La reazione

TILO bloccato per ore a Milano: «Non mi risulta che Regione Lombardia sia responsabile»

L'assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente, sulla Provincia, fa lo «scaricabarile»: «Ho contattato sia RFI sia Trenord per comprendere le ragioni di questo ritardo»
Red. Online
28.11.2024 12:00

Non si placano, in Ticino come in Italia, le polemiche attorno a quanto accaduto martedì pomeriggio al TILO 25520 diretto a Locarno. Il treno, partito alle 13.43 da Milano Centrale, è rimasto bloccato poco dopo aver lasciato la stazione per un non meglio precisato guasto. I passeggeri, bloccati a bordo per oltre cinque ore senza elettricità, acqua e accesso ai servizi igienici, sono infine stati trasbordati su un convoglio di emergenza mentre il resto della circolazione ha subito cancellazioni e pesanti ritardi, come riferito al CdT da Remigio Ratti. TILO, nel frattempo, ha avviato un'analisi interna e ha chiesto scusa ai propri clienti. Ma, appunto, le polemiche non si placano.

«Quello che mi fa rabbia è il tempo che è stato perso nell’intervento di soccorso» ha spiegato, al riguardo, l'assessore ai Trasporti di Regione Lombardia Franco Lucente. «Situazioni come quella di martedì non devono più capitare perché sono inaccettabili» si legge sulla Provincia. Quindi, la frase che la stessa Provincia giudica come «scaricabarile»: «Al momento non mi risulta che Regione Lombardia sia responsabile di tutto questo». E ancora: «All’inizio si pensava che il guasto potesse essere risolto, poi è arrivato il gancio per il traino del treno, ma non sono riusciti a trainare». Resta da capire, volendo riprendere le parole dell'assessore, come mai siano passate così tante ore dallo stop effettivo del convoglio all'arrivo dei Vigili del Fuoco. «Il problema è che per fare queste operazioni si è perso troppo tempo e credo sia opportuno che mi si diano delle risposte».

Ratti, nel suo sfogo, anche duro, aveva sottolineato la necessità di avere personale svizzero (anche) a Milano. In Italia, per contro, si discute sulla cosiddetta competenza. Tradotto: a chi spettava gestire l'incidente e il trasbordo dei passeggeri? Nessuno lo sa, non ancora perlomeno. Nel punto in cui si è verificato il guasto, sottolinea la Provincia, la competenza sarebbe del gestore della rete, quindi di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Il treno, per contro, era di Trenord, partner delle FFS all'interno della joint venture TILO. «Ho contattato sia RFI sia Trenord per comprendere le ragioni di questo ritardo. È chiaro che la gestione della rete è in mano a RFI, ma non mi piace fare ipotesi. Prima di addossare responsabilità esclusive solo a uno, voglio capire anche se dall’altra parte sono state adottate tutte le procedure necessarie per velocizzare la risoluzione. Se ci sono state delle carenze, sarà mia premura prendere provvedimenti per quanto è in mio potere fare».

L'istinto di molti passeggeri, prosegue la Provincia, è stato quello di aprire le porte e scendere dal treno. Sempre Lucente: «Anche se la stazione Centrale era vicina, quando non si è adiacenti al binario non si può far scendere la gente per una questione di sicurezza. È stato possibile farlo solo grazie ai Vigili del Fuoco dopo aver bloccato il traffico ferroviario». Le FFS e Trenord si sono rifatte alla presa di posizione di TILO, secondo cui in casi come quello di martedì vale, sempre e comunque, il principio di territorialità. In sostanza, RFI in quanto responsabile della rete avrebbe dovuto coordinarsi con l'azienda responsabile del servizio, Trenord. A mancare, secondo le testimonianze raccolte e pure stando a Lucente, è stata la comunicazione fra il personale e i passeggeri: «Chi viaggia deve necessariamente sapere perché si è fermi, quanto tempo ci vorrà a risolvere il problema e che interventi si stanno portando avanti» ha detto l'assessore. «I passeggeri non possono essere lasciati nella speranza di un salvataggio. Mi scuso con l’utenza perché episodi del genere non dovrebbero mai capitare. A bordo dei treni possono nascere dei problemi, ma non si può tenere la gente per cinque ore in questo modo».

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