Spunta un altro compromesso per superare i livelli alle medie
Sono settimane intense, politicamente parlando, in Commissione formazione e cultura. Mentre proseguono i lavori sul tema dell’anticipo dell’insegnamento del tedesco in prima media (un tema che sarà trattato nella sessione di febbraio e che sicuramente è destinato a far discutere), anche sull’altro «fronte caldo», quello del superamento dei livelli, qualcosa si sta muovendo.
Certo, la storia recente sul tanto discusso tema dei livelli, invita alla prudenza. E, allo stato attuale, di certezze ce ne sono ben poche. Tuttavia, proprio in queste ore in Commissione sta girando una proposta che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) sbloccare il dossier.
Si tratta di una bozza di rapporto (che il Corriere del Ticino ha potuto visionare) attualmente discussa tra PS, il Centro e Lega (ma si vorrebbe coinvolgere anche il PLR), in cui viene proposto di dare il «nullaosta» politico richiesto a suo tempo dal DECS per poter procedere con una sperimentazione a partire dal prossimo anno. Tutto ciò, però, nel rispetto di una serie di condizioni.
Le condizioni
Il progetto di base rimarrebbe dunque quello del DECS (basato sulla codocenza), ma con una serie di varianti il cui obiettivo generale, dopo le discussioni delle ultime settimane dalle quali sono emerse diverse criticità, è quello di garantire una sperimentazione «dal basso».
Non a caso, la sperimentazione avverrebbe solo su base volontaria: sarebbero quindi le stesse sedi scolastiche a decidere se aderire o meno alla proposta. E, oltre a ciò, la proposta prevede pure un tetto massimo di sedi, fissato a sei, in cui la sperimentazione potrebbe avere luogo il primo anno. E, sempre per il primo anno, potrebbe avvenire unicamente per gli allievi di terza media. Il secondo anno, poi, la sperimentazione potrebbe proseguire con gli stessi allievi al quarto anno, aprendosi poi eventualmente ad altre sedi.
Diverse varianti
Ma c’è di più. Il modello di sperimentazione previsto non è rigido, bensì pensato per lasciare alle sedi più margine di manovra. In questo senso la proposta attualmente dibattuta mette sul piatto non un modello unico, bensì alcune possibili varianti. La prima è basata sulla codocenza per tutte le ore settimanali di matematica (5) e tedesco (3). Si tratta, in soldoni, della stessa proposta avanzata dal DECS. La seconda variante prevede anch’essa la codocenza per entrambe le materie, ma svolta a gruppi ridotti e divisi fisicamente in due classi con due docenti distinti. La terza variante prevede invece la normale codocenza, ma unicamente per alcune delle ore settimanali delle due materie. A queste tre varianti, verrebbe poi aggiunto un ulteriore elemento di flessibilità. È infatti prevista, nell’applicazione delle tre varianti appena citate, anche la possibilità di introdurre un sistema a indirizzi opzionali (sempre nell’ambito delle due materie coinvolte) per proporre percorsi didattici a scopo orientativo scelti in accordo tra docenti e allievi sulla base dei loro interessi e delle loro possibilità formative post-obbligatorie. Insomma, detto in soldoni, nell’applicare queste varianti le singole sedi avrebbero un ampio margine di manovra.
La proposta di compromesso prevede infine pure l’istituzione di un gruppo d’accompagnamento (esterno al Cantone), il quale al termine dei due anni di sperimentazione avrebbe il compito di presentare una valutazione.
In termini di tempistiche, se tutto dovesse andare come auspicato e se il Gran Consiglio (in ultima battuta) dovesse dare luce verde al cambiamento, viene proposto il definitivo superamento del sistema dei livelli per l’anno scolastico 2026/2027.