Per una società rinnovabile il Cantone raddoppia gli sforzi

L’obiettivo è noto: raggiungere una società al cento per cento rinnovabile, possibilmente entro il 2050. La strada da percorrere è dunque ancora lunga, ma malgrado la via intrapresa sia quella giusta, il Governo intende intensificare gli sforzi (finanziari e non) per accelerare la svolta energetica nel nostro cantone. È questa, in estrema sintesi, la premessa dei tre messaggi approvati dal Consiglio di Stato negli scorsi giorni e presentati ieri alla stampa dal Dipartimento del territorio.
Più nel dettaglio, gli strumenti tramite i quali il Governo vuole dare una spinta ecologica al cantone sono tre: l’aggiornamento della legge cantonale sull’energia (Len); il rinnovo del fondo per le energie rinnovabili (FER); e infine un credito quadro di 50 milioni per gli incentivi cantonali, che verranno essenzialmente raddoppiati per i cittadini che sceglieranno l’energia pulita.
Adeguamento della legge
L’aggiornamento della Len, ha spiegato il capo della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo Giovanni Bernasconi, «è un adeguamento necessario per il raggiungimento dei nuovi obiettivi energetici e climatici». In questo senso, ha aggiunto Bernasconi, «alla luce dei cambiamenti climatici in corso, anche se i risultati raggiunti in questi anni sono molto positivi (si veda il box a fianco, ndr), occorreva incrementare gli sforzi». Da qui la necessità di aggiornare la Legge. Essenzialmente gli indirizzi di questo aggiornamento legislativo riguardano gli edifici (da concepire e realizzare in modo efficiente ed efficace), il teleriscaldamento e la mobilità. Le principali nuove norme, però, riguardano essenzialmente il settore degli edifici. È infatti previsto nella nuova legge che tutti «i nuovi edifici devono dotarsi della necessaria impiantistica per produrre una parte di energia elettrica (...) tramite l’impiego di fonti rinnovabili». Inoltre, l’impianto in questione, generalmente fotovoltaico, «deve avere almeno una potenza di 10 Watt per metro quadro».
Per quanto riguarda, invece, gli edifici già esistenti a cui si intende sostituire l’impianto di riscaldamento, quest’ultimo dovrà produrre almeno il 10% di energia termica da fonti rinnovabili.
Da segnalare, sempre riguardo alle novelle legislative della Len, che i Comuni potranno imporre ai proprietari delle case l’allacciamento «entro un congruo termine» del «proprio edificio a una rete di teleriscaldamento pubblica». Ciò a patto che il prezzo dell’energia sia «economicamente sostenibile per rapporto a impianti di riscaldamento convenzionali».
Infine, una nuova norma permetterà l’utilizzo dei riscaldamenti all’aperto (come ad esempio i classici funghi fuori dai bar) unicamente se «alimentati con energia rinnovabile o tramite calore residuo altrimenti inutilizzabile». Lo stesso principio varrà anche per la costruzione o il risanamento di piscine all’aperto.
Il fondo
Il secondo messaggio approvato dal Governo, come detto, riguarda il rinnovo del fondo per le energie rinnovabili (FER). In sostanza, il Governo ne chiede il rinnovo per il periodo 2021-2024 e un credito aggiuntivo straordinario di 5 milioni. Inoltre viene chiesto di poter estendere «la possibilità di finanziamento alle analisi, agli studi di fattibilità e alla progettazione ed esecuzione di progetti innovativi nel settore dell’energia e del clima», quali ad esempio l’utilizzo di impianti ad idrogeno e a metano sintetico.
Più risorse
L’ultima importante novità, come detto, riguarda il raddoppio del programma cantonale d’incentivi energetici che arriverà a quota 50 milioni per il periodo 2021-2025. A questi, ha precisato il direttore della Divisione dell’ambiente Sandro De-Stefani, «vanno ad aggiungersi 80 milioni di contributi della Confederazione, per una spesa totale di 130 milioni in cinque anni». Contributi della Confederazione che, ha aggiunto, «per rapporto ai contributi cantonali sono molto interessanti: per ogni franco speso dal Cantone, la Confederazione ne mette a disposizione due, e probabilmente in futuro diventeranno tre». Ma non è finita qui, ha rimarcato De-Stefani: «L’indotto stimato è di 800 milioni, che potranno dare un contributo tangibile all’economia cantonale in una fase molto difficile». Questi incentivi, ricordiamo, serviranno in particolare per il risanamento del parco immobiliare esistente, le nuove costruzioni ad elevato standard energetico, la conversione di impianti a combustibili fossili o elettrici diretti e la produzione di energia da fonti rinnovabili quali pompe di calore, pellet, solare termico e a biomassa.
"Niente rivoluzioni ma vogliamo essere ambiziosi"
Non ci saranno rivoluzioni, anche perché la strategia adottata in passato si è dimostrata efficace», ha spiegato il direttore del Territorio Claudio Zali presentando il «Pacchetto ambiente», aggiungendo però che il suo Dipartimento intende, su questo fronte, «essere più ambizioso». L’obiettivo generale, ha rimarcato il consigliere di Stato, «è dipendere meno dai combustibili fossili e produrre più energia rinnovabile». E per fare ciò «non introdurremo tasse aggiuntive, bensì più incentivi e qualche misura puntuale di restrizione», ha precisato Zali, definendo il pacchetto un «progetto equilibrato».
Più in generale, riguardo al tema dei cambiamenti climatici, il direttore del Territorio ha voluto mandare un messaggio anche ai giovani: «Quando vedo i giovani che protestano in piazza e che organizzano scioperi sono contento, perché significa che c’è la giusta attenzione per questi problemi. Ma non deve passare il messaggio che il Cantone non fa nulla a questo proposito: siamo nel gruppo di testa dei Cantoni più virtuosi e la nostra politica ambientale viene apprezzata. E in testa a questo gruppo vogliamo rimanere ed è per questo che ora raddoppiamo lo sforzo economico per i prossimi cinque anni. Facciamo una politica senza clamore, ma la facciamo». Zali al termine della presentazione ha anche annunciato che presto arriveranno altri messaggi inerenti alla politica ambientale, che però questa volta riguarderanno soprattutto la mobilità.
