Il caso

«Persino l'IBM si era interessata a noi»

Processo per il caso Airlight: la ricerca dei capitali per la commercializzazione della tecnologia sviluppata ha portato la società di Biasca ad entrare in contatto con grandi aziende internazionali
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
21.03.2023 15:15

L’interesse internazionale per l’Airlight Energy Manufacturing non mancava. Almeno secondo gli ex dirigenti a processo da oggi per il fallimento da 25 milioni di franchi della società di Biasca. Persino l’IBM, la prestigiosa azienda statunitense attiva nel settore informatico, si era avvicinata alla giovane e promettente SA ticinese, impressionata dall’avanguardistica tecnologia. Tanto che a San Francisco ci fu una presentazione.

Fra Giappone e Cina

E poi altre imprese, come il gruppo italiano Falck (fondato nel 1906, si è riconvertito negli ultimi anni alla produzione di energia elettrica), una società giapponese ed un’altra in Cina, ad Hong Kong. «Guardate, dopo l’attenzione dimostrata dall’IBM nei nostri confronti i clic sul sito Internet sono passati da 200 ad 80.000 al giorno», ha affermato l’ex presidente del Consiglio di amministrazione della holding.

La mancata certificazione

La ricerca dei capitali necessari per l’industrializzazione e la commercializzazione dell’innovazione brevettata è proseguita pure nel 2016, anno in cui, ricordiamo, vi è poi stato il deposito dei bilanci in Pretura (in agosto). «La certificazione ci avrebbe consentito di trasformarci da start-up in una società in grado di vendere il prodotto. E avrebbe fruttato, di conseguenza, milioni di entrate», ha osservato l’ex amministratore unico. Il quale ha aggiunto che il programma di risanamento concordato fra i vertici avrebbe permesso di concentrarsi esclusivamente sullo sviluppo dell’impianto posato in Marocco. Solo che, come abbiamo riferito stamattina, non è arrivato l’agognato via libera all’idea elaborata nei laboratori biaschesi.

Respingono le accuse

Gli imputati, ricordiamo, a vario titolo devono rispondere di amministrazione infedele aggravata, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori, favori concessi ai creditori e cattiva gestione. I dirigenti dell’Airlight respingono le accuse. Nella giornata odierna si concluderà l’istruttoria dibattimentale (in particolare si passeranno in rassegna, punto per punto, le varie fattispecie che vengono loro rimproverate), mentre domani la parola passerà alle parti per requisitoria ed arringhe. La sentenza verrà pronunciata nelle prossime settimane.

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