Il caso

Signore e signori, ecco l'icona Frida Kahlo

Bellinzona: fino al 26 gennaio al Castelgrande sono ammirabili gli scatti di Lucienne Bloch alla pittrice messicana - Fotografie introspettive che ci regalano un’artista inedita: «Grazie alla mostra valorizziamo ulteriormente la Fortezza»
Frida Kahlo immortalata nel 1933. © Lucienne Bloch
Alan Del Don
21.11.2024 15:05

«Niente è assoluto. Tutto cambia, tutto si muove, tutto ruota, tutto vola e se ne va». Ha appiccicata addosso, in modo imperituro, l’etichetta di donna indipendente e rivoluzionaria. È diventata un’icona a livello internazionale, Frida Kahlo, per la sua arte, ovvio, ma anche perché ha trasformato il dolore in una forza propulsiva per il suo incommensurabile genio creativo. Per la difesa del popolo messicano, degli ideali nei quali credeva ostinatamente e dell’amore controverso per il marito Diego Rivera, noto muralista. Uno sguardo intimo, introspettivo ed esclusivo della pittrice (deceduta settant’anni fa) l’ha fornito l’amica fotografa Lucienne Bloch. Alcuni scatti sono ammirabili fino al 26 gennaio nella Sala Arsenale del Castelgrande a Bellinzona. La mostra, promossa dalla GC Events in collaborazione con la Città, è una chicca in Svizzera. Il CdT l’ha visitata oggi (primo giorno d’apertura) per voi.

Serenità, dolore ed amore

Sia l’opera sia il suo vissuto - concedeteci l’eccesso - sono stati una specie di labirinto. Che, in un certo senso, si ritrova anche negli spazi del maniero. La Frida Kahlo ritratta nella quotidianità (spesso malinconica, a volte felice, persino quando scherza) apre l’esposizione, quasi a voler regalarci il ritratto meno cupo di questa donna coraggiosa e dalla personalità forte. «Non c’è niente di più prezioso della risata: è la forza di ridere e di perdersi, di essere leggeri», sosteneva. Si passa poi all’artista sofferente. La Dea bendata non è stata benevola con lei. Non solo era affetta fin dalla nascita da spina bifida, una malformazione del midollo spinale, ma a 18 anni rimase vittima di un incidente della circolazione mentre rincasava da scuola. «La pittrice infuse questo dolore nell’arte. Il suo è un surrealismo sui generis. L’opera è del tutto personale. Infatti, all’epoca, furono in pochi gli illuminati che la capirono e la sostennero. Tant’è che il successo è stato postumo», spiega la curatrice Vittoria Mainoldi.

Cogliere l'essenza

Nel 1931, durante una festa al MOMA di New York, incontra Lucienne Bloch, artista svizzero-americana. Dopo un’iniziale antipatia reciproca, fra le due nasce un legame che si rivela essere indissolubile. «Dagli scatti esposti emerge in modo lampante: è un’amica che guarda un’amica. La macchina fotografica della seconda racconta l’amore, la politica e l’arte della prima, consentendoci di coglierne l’essenza», rileva la nostra Cicerone. La mostra è arricchita da alcuni abiti tipici messicani (gli huipil tehuana, con tanto di copricapi floreali e di mantiglie realizzate al telaio) e dalla riproduzione di gioielli ed accessori, come le perle di fiume che Frida Kahlo indossava spesso.

La Turrita è viva

«Siamo entusiasti di poterci presentare a Bellinzona, al Castelgrande, anche in un’altra veste, oltre a quella di organizzatori di ‘Castle On Air’», ha spiegato di fronte alla stampa il direttore della GC Events Gabriele Censi. La Città, ha aggiunto il capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità Renato Bison, ha colto al volo questa opportunità importante per poter rendere ulteriormente attrattiva la Fortezza: «Attraverso questa esperienza unica possiamo valorizzare Castelgrande ed arricchire la già ampia offerta culturale che Bellinzona propone nel periodo natalizio. Per i visitatori la mostra è uno stimolo supplementare per fare tappa nella capitale».

Turismo, la stagione si allunga

Gli ha fatto eco il direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino Juri Clericetti, secondo il quale il periodo scelto consente di «rafforzare la strategia che le OTR cantonali stanno perseguendo nel tentativo di allungare il più possibile la stagione turistica, che normalmente si chiude a fine ottobre. È la conferma che la cultura in senso lato, assieme ad animazioni ricreative, come ‘Natale in Città’, gioca un ruolo estremamente importante per il tema della destagionalizzazione e annualizzazione dell’offerta turistica in Ticino e, più nello specifico, della nostra regione». L’esposizione «Inside the life of Frida Kahlo», come detto, è visitabile fino al 26 gennaio: nei giorni feriali dalle 10.30 alle 18, il sabato e la domenica nonché nei giorni festivi dalle 10 alle 19. Maggiori informazioni cliccando sul sito www.insidefrida.ch.