Chiasso

Si cerca ancora un direttore: «Ma la qualità è garantita»

Dal primo luglio gli Istituti sociali della cittadina sono senza la figura dirigenziale più importante – Attualmente i candidati sono diciassette – Il capodicastero: «La direzione sarà delineata entro il prossimo gennaio»
©Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
26.08.2024 06:00

«È vero, è una figura che attualmente risulta essere mancante. Ma la qualità delle cure e della presa a carico è sempre stata garantita». Stefano Tonini, municipale e responsabile del dicastero Istituti sociali di Chiasso tiene innanzitutto a rassicurare ospiti e familiari delle case per anziani della cittadina. Dal primo luglio, infatti, gli Istituti sociali si trovano senza un direttore. Dopo 18 anni di servizio, Fabio Maestrini è passato a condurre ECAM, l’Ente case anziani del Mendrisiotto. E il metaforico testimone, a conti fatti, non è ancora passato di mano. Un vuoto temporaneo che, a mente del nostro interlocutore, è stato colmato con una soluzione che ha coinvolto più persone internamente. «Si è comunque creata, a livello di struttura, una bella armonia con tutti i capi servizio che hanno lavorato in sinergia con il sottoscritto per garantire un eccellente servizio agli ospiti delle nostre strutture». Tecnicamente, dunque, allo stato attuale la carica di direttore è ricoperta «dai capi servizio che svolgono egregiamente il loro lavoro, dal direttore sanitario, un geriatra molto presente e conosciuto a livello cantonale (il dottor William Pertoldi, ndr), e infine c’è la presenza del Municipio che ha il compito di supervisionare e verificare». Di più: «Il fatto di non avere, al momento, un direttore – sottolinea Tonini – è stata presa come un’opportunità per rivedere alcuni meccanismi e compiti, e ha comunque responsabilizzato i capi servizio e i collaboratori della nostra struttura che tengo a ringraziare per l’amore e la passione che dimostrano giornalmente ai nostri ospiti, ribadisco, è un fiore all’occhiello della regione».

Ci vorrà ancora qualche mese

La soluzione ad interim, quindi, è stata trovata. Ma un direttore, va da sé, dovrà essere nominato. Quando? «La direzione sarà delineata, sicuramente, entro il primo gennaio 2025». Ci vorrà ancora qualche mese, dunque. Ma, a conti fatti, è così difficile trovare la persona giusta che possa assumersi l’incarico? «Non stiamo cercando solo una persona; per noi è importante trovare la soluzione migliore per una struttura di grande importanza per il Comune di Chiasso. Qualcosa – precisa il municipale – che sia in sintonia con la politica cantonale delle case per anziani e con quella del territorio con una rete ben strutturata per dar più forza a una sfida così importante come quella dell’invecchiamento della popolazione».

Concorso riproposto

Dopo le annunciate dimissioni di Maestrini, in primavera, l’Esecutivo aveva aperto un primo concorso il quale, però, è stato chiuso anticipatamente. «Si è verificato un errore – ammette Tonini –. Trattandosi di una figura per una struttura sanitaria avevamo bisogno dell’avallo del Cantone, che non c’è stato». Ne è seguito un secondo concorso che ottemperava le linee guida del Cantone. E la risposta è stata buona: «Abbiamo ricevuto 17 candidature» che si stanno vagliando. Un segnale che la posizione sia attraente? «Non è solo una questione di posizione – risponde il capodicastero –; preferisco sottolineare l’importanza di sviluppare una strategia nel settore e nella crescita. Gli Istituti sociali sono davvero una struttura importante e all’avanguardia per la presa a carico degli anziani, ma non solo». In futuro, infatti, il Municipio ha già annunciato che dove oggi sono presenti Casa Giardino e Casa Soave sorgerà un vero e proprio quartiere intergenerazionale. Un progetto, secondo le prime stime, da 35 milioni di franchi. «La nuova struttura vedrà la luce tra una decina d’anni. Un grande progetto per una grande città. La nuova direzione potrà operare in una struttura sana e allo stesso tempo, pronta ad evolversi ulteriormente».

«Il clima al lavoro è sano»

Negli scorsi anni, più volte, si è parlato di un clima di lavoro non idilliaco all’interno degli Istituti sociali. Un’analisi del Laboratorio di psicopatologia del lavoro lo ha accertato. Com’è ora la situazione? «Ho preso a cuore il tema, non l’ho sottovalutato ed è stato oggetto di diverse riunioni. Posso dire che da quando sono municipale, anche grazie alle misure messe in atto dal Municipio e dalla direzione, il clima di cui tutti parlavano non lo percepisco. È chiaro, però, che stiamo parlando di una grande struttura con molte persone, non sempre tutto è rose e fiori. L’ambiente di lavoro reputo che sia sano. Qualcosa, a mio avviso, è stato enfatizzato, forse anche per una questione politica».

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