Prima o poi bisogna scegliere: Lugano, che lungolago vuoi?
Era atteso, tanto. Ma a quasi un mese dalla presentazione ufficiale, al Piano direttore comunale (PDcom) sembra sia stata data solo una timida sbirciata dalla politica. Non da tutti, beninteso. Comprensibile, però, visto che stiamo parlando di un documento strategico di ben 245 pagine piene zeppe di informazioni e progetti che proietta Lugano in avanti di venticinque anni. Non propriamente una leggera lettura serale.
Breve inciso: il Consiglio comunale non dovrà approvare o bocciare il PDcom, ma solo discuterlo. Il Legislativo sarà comunque chiamato ad esprimersi più volte in futuro sulla procedura che accompagnerà il documento verso l’applicazione, per esempio sui crediti per allestire le varie revisioni dei Piani regolatori della città. A grandi linee, il documento si focalizza principalmente su aree verdi e mobilità lenta, con un progressivo protagonismo del pedone e una riduzione del traffico. Abbiamo quindi tastato il polso della politica comunale inizialmente su una prima impressione generale, poi su un progetto più puntuale e impattante, ovvero la proposta di creare un’ampia zona pedonale sul lungolago (a nord del LAC, per intenderci) al fine di mitigare significativamente il traffico e promuovere la fruizione pedonale dell’area.
Scetticismo, cautela e interesse
Prima, le considerazioni generiche. Dubbioso e critico il capogruppo UDC e già municipale della Città, Tiziano Galeazzi, che ricorda come «nella scorsa legislatura discutemmo più volte il PDcom e fui molto scettico su diversi aspetti, tra cui la mobilità di Lugano proiettata nel 2050. Gli "specialisti" avevano puntato più su una visione odierna che su un’immaginazione futura. Questa non è lungimiranza, difficile da percepire, ma essenziale per chi è chiamato a progettare il futuro. Bisogna lavorare più di fantasia e meno di ideologia». Per il capogruppo dei Verdi, Danilo Baratti, l’intento del documento è portare avanti «ciò che Esecutivo e Legislativo faticano a fare: immaginare davvero un futuro invece di limitarsi a replicare, con qualche timido aggiustamento, il presente. In Municipio ci sono resistenze e mi aspetto una diffusa ostilità in Consiglio comunale: il respiro del mondo politico, sempre più dominato da preoccupazioni elettorali, è più corto». Cauto, invece, il fronte Lega, che per bocca del capogruppo Lukas Bernasconi considera prematuro fare valutazioni sul PDcom «senza aver prima fatto gli opportuni approfondimenti».
Di contro, l’indirizzo e l’impostazione del documento sono per la capogruppo della Sinistra, Nina Pusterla, «estremamente interessanti, proprio in virtù del suo carattere globale, foriero di una nuova identità». «È bene che la Città si doti di uno strumento come quello del PDCom, non fosse altro per il processo di analisi dati ed elaborazione di obiettivi che necessitano, dopo le aggregazioni del 2013, di essere ripensati sulla nuova scala territoriale», è invece l’opinione del vicecapogruppo del Centro, Michele Malfanti. Ma c’è un ma. «Aspetti importanti per il tessuto sociale, riguardanti lo sviluppo economico nell’ambito del lavoro, della produzione e dell’artigianato sembrano essere, malauguratamente, messi in secondo piano o trascurati», precisa Malfanti. Sul fronte liberale radicale, la consigliera comunale e membro della Pianificazione, Céline Antonini, parla di un PDcom «denso e variegato», che «andrà approfondito in modo accurato nei prossimi mesi. Di primo acchito ci sembrano mancare delle indicazioni su quelle che saranno le vere priorità del Municipio tra le molte proposte evocate dal PDCom e come pensa di concretizzarle. Ci sembra importante garantire che questo non sia stato solo un "esercizio di stile", ma un documento che possa fungere da linea guida per il futuro della città». Dubbioso è anche Dario Petrini, capogruppo di Avanti con Ticino&Lavoro, che solleva una domanda puntuale a fronte degli obiettivi che si vorrebbero raggiungere con il PDcom: «Lugano ha il potenziale finanziario, logistico e politico per sostenere questa progettualità? Con i tempi che corrono, diventa difficile pensare alla realizzazione di tutte queste opere con una forza finanziaria che non lascia ben sperare».
Più sì che no
Ora, entriamo più nel dettaglio con il progetto di riduzione del traffico sul lungolago. L’UDC ribadisce il concetto della "Vertical-mobility", che riguarda «lo spostamento verticale e orizzontale con mezzi di collegamento non al suolo presente in altre nazioni e in via di sviluppo», spiega Galeazzi. Per Baratti, invece, la proposta di creare un’ampia zona pedonale è buona, ma la stessa «va collocata dentro un ripensamento generale della mobilità e del rapporto tra uomo e spazio urbano». Sul fronte Lega si respira invece scetticismo, con Bernasconi che parla di «indirizzi contenuti nel documento da verificare nella loro effettiva applicabilità, in particolare riguardo alle attività economiche e la localizzazione dei posti di lavoro. Il PDcom prevede un centro prevalentemente residenziale, senza posteggi, senza auto, con negozi ma senza uffici. Apprezzo maggiormente un modello urbanistico con quartieri multifunzionali dove le imprese possano crescere e le relazioni sociali stringersi. La pedonalizzazione deve essere accompagnata da opportune soluzioni per non penalizzare le persone e le attività economiche». Pedonalizzazione ritenuta invece «fondamentale» dalla Sinistra, perché «sarebbe il simbolo di un vero cambiamento di mentalità nei confronti della destinazione dello spazio pubblico: il centro città e l’accesso al lago devono essere vissuti e partecipati, non flagellati da traffico e parcheggi. Ciò implica forzatamente una revisione totale della mobilità pubblica e privata», spiega Pusterla. Un’ampia zona pedonale è «l’intervento manifesto» per Malfanti, che «riassume in sé lo spirito e le intenzioni che stanno alla base della proposta del PDcom. Il recupero dello spazio sul lungolago, destinato prevalentemente alle attività sociali e a carattere pedonale, riteniamo sia imprescindibile per conseguire la nuova identità di tutto il centro cittadino». Infine, viene vista di buon occhio dal PLR l’intenzione di «proporre alternative allo status quo – puntualizza Antonini –. Sarà tuttavia fondamentale capire quale sarà la strategia del Municipio per ridurre il traffico e permettere di attuare realmente questo tipo di iniziative».