Ticino

Taglio ai sussidi di cassa malati, il Centro chiede un dietrofront

Presentata un’iniziativa parlamentare per cancellare la misura di risparmio decisa con il Preventivo 2025 - Fiorenzo Dadò: «Il contesto è cambiato» – Soddisfatta l’area progressista, c’è invece scetticismo tra PLR e Lega
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
03.02.2025 19:30

Il tema dei premi di cassa malati – con due iniziative popolari, un referendum e ora pure un’iniziativa parlamentare sullo sfondo (si veda l’articolo in basso) – in queste settimane è tornato con forza ad animare il dibattito politico ticinese. Oggi, ad aggiungere la propria «ricetta» per aiutare i cittadini che faticano sempre più a pagare i premi ci ha pensato il Centro. Partito che ha presentato un’iniziativa parlamentare che, in soldoni, propone di fare marcia indietro sulla misura di risparmio votata con il Preventivo 2025 con cui è stata contenuta la crescita dei sussidi di circa 10 milioni di franchi. Una sorta di «dietrofront», dunque, visto che quella misura è stata approvata pure dal Centro, che con il PLR e la Lega faceva parte della maggioranza a sostegno dei conti cantonali dell’anno in corso.

Come mai questo passo indietro? A spiegarlo, in conferenza stampa, sono stati il presidente Fiorenzo Dadò e il capogruppo Maurizio Agustoni. «La nostra proposta è maturata dopo l’annuncio della Banca nazionale svizzera (BNS), la quale a inizio gennaio ha comunicato che in Ticino arriveranno circa 80 milioni». A questi, ha poi spiegato Agustoni, vanno aggiunti circa 26 milioni, ossia la stima di quanto dovrebbero migliorare i conti (come strutturalmente accade) tra il preventivo e il consuntivo. A conti fatti, dunque, rispetto ai 96 milioni di deficit preventivati, a fine 2025 il Cantone potrebbe ritrovarsi con un utile attorno ai 10 milioni di franchi. Ecco perché il Centro chiede di fare marcia indietro: «È cambiato il contesto», ha rilevato Dadò, e quindi quella misura oggi non ha più senso. «È evidente che, se il Consiglio di Stato ci avesse presentato un preventivo con 10 milioni di utile, al Gran Consiglio non sarebbe mai venuto in mente di tagliare sui sussidi di cassa malati», ha sottolineato Agustoni. «La nostra proposta, da votare in tempi molto stretti, chiede dunque di ritornare su questa decisione e fare in modo che i sussidi nel 2025 vengano erogati secondo le stesse basi del 2024». Oltre a ciò, come rilevato da Dadò, a contribuire alla decisione è stato anche l’immobilismo dimostrato da Berna. «Se il Consiglio federale non ascolta le richieste della popolazione, o le ignora totalmente, non possiamo stare a guardare e dobbiamo trovare soluzioni in casa nostra».

Tra sorrisi e sorprese

Ma non solo. In tutto questo ragionamento rientrano pure le due iniziative popolari oggi pendenti in Commissione gestione e finanze, una del PS e una della Lega, che da due angolature diverse mirano a calmierare l’aumento dei premi. Due iniziative che però, come rilevato da Dadò, se fossero adottate dal Gran Consiglio «comporterebbero un aumento dei costi annuo di circa 400 milioni di franchi», oltre ai quasi 400 milioni che già il Cantone spende su questo fronte. Tradotto: «Considerata la situazione delle finanze pubbliche, il Cantone e i Comuni (ndr. per finanziare quelle proposte) non avrebbero altra scelta che aumentare la imposte». Anche per questo motivo, ha annunciato il presidente del Centro, il partito «sta seriamente pensando di presentare un controprogetto per queste due iniziative». Ed è quindi ovvio che la proposta del Centro, come affermato più tardi da Agustoni, «farà parte di una discussione più ampia (ndr. fra i partiti) che riguarda anche le due iniziative popolari».

Non va poi dimenticato che sul tavolo delle discussioni rientra pure il referendum promosso dal PS e dal comitato «Stop ai tagli» che essenzialmente mira allo stesso risultato: abrogare la misura di risparmio di 10 milioni sui sussidi. Perché, quindi, non sostenere direttamente il referendum? Ancora Dadò: «Se il Gran Consiglio non dovesse trovare una maggioranza attorno alla nostra proposta è evidente che sosterremo il referendum. Le carte in tavola sono cambiate e riteniamo non sia più giustificata tale misura».

Non a caso, il comitato «Stop ai tagli» nel pomeriggio ha reagito «con favore» alla decisione del Centro. «Questo cambio di rotta – si legge in una nota – è innanzitutto un primo risultato della pressione popolare, dopo che il referendum lanciato dal comitato ‘Stop ai tagli’ ha raccolto con facilità oltre 11.000 firme». Anche il comitato sottolinea poi che con l’arrivo degli utili dalla BNS «è chiaro che (...) il taglio risulta finanziariamente ingiustificato, oltre che politicamente incomprensibile di fronte all’esplosione dei premi e alla pressione sul potere d’acquisto». Il comitato, dunque, senza girarci troppo attorno si è appellato «a PLR-Lega-UDC: fare un passo indietro e sostenere con urgenza l’iniziativa parlamentare del Centro è un atto di dovuta responsabilità nei confronti delle famiglie che abitano nel Canton Ticino». Un appello che però, con ogni probabilità, è già caduto nel vuoto. Sia il PLR che la Lega, da noi contattati, hanno infatti escluso di tornare sui propri passi.

La reazione

«Rimaniamo molto scettici – spiega al CdT Alessandro Speziali, presidente del PLR –, perché i motivi che ci hanno spinto a sostenere questo contenimento della spesa rimangono intatti, tra cui anche l’ottimizzazione del sistema dei sussidi». Più in generale, osserva Speziali, «come abbiamo già detto nelle scorse settimane, gli utili della BNS devono dare fiato a politiche di rilancio e non semplicemente ad assorbire la gestione corrente». Quindi, in sintesi, il PLR «ad oggi non vede motivo per tornare sui suoi passi». Il rischio, chiosa il presidente, è che «da una parte si vuole giustamente alleviare i costi della cassa malati, ma dall’altra, adottando iniziative come quella del PS, ci sono in ballo così tanti milioni che un eventuale alleggerimento per il cittadino andrebbe perso con l’aumento dei moltiplicatori». Si rischia dunque di fare una scelta «controproducente», dando con una mano (più sussidi) e togliendo con l’altra (più imposte). Stessa linea, più o meno, anche per la Lega. «Siamo un po’ sorpresi da questa giravolta del Centro – dichiara il neo-eletto coordinatore, Daniele Piccaluga –, perché il preventivo è stato votato neanche un mese mezzo fa». Ad ogni modo, nel merito della proposta, la Lega intende «tirare dritto» sulla sua iniziativa. «Siamo pronti ad ascoltare le proposte degli altri – chiosa Piccaluga –, ma rimaniamo fermi e convinti sulla bontà della nostra iniziativa». Come dire: la porta non è completamente chiusa, ma poco ci manca.

Tanta carne al fuoco sul tavolo della politica

Il dibattito sull’annoso tema dei premi di cassa malati è dunque ormai più che in rampa di lancio. Vediamo quindi, in estrema sintesi, quali sono le proposte (politicamente più rilevanti) sul tavolo, partendo dalle due iniziative popolari per cui sono già state raccolte le firme necessarie. Quella del PS, denominata «Esplosione dei premi di cassa malati: ora basta», mira a fissare al 10% del reddito disponibile il massimo del premio che pagano i cittadini. E per fare ciò, a mente dei socialisti, bisognerebbe agire proprio tramite i sussidi. Il costo dell’operazione, come confermato di recente dal Governo alla Gestione, sarebbe però da capogiro: circa 300 milioni di franchi all’anno. L’iniziativa della Lega, chiamata «Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente», chiede invece che i premi diventino integralmente deducibili nella dichiarazione delle imposte (oggi una persona single può dedurre al massimo 5.200 franchi all’anno, mentre una famiglia 10.500). Entrambe le iniziative, come detto, hanno già centrato l’obiettivo della raccolta firme, ma sono ferme in Commissione gestione e finanze. La terza raccolta firme su questo fronte è ancora in corso – ma è già stato annunciato che l’obiettivo delle 7mila firme è stato ampiamente superato e quindi il voto popolare è pressoché assicurato – e riguarda il referendum promosso dal comitato «Stop ai tagli» che mira a cancellare la misura di risparmio sui sussidi di cassa malati (per circa 10 milioni) decisa nel contesto del Preventivo 2025 dalla maggioranza targata PLR, Lega, Centro. Centro che, appunto, oggi ha fatto retromarcia sulla misura di risparmio proponendo essenzialmente anch’esso di cancellarla, ma attraverso la più veloce via parlamentare, senza necessariamente dover passare dalle urne. Le ricette, dunque, divergono. E al momento di solide maggioranze attorno a una o più proposte non se ne vedono all’orizzonte.