Sono due le perdite di gas in centro a Lugano
Sono due le perdite di gas in centro a Lugano. È quanto rilevato dai tecnici delle AIL, al lavoro da domenica sera. Tecnici che hanno lavorato tutta la notte per capire le origini della prima perdita, e che saranno impegnati anche nelle prossime ore.
L'allarme è scattato domenica pomeriggio. Prima da parte di cittadini che sentivano «odore di gas», poi da un rilevatore che si trova nello stabile della Posta. Nella tarda mattinata di lunedì l'area è stata circoscritta ed è stata identificata l'origine della fuga di gas, ovvero una condotta di allacciamento a uno stabile in corso Pestalozzi. I lavori di riparazione sono iniziati subito, ma purtroppo i monitoraggi hanno dato ancora esito positivo e si è reso necessario proseguire con gli accertamenti. «Contiamo di riuscire a individuare la seconda perdita nelle prossime ore», ci spiega il direttore operativo delle Aziende industriali di Lugano, Marco Bigatto. «Siamo sulla buona strada. Ma la seconda perdita sembra essere più importante di quella individuata questa mattina».
La prima, come detto, riguardava l'allacciamento a uno stabile. La seconda fuga di gas proviene invece, verosimilmente, da una condotta di rete. Al momento non è possibile stabilire se siano collegate.
Le concentrazioni di gas sono minime e non possono né provocare danni a persone, né causare esplosioni. Per gli abitanti delle zone interessate non c’è mai stato pericolo, quindi, conferma Bigatto. Tant’è che le autorità non hanno ordinato evacuazioni. «È gas metano, un gas volatile che difficilmente crea un accumulo pericoloso», ha spiegato a Teleticino il capo del gruppo tecnico, Paolo Robbiani. «L'odore è un buon rilevatore per capire dove potrebbe essere la perdita». Il fatto di sentire «puzza di gas» non significa di per sé un pericolo. «Ma permette di rilevarne subito la presenza, anche con quantità minime». Un residente della zona ha spiegato al CdT di percepire l'odore «da alcuni giorni». «Abbiamo creato diversi punti da dove far fuoriuscire le perdite», conclude Bigatto. «Uno di questi chiusini (i tombini, ndr.) funge da "camino" per far sfiatare il tutto».