Svelato il volto della «fermatona» dei bus di Lugano
Era inizio luglio quando il Consiglio di Stato approvava un investimento di 35 milioni e autorizzava a spenderne quasi 90 per progettare ed eseguire il CoBe. Acronimo che sta per «Comparto Besso» e dietro al quale si celano opere decisive e da tempo attese per la futura mobilità pubblica di Lugano. Opere a cui la Città sarà chiamata a contribuire direttamente con 27 milioni di franchi. In altre parole: si è ai blocchi di partenza per realizzare un nuovo autosilo sottorraneo in zona ex parcheggio Pestalozzi. Sopra di esso sorgerà invece il nuovo nodo intermodale del trasporto pubblico. Si prevedono quasi sette anni di cantiere, il cui termine è oggi agendato nel 2032. Prossimo passo: l’approvazione dell’investimento da parte diGran Consiglio e Consiglio comunale di Lugano, per quanto di rispettiva competenza.
Un potenziale mantenuto
Come detto, il passo del Municipio era atteso. Vi è comunque una novità importante rispetto a quanto detto qualche mese fa, ed è rappresentata dall’immagine che accompagna questo articolo: è la prima volta che viene svelato come si presenterà il futuro nodo. In qualche riga: «Un corpo centrale in calcestruzzo armato diventa l’elemento primo della struttura sul quale si ancorano delle grandi travi metalliche a sbalzo che sorreggono la copertura. Queste ultime appaiono come ali rastremate ed aperte verso l’intorno e rendono l’insieme molto permeabile alla vista, con un minor impatto volumetrico».
C’è dunque alla base un concetto che richiama alla leggerezza, cosa che a prima vista stride con l’intenzione dichiarata della Città di costruirvi sopra un edificio multipiano. Eppure una cosa non esclude l’altra: «Qualora dovesse concretizzarsi l’edificazione sopra il nodo intermodale, si potrebbe rinunciare alla copertura metallica preannunciata o eventualmente smontarla in fase successiva. Resterebbe quindi la parte del corpo centrale della trave in calcestruzzo, che diventerebbe la spina centrale del futuro edificio. A questo si aggiungerebbero una serie di pilastri in entrambi i lati lunghi a sostegno dellostesso». Questo edificio sarà probabilmente oggetto di un concorso di progetto separato (non è nemmeno escluso che ci si possa «limitare» a una «copertura con un terrazzo pubblico»).
L’area di interscambio
Autosilo e nodo intermodale sono le due opere principali di CoBe, ma non le uniche. Vi è anche l’area di interscambio fra le varie infrastrutture che sorgerà sotto il piazzale di Besso, a lato dell’autosilo. Detta così può sembrare una cosa da niente, ma sarà un’opera che caratterizzerà l’area almeno quanto il nodo intermodale, oltre a permettere l’insediamento di diversi negozi. D’altronde se ne sta occupando lo stesso team, capitanato dallo studio d’architettura Lorenzo Felder, che ha già realizzato l’apprezzato rinnovamento dell’atrio della stazione negli scorsi anni.
L’ultima opera prevista in questa richiesta di credito è la creazione di un sottopasso pedonale che colleghi Besso alta. Sbucherà all’altezza dell’incrocio tra via Sorengo e via Borromini. Lo sormonterà una nuova rotonda che sostituirà l’attuale impianto semaforico nell’area.
Da notare che la Città intende dotare la copertura di queste nuove opere di nebulizzatori per contrastare l’effetto isola di calore.
Il contesto
È diversi anni che l’area della stazione è in cantiere. Tanto è stato fatto (il nuovo atrio su tutti), tanto, come visto, resta da fare. E tanto si sta facendo. Al momento si sta lavorando al risanamento del sottopasso pedonale di Besso, giunto ormai sotto via Maraini, e poco più in su alla realizzazione del nuovo sottopasso stradale Genzana, che comporterà fra le altre cose il prolungamento della copertura del tunnel di Besso. L’altra grande opera in divenire è infine il collegamento sotterraneo tra la stazione e la futura fermata del tram-treno, una sessantina di metri più in basso.