sue enormi potenzialità. Non si tratta solo di aumentare l’offerta a cittadini, scuole e società della regione, ma anche di incrementare l’attrattiva di Bellinzona nei confronti dell’interessante mercato del “turismo sportivo”, fatto di eventi, competizioni e campi d’allenamento che possono generare ricadute finanziarie per i settori della ristorazione, alberghiero e del commercio della città, così come assicurare maggiori introiti per la gestione corrente del Centro stesso», osservano Matteo Mozzini e gli altri consiglieri comunali.
Lo studio in corso
Sfondano porte aperte, almeno per quanto riguarda il principio, visto che l’Esecutivo sta puntando con decisione sullo sport quale vettore anche turistico. A tal punto che è in corso lo studio per valutare la realizzazione di un vero e proprio campus fra il vetusto stadio Comunale (che sarà oggetto di un ammodernamento a tappe) ed il Bagno pubblico. Oggi, dopo tre decenni, secondo gli autori dell’interrogazione è necessario mettere mano alla struttura edificata nel 1993 - la piscina coperta e la pista di pattinaggio - dal compianto architetto Aurelio Galfetti.
L’arrivo dei Rockets
La visione era quella di un complesso polisportivo, in grado altresì di accorpare il Bagni pubblico e i campi da tennis. «Una visione al passo con i tempi e le mutanti necessità dell’utenza che appare purtroppo oggi disordinata e incompiuta. Disordinata perché malgrado gli intenti non si è riusciti né ad amalgamare le diverse componenti del Centro, benché fisicamente adiacenti l’una all’altra, né a creare armonia e praticità di fruizione, con entrate separate e opposte ai posteggi, muri e recinzioni divisori tra le parti, ecc. Incompiuta, invece, per la mancanza di una struttura ricettiva che permetta di ospitare colonie, campi d’allenamento, eventi sportivi di spessore, ma anche e in particolare per l’assenza di una seconda superficie ghiacciata coperta».
Secondo Mozzini e colleghi non si può più procrastinare la copertura della pista di pattinaggio esterna. Tanto più adesso che sono nati i Bellinzona Rockets (grazie alla collaborazione fra l’HCAP e i GDT) che andranno a sostituire i Ticino Rockets in Swiss League