Mendrisio

Ragioni (e reazioni) della battaglia vinta dal prof

Il Tram ha accolto il ricorso del docente della SPAI Roberto Caruso, che la Direzione scolastica in giugno ha allontanato all’improvviso – «Sono euforico soprattutto per i miei allievi», ma il ritorno in cattedra non è ancora certo
Battaglia vinta. ©CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
19.08.2024 16:37

«Oggi sono euforico, prima di tutto per i miei ragazzi, se tornerò a scuola (e spero che sarà così) sarò felice soprattutto per loro, ma anche per i miei colleghi. Credo che con questa decisione il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) abbia dato una lezione severa e giusta riguardo la nozione di stato di diritto al DECS, dimostrando coraggio». Per il docente della SPAI Roberto Caruso la sentenza del Tram è una vera vittoria. Magari non della guerra, ma solo di una battaglia, però una vittoria di quelle che danno fiducia e forza d’animo. Ma che avvalorano anche lavoro e professionalità, messi in dubbio dalla sospensione con effetto immediato intimatagli dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) lo scorso 5 giugno (ci torneremo tra poco).

Il suo sentimento di sollievo euforico è condiviso da chi gli sta accanto dal febbraio scorso: l’OCST, che ha affidato a una nota la sua reazione. Accogliamo «con estrema soddisfazione la decisione del Tram – si legge nel testo – che ha disposto l’annullamento della sospensione dal servizio decisa dal Consiglio di Stato, riabilitando inoltre il buon nome del docente e la sua seria professionalità e dedizione all’insegnamento».

A scuola

Ma cosa era successo lo scorso 5 giugno? Caruso era stato sospeso all’improvviso, a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico, ricevendo la comunicazione nel corso di una pausa dalle lezioni. Il motivo? «Comportamenti inadeguati in riferimento a toni irrispettosi avuti nei confronti dei diretti superiori», si ricorda nella sentenza datata 13 agosto.

La vicenda nelle scorse settimane aveva fatto molto discutere. E sollevato da una parte reazioni di solidarietà nei confronti del professore (da parte di colleghi e allievi, soprattutto), dall’altra perplessità per le modalità dell’allontanamento. Dubbi erano legati anche al fatto che, precedentemente, Caruso aveva denunciato un clima di malessere all’interno della SPAI (cfr LaDomenica del 23 giugno).

Il diritto violato

Al centro della questione giuridica il diritto di essere sentito in merito alla procedura di sospensione (che prospetta anche un possibile licenziamento). Caruso lamentava il fatto di non aver potuto fornire la sua versione della vicenda.

Un diritto che, per il Tram, avrebbe dovuto essere garantito. Anche perché «la dispensa dall’obbligo di sentire le parti – citiamo la sentenza – è applicabile soltanto in situazioni eccezionali, che l’autorità deve rendere verosimili e che fanno apparire l’interesse dell’immediata adozione del provvedimento cautelare superiore all’interesse al diritto di essere sentito».

Questa vicenda non può tuttavia rientrare nella cornice dell’eccezionalità, spiegano i giudici Flavia Verzasconi, Matteo Cassina e Fulvio Campello: «Non si intravedono circostanze atte a giustificare una rinuncia alla preventiva audizione del ricorrente; il Governo non invoca infatti alcuna situazione di pericolo: indicando sommariamente che la permanenza in servizio del docente si sarebbe rivelata inopportuna, l’autorità di nomina non ha dato atto di alcuna particolare urgenza che potesse giustificare la sospensione immediata del docente». Il Tram va anche oltre, spiegando che una «diversa conclusione finirebbe per tradursi in un incentivo alla sistematica violazione del diritto di essere sentito da parte delle autorità di prima istanza».

Decisione sospesa

L’accoglimento del ricorso non rappresenta tuttavia né un ritorno certo in cattedra a settembre, né un punto finale della vicenda. Decisivo in tal senso sarà un incontro in agenda giovedì. «Ad oggi il Consiglio di Stato non ha ancora ritirato la propria decisione di prospettato licenziamento», chiarisce l’OCST. Cruciale sarà l’udienza di giovedì «presso la Commissione conciliativa dei dipendenti dello Stato», aggiunge il sindacato. Detto con le parole di Caruso: «Io dal 13 agosto sono reintegrato come docente perché la mia sospensione è stata annullata, se giovedì dovesse però confermare il prospettato licenziamento non sarebbe più così. Di fatto sono certamente docente per questa settimana, di conseguenza ho chiesto al mio direttore di poter avere l’orario delle lezioni e di riattivare i miei account lavorativi. Mi ha risposto che attende indicazioni dalla sezione amministrativa».

L’interpellanza

Sul tema nelle scorse ore – ma prima che venisse divulgata la sentenza – sono tornati anche i granconsiglieri Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi (MPS) con un’interpellanza. Un testo in cui si definisce la storia di Caruso «preoccupante» sia da punto di vista del diritto che da quello finanziario. Al Governo chiedono se abbia già «discusso del licenziamento del docente (eventuale ndr) e se condivide la linea del DECS».

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