Formazione

Scuole private, eccezioni per chi lavora bene

Dopo le modifiche alla legge approvate lunedì dal Gran Consiglio ticinese l’amministratore delegato del gruppo Sant’Anna Nicola Fornara commenta: «È stato riconosciuto che siamo un istituto serio che da oltre cinquant’anni è attivo sul territorio»
Paolo Gianinazzi
12.03.2020 13:44

Lunedì scorso, per porre rimedio al cosiddetto caso “Fogazzaro”, il Parlamento cantonale ha deciso di meglio regolare il settore dell’insegnamento privato per evitare il ripetersi di queste situazioni in futuro. Un caso che ha gettato ombre su un settore, in alcuni casi facendo di tutta l’erba un fascio. Ma gli stessi gran consiglieri hanno più volte ribadito che l’intento delle modifiche fatte alla Legge sulla scuola è anche quello di proteggere i molti istituti scolastici privati che lavorano bene nel nostro cantone. A questo proposito Nicola Fornara, amministratore delegato del gruppo scolastico Istituto Sant’Anna e scuole associate, che comprende anche l’Istituto Santa Caterina di Locarno da noi raggiunto ha sottolineato che «la legge votata dal Gran Consiglio è chiara e prevede eccezioni per le scuole che come noi, da tempo, lavorano bene in Ticino».

All’articolo 86 del nuovo testo di legge, infatti, è previsto che «l’apertura e l’esercizio di una scuola privata media superiore preparatoria alla maturità sono subordinati all’autorizzazione del Consiglio di Stato; l’esame di maturità si tiene in Svizzera, salvo eccezioni previste dal regolamento per scuole preparatorie che garantiscono un adeguato iter formativo». Di conseguenza, le scuole che garantiscono un adeguato iter formativo, potranno continuare regolarmente la loro attività, inclusi gli esami all’estero, se rispetteranno le condizioni previste dal Regolamento. «È un bene che la legge – precisa Fornara – preveda eccezioni per istituti che lavorano seriamente». Eccezioni chieste proprio dall’istituto durante l’audizione alla Commissione formazione e cultura e poi approvate dal Gran Consiglio. «Ci tengo a dire – sottolinea Fornara – che la Commissione ha dimostrato grande disponibilità nel sentire le nostre ragioni e ha riconosciuto, così come il Legislativo, che siamo un scuola seria che da oltre 50 anni è attiva sul territorio». Inoltre, aggiunge l’amministratore delegato, « le modifiche tutelano le scuole private che lavorano seriamente, che sono la stragrande maggioranza».

Fornara tiene poi ha precisare che le principali novità introdotte dalla modifica di legge riguardano solo i corsi preparatori alle maturità estere. «Ma un istituto come il nostro, ad esempio, offre anche una scuola elementare e una media parificate, così come una scuola di commercio, e tutte stavano già prima sotto il controllo del Dipartimento, oltre che un liceo di preparazione alla maturità svizzera i cui esami si tengono in Svizzera». Per quanto riguarda i costi aggiuntivi votati dal Parlamento per i controlli del Dipartimento, che andranno da 200 a 5.000 franchi, in attesa di vedere come saranno applicati in sede di regolamento, Fornara spiega che «si tratta di tasse sostenibili, anche se per un istituto come il nostro che si finanzia unicamente con le rette degli studenti, resta un costo aggiuntivo».

Il futuro del settore
Guardando il quadro generale, al di là delle decisioni della politica, chiediamo a Fornara qual è, oggi, lo stato di salute del settore. «A mio avviso il settore sta bene, anche perché permette di completare l’offerta della scuola pubblica. Come dico spesso, non siamo in concorrenza ma complementari. La scuola privata può colmare i bisogni delle famiglie che in alcuni casi la scuola pubblica, anche solo per questione di numeri, non riesce a coprire». Infine, volgendo lo sguardo al futuro, Fornara spiega che le sfide principali per il settore riguarderanno «l’insegnamento a distanza e la digitalizzazione. Per esempio, in questi giorni particolari, ci siamo trovati obbligati ad attivare una forma sperimentale d’insegnamento a distanza: docenti e studenti si connettono attraverso una piattaforma digitale e svolgono l’insegnamento a distanza secondo la normale griglia oraria. Non si può più insegnare con gli strumenti di 10 o 20 anni fa. Non è più sufficiente avere una lavagna e dei banchi, anche se rimangono indispensabili. Sarà importante che la scuola privata si chini su questa sfida e faccia propri gli strumenti che le tecnologie offrono».