«Si può sempre fare meglio»
Quelle immagini fanno ancora male. La devastazione provocata dal maltempo del 7 agosto 2021 nel Bellinzonese non si può dimenticare. Perché se è vero che contro le improvvise bizze della natura siamo quasi inermi (e purtroppo fenomeni di quella portata sono e saranno viepiù frequenti a causa del cambiamento climatico), è d’altro canto assodato che mettere in campo preventivamente tutte le misure necessarie per evitare disastri ancora maggiori è al giorno d’oggi fondamentale. Quella sera un violento temporale rese inutilizzabile l’asilo del Palasio di Giubiasco danneggiato dalla furia del riale Fossato, costringendo il Municipio cittadino a trovare repentinamente una sede provvisoria per 160 bambini.
«Serve un piano d’azione»
Di quei terribili momenti si tornerà a parlare lunedì in seno al Legislativo della capitale, alla luce della mozione presentata due settimane dopo il disastro da Giuseppe Sergi e Marco Noi (Verdi-FA-MPS-POP). I consiglieri comunali chiedono, in sostanza, di elaborare un piano d’azione con degli interventi strutturali e pianificatori a breve, medio e lungo termine per evitare e/o contenere al minimo i rischi idrogeologici.
Ciò dovrà avvenire a complemento delle schede sull’adattamento climatico già previste dal Programma d’azione comunale (PAC) e facendo riferimento alle indicazioni che potranno essere fornite dagli specialisti. Il Municipio ritiene le richieste già evase, mentre la maggioranza della Commissione del Piano regolatore, ambiente ed energia (relatore Massimiliano Ay dell’Unità di sinistra: non hanno firmato gli esponenti PLR Fabio Briccola e Manuel Della Santa) invita il plenum ad accogliere la mozione.
Informazioni da aggiornare
L’Esecutivo, nelle osservazioni finali, elenca quanto già attuato dalla Città per far fronte ad eventi meteorologici di ampia portata. Nell’ambito della riorganizzazione del Settore opere pubbliche a fine 2022 è stato creato il Servizio smaltimento acque e pericoli naturali il cui organico sarà completato il prossimo gennaio. «Da una parte la collaborazione, già proficua, con il Cantone verrà intensificata e, dall’altra, i compiti e le responsabilità dei Servizi comunali verranno chiariti ed ottimizzati. Si è già avvertita un’accelerazione da parte cantonale nell’accertamento dei territori interessati da pericoli naturali, con l’allestimento rispettivamente l’aggiornamento di diversi Piani delle zone di pericolo (PZP) di competenza del Dipartimento del territorio», sottolinea il Municipio.
L'auspicio
Il cui auspicio è quello di poter disporre in «tempi relativamente brevi (1-2 anni)» dei PZP per tutte le tipologie di rischio previste dalla legge sulle zone di Bellinzona interessate da pericoli naturali. Sulla base di queste informazioni si potranno «pianificare adeguate misure di gestione del rischio su cui il Consiglio comunale verrà chiamato ad esprimersi, segnatamente l’adeguamento del Piano regolatore ai PZP e le richieste di approvazione dei progetti e dei crediti per la realizzazione di opere di premunizione». Di crediti, anche milionari, ne sono già stati accolti negli ultimi due decenni; come ad esempio per la sistemazione dei riali di Giubiasco, Daro e Claro.
Le criticità sotto la lente
La maggioranza della Commissione è «consapevole del fatto - ed è suo auspicio - che la questione dei rischi idrogeologici potrà trovare ulteriore attenzione nell’ambito dell’elaborazione del nuovo Piano regolatore» della Città. A questo proposito invita l’Esecutivo ad attuare «in tempi celeri» quanto evidenziato nelle osservazioni preliminari (alla mozione) di fine luglio 2022. Quanto fatto finora e ciò che è previsto dal PAC risponde «in parte» alle richieste dei mozionanti.
Massimiliano Ay e colleghi rilevano che «lo stesso Esecutivo ammette delle criticità, ad esempio nella gestione dei riali da parte dei consorzi, e prevede non solo un aggiornamento dei dati a disposizione sullo stato degli argini e delle camere di ritenuta relativi ai corsi d’acqua, ma anche una digitalizzazione del loro controllo». Informazioni vecchie e parzialmente incomplete da adeguare, insomma, fermo restando la suddivisione dei compiti fra Confederazione, Cantone e Comuni.