Spari in centro, agente scagionato
È stato scagionato l'agente della Polizia comunale di Lugano intervenuto per sventare la rapina in centro a Lugano dello scorso 2 luglio e finito sotto inchiesta penale per aver esploso due colpi di pistola. Il procuratore generale Andrea Pagani ha concluso gli accertamenti relativi all'utilizzo dell'arma di servizio da parte del poliziotto, che era intervenuto sul posto insieme a una collega, e ha decretato l'abbandono del procedimento in relazione alle ipotesi di reato di tentato omicidio intenzionale, tentate lesioni gravi ed esposizione a pericolo della vita altrui.
La decisione del magistrato, ha reso noto il Ministero pubblico, si è basata su una «minuziosa ricostruzione dei fatti basata su interrogatori, filmati dell'accaduto e su un attento esame degli atti». In particolare, sono state approfondite in sede di istruttoria le due azioni che, in momenti distinti, hanno portato l'agente a esplodere due colpi con la pistola di ordinanza. In entrambi i casi, Pagani ha stabilito che l'agire del poliziotto è stato corretto.
Più in dettaglio, nel primo caso (avvenuto quando la rapina era in corso e tutti i quattro autori si trovavano ancora all'interno del negozio), le immagini della videosorveglianza interna della gioielleria e le dichiarazioni dei protagonisti permettono di ritenere «perfettamente accertato» che l'agente di polizia ha sparato un secondo dopo che uno dei rapinatori, con il dito sul grilletto, gli aveva puntato addosso una pistola da una distanza stimabile attorno al metro. Era dunque in essere una «minaccia ingiusta» di un'aggressione imminente alla sua vita. Egli ha pertanto agito per legittima difesa esimente. Il colpo è stato deviato dal vetro antiproiettile della porta della gioielleria e si è conficcato nel muro del locale. Nessuno è rimasto ferito.
Per quanto riguarda invece il secondo sparo, avvenuto durante la successiva colluttazione in via Pessina, è stato accertato che il colpo è partito inavvertitamente nel contesto del corpo a corpo, quando il rapinatore ha alzato un braccio per ripararsi urtando con la mano la pistola impugnata e/o la mano dell'agente. Questi non ha dunque agito con dolo (nemmeno eventuale) con la conseguenza che per questa seconda fattispecie non risultano adempiuti gli elementi soggettivi dei reati ipotizzati.
«Confermata la correttezza del loro intervento»
«Mi rallegro dell’esito degli accertamenti», ha commentato a caldo la capodicastero Sicurezza di Lugano, Karin Valenzano Rossi. «Gli agenti hanno dato prova di efficienza e coraggio e naturalmente mi fa molto piacere veder confermata la correttezza dell’intervento anche dal profilo penale». Dal canto suo, il Municipio ha inviato una lettera di ringraziamento ai due agenti. Soddisfazione è stata espressa anche dal sindacato OCST Funzionari di polizia, secondo cui «la celerità con la quale si è svolto il procedimento è un buon segnale per l’operato degli agenti, che sono chiamati a garantire la sicurezza e proteggere le persone coinvolte in condizioni di forte stress».
Un quartetto molto pericoloso
Intanto proseguono a pieno regime le indagini coordinate dal procuratore pubblico Simone Barca per far luce sul tentato colpo. I quattro autori, lo ricordiamo, sono due sedicenti cittadini croati di 46 e 34 anni e due sedicenti serbi di 48 e 34 anni, probabilmente membri dei Pink Panthers. Le principali ipotesi di reato nei loro confronti sono di rapina aggravata, esposizione a pericolo della vita altrui, violenza e minaccia contro funzionari e infrazione alla Legge federale sulle armi. Nei loro confronti è già stata confermata la carcerazione preventiva per tre mesi e a conferma della loro pericolosità, ne avevamo riferito lo scorso 26 luglio, è emerso che nei confronti di due di loro vi sono procedimenti penali aperti all’estero (in Europa) per reati analoghi. Un terzo uomo - il 48.enne - era invece già stato condannato nel 2019 nel Canton Vaud a sei anni di carcere per rapina. Il quartetto aveva agito con due pistole cariche: quando i due agenti erano giunti sul posto, uno dei rapinatori che stava arraffando il bottino non si era fermato e aveva puntato una pistola contro i poliziotti.