Processo

«Si sono trovati in mezzo a una tempesta perfetta»

Casa anziani di Sementina: l'avvocato Edy Salmina ha puntualizzato alcuni aspetti biasimando le modalità con le quali è stata condotta l'inchiesta - «Non è un decreto d'accusa, ma di ipotesi»
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
25.11.2022 15:24

È toccato all’avvocato Edy Salmina aprire il pomeriggio dibattimentale per la vicenda dei decessi in casa anziani a Sementina. Il legale, difensore dell’ex capocure, nella premessa ha parlato dell’instabilità non solo epidemiologica durante la fase più acuta della pandemia, ma anche delle direttive emanate man mano dalla Confederazione e dal Cantone. «Una tempesta perfetta nella quale si sono ritrovati i tre imputati», ha esordito. Occorreva prendersi cura della fascia più debole della popolazione, aumentavano le assenze fra gli operatori sanitari, i turni erano di 10-12 ore e sui collaboratori c’era «un enorme carico esterno. Tutto ciò per chiederci se riusciamo a capire, in un contesto simile, cosa significava imporre ad un anziano un determinato comportamento, come il distanziamento sociale ad esempio».

«Si è proceduto solo contro alcune persone»

Il difensore della 60.enne, come fatto dai colleghi che l’hanno preceduto, ha poi passato in rassegna le varie fattispecie rimproverate alla sua cliente. Dai pasti in comune alle attività socializzanti di gruppo, passando per la lista dei contatti per il tracciamento e per l’accesso dei pittori nell’istituto sanitario bellinzonese. «Non si precisa cosa ha omesso di fare o ciò che sarebbe stato disatteso. Non è un decreto di accusa, ma di ipotesi. Erano davvero sue responsabilità?», ha asserito Edy Salmina. Il quale ha puntato il dito, anche, su come è stata condotta l’inchiesta: «Sono state interrogate 27 persone, ma solo 14 sono state verbalizzate. Inoltre persone che potevano essere oggetto di investigazione e che erano finite nel radar degli inquirenti, non sono state sentite. Soprattutto l’ex direttore sanitario. Non si può scegliere di procedere penalmente solo contro determinate persone».

«Più di 11 ore al giorno»

L’avvocato Edy Salmina ha in seguito tratteggiato il profilo professionale dell’ex capocure. Riferendosi innanzitutto alle condizioni «nelle quali si è trovata ad operare nel marzo 2020. Lavorava più di 11 ore al giorno. Vorrà dire qualcosa sia in termini di impegno e di esigibilità di comportamento?». Il passo successivo è stato quello di soffermarsi sui singoli capi di imputazione. Tutti rispediti al mittente. «Penalisticamente parlando mi è arduo capire come l’ex capocure possa essere considerata correa. Questo decreto d’accusa è uno sfregio, una macchia sulla sua carriera professionale», ha concluso il legale luganese, auspicando il proscioglimento della donna.

La requisitoria

L’accusa, ricordiamo, ha chiesto la condanna dei tre imputati per il reato di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano proponendo il pagamento di una multa: di 8.000 franchi per la direttrice sanitaria, di 6.000 per il direttore amministrativo e di 4.000 per l’ex capocure. Secondo il procuratore generale Andrea Pagani e la collega Pamela Pedretti i vertici dell’istituto cittadino avrebbero dovuto «anteporre il bene collettivo a quello del singolo, invece hanno fatto di testa loro, applicando le direttive delle autorità superiori in modo blando».

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