Ticino

Quei 100 milioni di danni (in Vallemaggia) e la delusione per la risposta da Berna

Durante il consueto incontro tra il Consiglio di Stato e la Deputazione ticinese alle Camere federali si è discusso della ricostruzione della Vallemaggia, ma pure delle preoccupazioni per la situazione delle finanze e della strategia della Posta
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
20.11.2024 18:30

Il capitolo finanziario, quello della strategia della Posta, ma anche quello relativo alla ricostruzione della Vallemaggia dopo la terribile alluvione del 30 giugno. Questi, in sintesi, gli argomenti trattati nella consueta riunione tra il Consiglio di Stato e la Deputazione ticinese alle Camere federali in vista della sessione invernale del Parlamento, al via il 2 dicembre.

Lettere e contro-lettere

Al capitolo Vallemaggia il presidente del Governo e quello della Deputazione – Christian Vitta e Piero Marchesi – non hanno mancato di sottolineare nuovamente la loro delusione per la risposta ricevuta dalla presidente della Confederazione, Viola Amherd, alla lettera spedita in ottobre dalle tre Deputazioni (Ticino, Grigioni e Vallese) per chiedere a Berna «tutto il sostegno possibile» dopo i nubifragi che hanno toccato le tre regioni. Risposta in cui, come ricordato da Vitta, sono stati sì garantiti gli aiuti in forma ordinaria, previsti per legge, ma non quelli di natura straordinaria. «Ma di fronte a questa situazione – ha rimarcato il consigliere di Stato – ci attendiamo dalla Confederazione un intervento di natura straordinaria». Motivo per cui, il Governo ha deciso di scrivere nuovamente a Berna, ma questa volta all’indirizzo dei consiglieri federali Albert Rösti e Guy Permelin, «per manifestare le nostre preoccupazioni per gli importanti costi per la ricostruzione e per l’accompagnamento del settore agricolo». Costi che – ha precisato per la prima volta Vitta – si stima dovrebbero aggirarsi per il Ticino attorno ai 100 milioni di franchi. Una cifra straordinaria, appunto, per la quale servirebbero interventi ben oltre l’ordinario. Per fare un esempio, ha spiegato Vitta, «la ricostruzione del Ponte di Visletto, che costerà diversi milioni, sicuramente più di una decina, gli aiuti di tipo ordinario non arriverebbero» e dunque il costo sarebbe tutto a carico del Cantone. L’intenzione del Governo e della Deputazione, dunque, è quella di «lavorare a tenaglia, su due fronti» per mettere pressione sul Consiglio federale. «Il nostro lavoro non finisce qui», ha assicurato in tal senso Marchesi. Nel frattempo, ha inoltre riferito Vitta, il lavoro del Governo per il messaggio sulla ricostruzione all’indirizzo del Gran Consiglio è sostanzialmente a buon punto ma, appunto, prima di presentarlo si attendono ulteriori risposte da Berna.

Il compromesso e il Piano B

Durante la riunione, si è pure parlato molto di finanze. In primis riguardo all’annunciata manovra di risparmi della Confederazione (per un importo di circa 5 miliardi) sulla quale c’è parecchia preoccupazione a livello cantonale. Su questo fronte vi sarà «un monitoraggio costante» assieme alla Deputazione ticinese. Sul tema «sempreverde» della perequazione intercantonale il Consiglio di Stato ha recentemente scritto alla consigliera federale Karin Keller-Sutter, mentre la Deputazione, ha spiegato Marchesi, «farà ulteriori passi nei confronti dell’Esecutivo federale e con i colleghi di altri Cantoni che potrebbero essere interessati a modificare l’ordinanza nel corso del 2025».

Nell’incontro si è poi discusso anche di un tema «caldo» che sarà trattato a Berna proprio durante la sessione invernale: l’abolizione del valore locativo. Su questo fronte Vitta ha ribadito le preoccupazioni dei Cantoni alpini, con molte case secondarie, che potrebbero perdere gettito fiscale dall’eventuale abolizione. Ma, è stato ricordato, mentre al Nazionale si è optato per l’abolizione tout court, agli Stati in dicembre sarà sottoposta una soluzione di compromesso che permetterebbe ai Cantoni di tassare le residenze secondarie, evitando così di perdere troppo gettito fiscale. «Da parte nostra – ha evidenziato il presidente del Governo – la posizione è chiara: sarebbe meglio che non venga abolito il valore locativo. Ma se ciò dovesse avvenire, ecco che questa soluzione di ripiego (ndr. quella che sarà discussa alla Camera alta) sarebbe un Piano B che potremmo poi affrontare nell’ambito della votazione popolare, perché essendo (ndr. la nuova tassa) una modifica costituzionale il voto sarebbe assicurato». Tutto ciò, chiaramente, se anche il Nazionale si allineerà alla proposta di compromesso.

Il coordinamento tra Governo e Deputazione, infine, proseguirà anche riguardo alla strategia della Posta (e le relative chiusure degli uffici postali). Da questo punto di vista Marchesi ha fatto sapere che la Deputazione incontrerà il CEO Roberto Cirillo durante la prossima sessione invernale, mentre Vitta ha ricordato che il Consiglio di Stato incontrerà nuovamente i vertici del Gigante giallo all’inizio del 2025.