Ticino

Sette centesimi per il solare, raddoppiate le tariffe AET

Pubblicati i compensi dell’energia elettrica fotovoltaica immessa in rete per il quarto trimestre 2024 – Prezzi in aumento rispetto ai sei mesi precedenti, ma non vedremo più il picco del 2022 - Alcune aziende del settore tagliano
© CdT / Gabriele Putzu
Giona Carcano
07.02.2025 06:00

Dimenticatevi le tariffe di ripresa dell’energia fotovoltaica viste nel 2022, quando, con l’inizio della guerra in Ucraina, erano «schizzate» a oltre 22 centesimi al kilowattora. Uno scenario simile è difficilmente ripetibile, quantomeno nel medio termine. Tuttavia, il mercato sta dando qualche (timido) segnale di ripresa: ieri, l’Azienda elettrica ticinese ha infatti pubblicato le tariffe di rimunerazione dell’energia elettrica immessa in rete per il quarto trimestre 2024, che hanno raggiunto poco meno di 7 centesimi. Durante i sei mesi precedenti, il prezzo era invece di 3,2 centesimi. Una fluttuazione, quindi, nella norma: nei mesi caldi, a fronte di una domanda inferiore, la produzione aumenta notevolmente. Discorso opposto, invece, durante i mesi freddi.

Conviene ancora?

«L’aumento nell’ultimo trimestre dello scorso anno è sicuramente da accogliere positivamente», commenta Luca Pampuri, responsabile Area consulenza di TicinoEnergia. L’incremento è dunque «rassicurante, perché significa che le tariffe non sono bloccate attorno ai tre centesimi». Il fotovoltaico, dunque, conviene ancora? «L’investimento, a livello sia economico, sia ambientale, ha senso», risponde l’esperto. Tuttavia, ci sono alcune considerazioni da fare. «Non si tornerà più ai prezzi di ripresa del 2022. La tendenza, quantomeno per i privati, dovrebbe essere quella di puntare sull’autoconsumo. In questo modo è possibile ottenere un risparmio rispetto ad altre fonti energetiche». Coprire il fabbisogno energetico della propria unità abitativa o caricare la batteria della propria auto elettrica tramite il fotovoltaico, permette di abbattere i costi. A livello federale, nell’ambito della legge su un approvvigionamento elettrico sicuro, è in discussione la proposta di fissare una rimunerazione minima armonizzata. In sede di consultazione, le proposte fatte erano le seguenti: 4,6 ct./kWh per gli impianti con una potenza non superiore a 30 kW e a 6,7 ct./kWh per gli impianti con una potenza compresa fra 30 e 150 kW e senza consumo proprio. Secondo Pampuri, fissare un minimo «darebbe una certa sicurezza ai privati», oggi confrontati con fluttuazioni anche importanti delle tariffe. Insomma, il passaggio al fotovoltaico da parte dei privati avrebbe delle certezze economiche in più.

Si attende il 2026

Le rimunerazione fissa dovrebbe essere introdotta a livello nazionale a inizio 2026, anche se c’è ancora molta incertezza riguardo alle cifre. Ad ogni modo, anche secondo Swissolar (l’associazione di categoria) il sistema del prezzo di ripresa fisso sarebbe benvenuto. I privati tendono infatti a «spaventarsi» di fronte alle continue fluttuazioni dei prezzi. «Nel 2022 sarebbe stato meglio ridurre il picco delle tariffe e far confluire la differenza in un fondo cantonale per le energie rinnovabili», spiega a questo proposito Claudio Caccia, coordinatore per la Svizzera italiana. E questo per non creare false aspettative nei privati. Un’altra via, secondo l’esperto, potrebbe essere quella di ridurre leggermente i sussidi cantonali e allo stesso tempo aumentare di qualche centesimo il prezzo di ripresa dell’energia fotovoltaica. «L’aumento delle tariffe dell’AET nel quarto trimestre è comunque soddisfacente», sottolinea ancora Caccia. Anche secondo il responsabile ticinese di Swissolar l’autoconsumo è la forma più efficiente di utilizzare gli impianti solari. «Il fotovoltaico conviene a prescindere dalle tariffe di ripresa», spiega. Il risparmio, per il privato, è evidente.

Adattarsi al mercato

Tuttavia, negli ultimi anni si nota una trasformazione del mercato. Durante le recenti discussioni parlamentari sul Fondo energie rinnovabili, l’ecologista Matteo Buzzi ha sottolineato che parecchie aziende attive nel fotovoltaico starebbero tagliando personale. «Non abbiamo cifre precise, però è vero: alcune ditte hanno subito una riduzione degli ordinativi», conferma Caccia. Dei licenziamenti ci sono dunque stati. Anche se, aggiunge l’esperto, «chi ha intercettato i nuovi bisogni dei clienti sta ampliando il proprio organico». L’azienda che si limita a installare pannelli rischia di faticare. «È necessario diversificare l’offerta e cambiare strategia», conclude Caccia. «Accompagnare il cliente nell’ottimizzazione del profilo energetico dello stabile, offrendo anche altri prodotti, può essere una scelta vincente».

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