Politica

Preventivo e imposta di circolazione, scintille in vista

I conti del Cantone e l’iniziativa sull’imposta di circolazione questa mattina s’incroceranno in Gestione –La discussione si preannuncia accesa: gli iniziativisti pronti a mettersi di traverso sulla proposta del Governo – Dadò: «Potrebbe rappresentare un ostacolo nelle discussioni sul preventivo»
Preventivo e imposta di circolazione: uno scottante incrocio di dossier ©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
22.11.2022 06:00

Si preannuncia una riunione quantomeno tesa, questa mattina, in seno alla Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio.

Da tempo, l’organo parlamentare sta discutendo un dossier parecchio «caldo», il Preventivo 2023. Sui conti del Cantone, però, al momento tra i partiti non c’è ancora un’intesa. Ma il tempo stringe: per portare il documento in aula a dicembre, il rapporto commissionale andrebbe firmato la prossima settimana, entro il 29 novembre.

Ora, però, a complicare le cose c’è il fatto che da questa mattina al Preventivo 2023 andrà ad aggiungersi (o meglio, a incrociarsi) un altro dossier che infiamma: l’imposta di circolazione recentemente votata dal popolo.

L’inghippo

Come noto, sull’imposta di circolazione il Governo ha licenziato un messaggio che, per ovviare ad alcune problematiche, contiene perlomeno una differenza sostanziale rispetto all’iniziativa votata dal popolo: l’Esecutivo, per evitare di penalizzare i veicoli nuovi ha modificato la formula. Ma per rendere questa operazione finanziariamente neutra ha pure introdotto un coefficiente di moltiplicazione che sostanzialmente andrà ad aumentare l’imposta del 12,7%, rispetto al progetto originale, a tutti i veicoli. Una differenza che gli iniziativisti del Centro/PPD ritengono inaccettabile. E che – per usare le parole del presidente del Centro/PPD Fiorenzo Dadò – ora «potrebbe rappresentare un ostacolo nella discussione sul preventivo».

La frecciatina

Insomma, il dossier dei conti del prossimo anno e quello dell’imposta di circolazione entreranno in rotta di collisione e, molto probabilmente, creeranno qualche scintilla tra i partiti. «Sicuramente domani (ndr. oggi per chi legge) il tema dell’imposta di circolazione si incrocerà con quello del preventivo», conferma al Corriere del Ticino Fiorenzo Dadò, che oltre a essere presidente del partito, quest’anno è pure presidente della Gestione. Dadò non esita poi a lanciare una frecciatina all’indirizzo dell’Esecutivo. «Bisogna proprio dire che questo Governo è autolesionista: prima ha fatto di tutto per farci portare il preventivo in aula a dicembre, chiedendoci se possibile di non modificarne le cifre. Poi ci presenta una provocazione di questo genere? Evidentemente domani rischieranno di esserci problemi».

Le richieste del Centro

Ma fino a che punto si spingerà il Centro/PPD se la proposta del Governo farà breccia in Gran Consiglio? Fino a non sostenere il Preventivo 2023? «Quello che capiterà lo vedremo», risponde Dadò, senza sbilanciarsi. «Ma quanto posso dire – prosegue il presidente del Centro/PPD – è che il popolo si è espresso e ha dato un chiarissimo segnale su quale direzione deve prendere l’imposta di circolazione». E modificarla come proposto dal Consiglio di Stato «sarebbe uno sgarro istituzionale gravissimo: un grave danno d’immagine per la democrazia e per le istituzioni, non tollerabile».

Ecco perché, ribadisce Dadò, «noi proporremo di seguire quanto espresso dal popolo alle urne. E, prima di portare avanti le discussioni sul preventivo, occorrerà chiarire cosa fare con l’imposta di circolazione». La principale richiesta del Centro/PPD, va da sé, è quella eliminare il coefficiente di moltiplicazione introdotto dal Consiglio di Stato. «La nostra richiesta è di approvare ‘tout court’ quanto plebiscitato dal popolo. Quindi, evidentemente, nella proposta del Governo la prima cosa che non funziona è il moltiplicatore. Un coefficiente che sicuramente va tolto».

Idee contrastanti

Trovare una soluzione che soddisfi tutti, però, sarà difficile. Già la scorsa settimana, infatti, sulla proposta del Governo i partiti avevano espresso posizioni e ricette diverse. Se l’UDC aveva chiarito di appoggiare la posizione del Centro/PPD, la Lega si era mostrata più cauta. Da PS e Verdi, invece, era giunto il secco «no» all’ipotesi di ritoccare verso il basso il gettito complessivo per lo Stato. Infine, dal PLR era arrivata un’altra ipotesi, ossia uno sconto lineare del 10% per tutti.