Viabilità

Semaforo rosso per il San Gottardo: l'attesa è raddoppiata in dieci anni

Le code di auto ai due portali della galleria si allungano: la proposta di anticipare l'apertura della strada del Passo è già stata scartata dal Consiglio federale – L'USTRA nei mesi caldi intende puntare sulla corsia preferenziale: per la messa in esercizio bisognerà aspettare l'estate 2026
©Chiara Zocchetti
Luca Faranda
29.04.2025 06:00

Pazienza, pazienza e, di nuovo, pazienza. Tra il 2012 e il 2023 le ore di coda al San Gottardo sono quasi raddoppiate, superando le tremila ore all’anno. Soprattutto in questo periodo, con la strada del Passo ancora chiusa, le uniche vie di accesso da e per il Ticino passano solo attraverso i tunnel del San Gottardo e del San Bernardino.

La riapertura al traffico del tratto alpino tra Airolo e Andermatt è prevista non prima di metà maggio. Nel frattempo, il serpentone di auto davanti alla galleria si allunga di anno in anno: nel 2012 le ore di coda al portale nord e al portale sud del tunnel erano 1.633 (587 al portale nord e 1.046 al portale sud). Nel 2023, con gli ultimi dati forniti al CdT dall’USTRA, si sono raggiunte le 3.123 ore annuali  ai due lati del tunnel: rispettivamente 1.549 e 1.574 ore.

Quali sono le possibili soluzioni? All’inizio della primavera, il 21 marzo scorso, il consigliere nazionale Benjamin Giezendanner (UDC/AG) ha estratto (di nuovo) dal cassetto una proposta: La «piena percorribilità del passo del San Gottardo in inverno».

Il PLR rilancia

«La transitabilità lungo tutto l’anno potrebbe essere garantita con un investimento relativamente modesto, pari a circa 300 milioni di franchi», indica il consigliere nazionale, sostenuto da una sessantina di parlamentari. Tra questi, anche i ticinesi Paolo Pamini (UDC), Lorenzo Quadri (Lega), Bruno Storni (PS) e i liberali-radicali Alex Farinelli e Simone Gianini.

Ieri a rilanciare l’atto parlamentare è stato il Comitato Libertà, Energia, Ambiente (LEA) del PLR ticinese, che in una lettera aperta al Consiglio di Stato chiede di attivarsi affinché «l’apertura tutto l’anno (o almeno per un periodo prolungato) del Passo del Gottardo venga approfondita e sostenuta, nel rispetto di precise condizioni volte a garantire la sostenibilità ambientale e la tutela delle comunità locali».

I liberali-radicali, per aumentare l’accettazione politica, vorrebbero mettere dei vincoli come l’esclusione del traffico pesante, oppure un accesso contingentato per i veicoli leggeri, nonché un monitoraggio ambientale e infrastrutturale.

Le spese superano i benefici

La proposta torna sui banchi della politica con una certa regolarità: già nel settembre 2023 l’allora consigliere nazionale Rocco Cattaneo (PLR) aveva chiesto al Consiglio federale di garantire la viabilità sul Passo anche durante l’inverno, «almeno fino alla messa in funzione completa dei due tubi autostradali» (l’apertura in contemporanea di entrambe le canne è prevista solo nel 2032).

Il «ministro» dei Trasporti Albert Rösti, rispondendo alla domanda, ha reso noto che solo per «ridurre il periodo di chiusura dagli attuali 210 a 150 giorni all’anno si dovrebbero effettuare investimenti di almeno 300 milioni di franchi per la costruzione di ulteriori gallerie dotate di paravalanghe». Non solo. «È praticamente impossibile completare queste strutture prima dell’apertura della seconda canna del tunnel stradale», aveva sottolineato Rösti in quell’occasione, dicendosi contrario all’idea.

L’Ufficio federale delle strade, interrogato sulla questione dei costi, ricorda che non può esprimersi prima della pubblicazione della risposta del Governo alla mozione di Giezendanner. Tuttavia, non si attendono sorprese: il Consiglio federale è contrario a questa proposta e lo ha già ribadito in passato.

Il «postulato Stadler»

L’8 maggio 2024, meno di un anno fa, l’Esecutivo ha presentato un rapporto di una quarantina di pagine - in risposta a un postulato di Simon Stadler (Centro/UR) - che illustra la situazione della viabilità lungo l’asse nord-sud. Fra i provvedimenti analizzati figura proprio la piena accessibilità del passo anche in inverno, oppure la chiusura invernale più breve.

Anticipare l’apertura a Pasqua, secondo le analisi dell’USTRA, richiederebbe le stesse misure necessarie ad assicurare la piena transitabilità invernale: ovvero la costruzione di tunnel e gallerie artificiali di protezione per almeno 300 milioni di franchi. Il Consiglio federale, che ha accantonato tale ipotesi, «respinge questa soluzione in quanto gli investimenti necessari superano ampiamente i benefici».

Da anni, ormai, si discute a livello politico delle possibili soluzioni per migliorare la viabilità lungo l’asse del San Gottardo.

La questione, oltre alla pazienza dei viaggiatori in transito, riguarda soprattutto la crescente pressione sulla strada cantonale in Alta Leventina. L’obiettivo è che il minor numero possibile di veicoli in transito circolino attraverso i paesi di Ambrì, Piotta e Airolo. Finora le misure più efficaci implementate sono la chisura parziale delle entrate autostradali di Airolo e Göschenen, così come l’introduzione (sebbene non ancora definitiva) della cosiddetta CUPRA, la «Corsia d’Uscita PReferenziale Airolo/Passi».

«La messa in servizio definitiva è prevista per l’estate del 2026. La CUPRA definitiva sarà attiva in concomitanza con l’apertura del Passo del San Gottardo; la corsia sarà aperta in modo semiautomatico in base al traffico, poiché gli operatori della sala di comando della polizia cantonale dovranno verificare preliminarmente la percorribilità della corsia stessa», ci spiega l’USTRA, senza tuttavia indicare a partire da quanti chilometri di coda sarà attivata la corsia preferenziale. Sarà in ogni caso un’apertura temporanea, limitata a determinati orari.

Agevolazioni per i residenti?

C’è tuttavia una novità che sarà introdotta già da quest’anno: saranno operativi dei «pannelli a messaggio variabile, operativi già dal 2025, che informeranno l’utenza sulla differenza di tempo di percorrenza tra l’utilizzo della CUPRA e l’attraversamento della galleria del San Gottardo».

A ciò si aggiungerà la presenza di addetti sul posto, in particolare all’uscita di Quinto: «Gli agenti di sicurezza all’uscita autostradale di Varenzo sono istruiti per fornire corrette informazioni agli utenti, indicando che è possibile utilizzare la CUPRA per chi è diretto verso nord. Un’adeguata cartellonistica, finalizzata a informare preventivamente gli automobilisti, è già presente a partire dalla dogana turistica di Chiasso-Brogeda», ricorda l’USTRA.

Dal rapporto del Governo legato all’ormai noto «postulato Stadler» sono tuttavia emersi provvedimenti che il Consiglio federale si è detto disposto ad approfondire: un dosaggio automatizzato delle uscite (proprio per sgravare i centri abitati dell’Alta Leventina dal traffico di transito), oppure un’ulteriore chiusura degli svincoli che deve però riguardare tutti gli utenti della strada. Pertanto, l’Esecutivo non sembra privilegiare l’opzione di un accesso agevolato per i residenti.

Le ipotesi accantonate

Il Consiglio federale ha anche deciso di scartare varie opzioni: oltre all’apertura annuale del Passo, il Governo si è detto contrario all’introduzione di un pedaggio, di «slot orari» o di predosaggi del traffico in altri punti.

Sono finite nel cestino (ma solo per il momento, vedi sotto) anche le proposte riguardanti l’apertura dinamica delle corsie di marcia, i divieti di circolazione mirati (ad esempio sulla strada cantonale per favorire i residenti e il traffico interno), oppure la richiesta di agire sui sistemi di navigazione GPS. L’Esecutivo è contrario anche all’aumento di prezzo del contrassegno autostradale: è tuttavia pendente una mozione di Gianini che chiede un adeguamento verso l’alto del prezzo della vignetta, con possibilità di rimborso per gli automobilisti svizzeri.

Ora il Parlamento chiederà al Governo di fare marcia indietro

In direzione ostinata e contraria: la Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale chiede al Consiglio federale di fare marcia indietro su alcune opzioni per migliorare la viabilità nei pressi del San Gottardo. Le proposte saranno dibattute la prossima settimana, martedì 6 maggio, nel corso della sessione straordinaria del Consiglio nazionale.

Chiusura temporanea
La prima mozione proposta dalla Commissione (accolta per 13 voti contro 11 e un’astensione) chiede di creare delle basi legali a livello federale per «consentire ai Cantoni confrontati con una congestione del traffico particolarmente grave (Ticino, Uri e Grigioni, ndr) di chiudere temporaneamente le strade cantonali su cui si riversa il traffico parassitario». Deve essere un divieto di circolazione temporaneo, emesso d’intesa con l’USTRA e non deve interessare residenti e fornitori. I contrari (tra cui l’Esecutivo) sono dell’idea che si creerebbe una disparità di trattamento fra i vari Cantoni. Tale deroga sarebbe infatti limitata all’A2 e all’A13, eppure anche altri tratti in Svizzera sono interessati quotidianamente dal riversamento di traffico.

Google Maps
Un’altra mozione della commissione (approvata per 14 voti contro 11) chiede al Consiglio federale di obbligare i gestori di apparecchi di navigazione - come ad esempio Google Maps - a segnalare le chiusure stradali che sono state disposte.

La misura vorrebbe impedire ai navigatori di consigliare percorsi alternativi più rapidi al di fuori dell’autostrada: ciò intasa le strade cantonali. Per il Consiglio federale questa proposta «non è concretizzabile», ricordando che finora a livello internazionale gli sforzi per intervenire sui percorsi alternativi nei sistemi di navigazione non hanno dato frutto. Per il Governo l’efficacia della misura dipenderebbe da diversi fattori difficilmente implementabili dal punto di vista tecnico.

Da Uri, su appuntamento
C’è infine un’iniziativa del Canton Uri che chiede di implementare alcune misure, tra cui un sistema di prenotazione digitale (degli slot orari, con l’obbligo di transitare ad esempio tra le 9 e le 10) per il traffico al San Gottardo. Il Governo è contrario, il Consiglio degli Stati pure. Il Nazionale, tra sette giorni, potrebbe affossare definitivamente l’iniziativa.

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