Residenze per anziani e un nido: ecco la nuova vita dell’ex BIC
Che cosa fare dello stabile ex BIC, a Melide, è un tema che impegna la politica da oltre 20 anni. Almeno da quando, nel 1999, il Municipio aveva dato il via libera all’acquisizione del fondo che ospita la vecchia fabbrica, ormai in disuso. E che entro la fine dell’anno potrebbe conoscere quale sarà il suo futuro. O meglio, quale sarà la sua nuova «pelle», visto che la destinazione sarà quella già approvata dal Consiglio comunale oltre un decennio fa: una struttura per anziani autosufficienti con spazi di pubblica utilità quali una sala multiuso e un asilo nido.
Il messaggio
Come si evince dal messaggio municipale pubblicato di recente, la formula scelta per portare avanti il progetto è particolare: l’Esecutivo melidese prevede infatti un concorso per l’assegnazione di un diritto di superficie sul terreno, che è di proprietà comunale. In buona sostanza, dopo l’approvazione da parte del Legislativo, tra maggio e giugno verrà aperto il concorso, che si chiuderà tra agosto e settembre. Vi potranno partecipare privati interessati a realizzare la nuova struttura, idealmente alta tre piani, i quali dovranno farsi carico dei costi di demolizione e dell’eventuale risanamento. Il Municipio stima che il futuro stabile potrà ospitare 15-20 appartamenti da uno o due locali oltre (al pianterreno) a degli spazi di pubblica utilità per il Comune (un asilo nido, una sala polivalente e dei locali ad uso magazzino/deposito).
Massimo sessant’anni
Il diritto di superficie avrà una durata massima di 60 anni a partire dalla data di iscrizione a Registro fondiario (idealmente entro il 31 dicembre 2026), mentre il canone d’affitto riscosso a partire dalla conclusione dei lavori di edificazione avrà una base d’asta di 50 mila franchi annui; cifra «che rispecchia delle condizioni favorevoli rispetto alla situazione di mercato, proprio per permettere all’offerente di realizzare le pigioni contenute nel rispetto dello scopo perseguito dal Comune». Ovviamente, non saranno accettate soluzioni fantasiose (niente struttura in vetro oscurato con statue giapponesi in marmo bianco, per intenderci). Su questo punto, il Municipio è stato tassativo. «La nuova edificazione deve inserirsi in modo armonioso nel contesto tenendo conto in particolare del nuovo nucleo storico e della futura piazza comunale. L’espressione architettonica della nuova edificazione deve essere qualitativamente elevata per quanto riguarda sia l’impianto tipologico, sia il disegno delle facciate e della copertura». «Siamo molto soddisfatti», commenta il sindaco Angelo Geninazzi. «Questo progetto promuove l’intergenerazionalità e smuove anche altre infrastrutture comunali come la sala multiuso e l’asilo nido». Insomma, «è una pedina che avanza e di riflesso offre la possibilità di ampliare i servizi del Comune».
Un iter lungo e travagliato
Come detto, del futuro dell’attuale, vetusto edificio si discute da oltre un ventennio. Nel 2010 il Legislativo aveva approvato una mozione del gruppo PLR che proponeva di realizzare appartamenti a pigione moderata per anziani. Nel 2012 era stata adottata la variante di PR nucleo, ma due anni dopo ecco la doccia fredda: il Consiglio di Stato aveva rinviato il piano in riva al Ceresio con una sfilza di correzioni equivalenti a modifiche d’ufficio. La «penna rossa» del Governo aveva toccato vari punti della pianificazione e, appunto, anche lo stabile ex BIC. Il piano era molto preciso e andava a definire quanto e come si volevano ampliare i volumi, ed è stato proprio questo il problema: il Governo lo aveva giudicato troppo dettagliato e aveva dato un anno al Municipio per promuovere una variante meno restrittiva. Variante che aveva poi visto la luce nel 2015. Nel 2017 era stato avviato uno studio di fattibilità con Tusculum, interrottosi nel 2018, anno in cui il direttore amministrativo e la vicedirettrice della casa anziani di Arogno erano stati arrestati per un buco da 2 milioni di franchi (i due erano stati condannati il 1. marzo 2021 a tre anni e due anni e quattro mesi, ndr). Insomma, a cinque anni di distanza dall’ultimo stop, ora potrebbe finalmente essere la volta buona per la nuova vita del vecchio stabile.