Recuperata la trivella affondata nel Ceresio
È stata recuperata ieri sera la trivella a motore inabissatasi lo scorso 14 settembre nelle acque del Ceresio a Melide. A confermarlo al Corriere del Ticino è il comandante dei Pompieri di Lugano, Federico Sala. «Il macchinario è stato riportato in superficie attorno alle 21.30 da una ditta specializzata con l'ausilio di una gru, approfittando della chiusura dell’autostrada per altri lavori». Un operazione complessa, con l'imponente macchinario che si era adagiato sul fondale a una decina di metri di profondità.
La trivella è poi stata issata su una chiatta e trasportata al porto della foce di Lugano, dove nel pomeriggio è stata caricata su un rimorchio della ditta che ha curato il recupero (la Martinetti SA). I Pompieri di Lugano erano presenti come supporto e nella giornata odierna hanno provveduto a ritirare gli sbarramenti galleggianti, posizionati a suo tempo insieme ai colleghi di Melide per permettere il contenimento e la neutralizzazione del liquido inquinante fuoriuscito dal macchinario. Fortunatamente, conferma Sala, «oggi non risulta alcun inquinamento» e lo sversamento, probabilmente di carburante, è stato dunque minimo.
L’incidente, come riferito lo scorso 24 ottobre, era nel frattempo finito sul tavolo del Ministero pubblico con l’apertura di un procedimento penale coordinato dal procuratore pubblico Luca Losa che dovrà definire eventuali responsabilità. La stessa, stando a nostre verifiche, nel frattempo prosegue anche sulla base delle verifiche, ora possibili, sul macchinario e sull’attrezzatura.
Le onde del lago
Ma che cosa era successo, quasi quattro mesi fa? La trivella, di proprietà di una ditta terza, avrebbe dovuto effettuare dei lavori commissionati dall’USTRA nella zona sotto il ponte diga di Melide – davanti alla stazione FFS per intenderci – ed era stata trasportata sul posto da una chiatta della SNL. Come riferitoci dallo stesso Ministero pubblico, «per cause che l’inchiesta deve stabilire, quel giorno, in un contesto di moto ondoso provocato dalle forti raffiche di vento, del materiale presente sopra una zattera da lavoro, tra cui una trivellatrice, si era dapprima spostato per poi cadere in acqua».
Una parte degli idrocarburi contenuti nel macchinario aveva iniziato a fuoriuscire generando un principio di inquinamento delle acque. «Nell’immediato, agenti della Polizia cantonale, i pompieri di Melide e i pompieri di Lugano avevano posizionato degli appositi sbarramenti galleggianti per permettere il contenimento e la neutralizzazione dell’inquinante».